“Due piccoli comuni della provincia di Milano impediscono l’espansione di uno dei più importanti centri commerciali italiani”.
Proviamo ad immaginare cosa sarebbe accaduto lo scorso anno se invece di approvare l’atto d’indirizzo che avvia la procedura per l’ampliamento del centro commerciale Carosello, i due consigli comunali di Carugate e Cernusco sul Naviglio avessero bocciato la proposta dell’Eurocommercial. Sarebbe stata una notizia da prima pagina nazionale, porre limiti ad un centro commerciale – uno dei più grandi del centro-Nord – che vuole allargarsi a spese di un pezzo di parco pubblico avrebbe destato scalpore, perché è un evento piuttosto raro. Nella maggior parte dei casi accade il contrario: le amministrazioni, anzi i politici che le amministrano, preferiscono i benefici contingenti che arrivano da queste decisioni al difficile cammino di chi sceglie di percorrere le strade non battute dell’alternativa al modello corrente.
Secondo un copione abbastanza prevedibile, dunque, Cernusco e Carugate si sono adeguate, le poche voci dei cittadini ed associazioni ambientaliste contrari sono state coperte dalla soddisfazione di politici, imprenditori e corifei vari per le dichiarate e non dimostrate ricadute occupazionali ed economiche.
Vale la pena ripercorrere i passaggi significativi che hanno segnato la vicenda dal 28 luglio 2014:
- in settembre viene presentata dalla commissione territorio a Cernusco la proposta di perimetrazione del PLIS Est delle cave che chirurgicamente esclude dal vincolo ambientale le aree oggetto di ampliamento;
- il 3 ottobre l’assessore al territorio Giordano Marchetti ed il sindaco Eugenio Comincini di Cernusco presentano il progetto in un incontro pubblico a Cernusco dove il contraddittorio con i cittadini si limita a repliche di tre minuti, un po’ poco rispetto al percorso partecipato promesso;
- il 20 novembre la sentenza (resa però nota nel gennaio 2015) con cui il TAR accoglie il ricorso della società Eurocommercial che contesta il vincolo agricolo introdotto dalla provincia di Milano in uno dei suoi ultimi atti prima della sua abolizione;
- il 16 dicembre, solo grazie ad un’audizione presso la IV commissione regionale sollecitata dal Forum Ambiente Area Metropolitana, viene illustrato il progetto di ampliamento, che non era stato allegato alle delibere consiliari (votare in consiglio comunale un progetto così importante senza conoscerne i dettagli può accadere solo per dabbenaggine o calcolo, scegliete voi il male minore);
- il 22 dicembre la IV Commissione consiliare della Regione Lombardia approva una mozione in cui si chiede di non dare seguito all’ampliamento;
- la Eurocommercial deposita a Carugate e poi a Cernusco (il 23 dicembre) la documentazione progettuale;
- il 25 febbraio in un incontro a Carugate il sindaco di Carugate Umberto Gravina, insieme al rappresentate dell’Eurocommercial Fabrizio De Rin ed al progettista Leonardo Cavalli illustrano al pubblico il progetto di ampliamento del centro commerciale attraverso un videoclip con le soluzioni proposte;
- il 19 maggio in nel convegno organizzato dal nostro comitato dedicato al suolo, il sindaco Comincini sollecitato sul Carosello, indica nello scambio compensativo fra le aree di ampliamento del centro commerciale ed i terreni lungo l’asse della Martesana – ora privati ma destinati a far parte del costituendo PLIS della Martesana – l’interesse dell’amministrazione.
- in giugno l’esecutivo della Città Metropolitana ignora le numerose sollecitazioni a ricorrere al consiglio di Stato contro la sentenza del TAR sulle aree agricole.
Questa vicenda è emblematica e contiene in sé numerose questioni che riguardano le comunità, il loro territorio, le decisioni ed il modo con cui si prendono le decisioni e quindi la rappresentanza, i beni comuni la loro gestione e conservazione.
Cominciamo dai preliminari che poi sono essenziali: un parco per una comunità ha un valore legato all’uso ed all’esperienza delle persone che lo frequentano, ma anche di quelle che non lo utilizzano e pure delle generazioni future. La preoccupazione nei confronti di un bene comune dovrebbe essere legata soprattutto alla sua conservazione per le generazioni future. Ed il fatto che un bene comune quale il Parco degli Aironi sia stato mercificato, trasformando il suo valore d’uso e d’esperienza in valore di scambio, è un passaggio di grave responsabilità perché preclude alle generazioni future l’uso di tale bene .
Per realizzare l’ampliamento è necessaria la modifica da parte dei comuni di Cernusco e Carugate degli strumenti urbanistici vigenti, dal momento che le aree oggetto di ampliamento sono soggette a vincoli ambientali che la Conferenza dei Servizi andrebbe a modificare. Anche in questo caso gli elementi di conservazione previsti dal Piano di Governo del Territorio a tutela degli interessi collettivi vengono cancellati a favore di un interesse privato.
Inoltre la compensazione ambientale volta ad acquisire la proprietà di aree lungo il Naviglio in modo da garantire continuità al parco della Martesana è un elemento di grande opacità per le plusvalenze che genera la cessione/acquisizione fra privati delle aree coinvolte, aggravata dalla discrezionalità con cui l’amministrazione individua queste ultime. A ciò si aggiunge il fatto che il proprietario dei terreni oggetto di compensazione ambientale è anche presidente del consorzio proprietario dei terreni ceduti all’amministrazione sui quali verrà costruito il nuovo polo scolastico. Caso perfetto di conflitto/convergenza d’interessi.
In ogni caso da questa scelta emerge con nettezza la visione che si disegna per il futuro della città: un centro commerciale enorme che funge da richiamo per milioni di visitatori che vi arrivano in auto ed attratti, più che dalle proposte commerciali, dalla possibilità di trascorrervi il tempo. Il fattore tempo è essenziale in questo progetto: i clienti del centro commerciale non comprano (solo) merci, ma pagano il tempo libero che trascorrono lì grazie ai servizi offerti legati al piacere (loisir). E fondamentali a questo scopo sono appunto il cinema, i ristoranti, la vetrata ed il tetto verde panoramici sul lago previsti dall’ampliamento.
Quale progetto di città sta dietro questo modello? A fine anno Cernusco dovrà rivedere il suo Piano di Governo del Territorio, le regole che definiscono lo sviluppo della città. Pensiamoci bene prima di essere trasformati da cittadini in clienti.
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