Memorandum propositivo per il PLIS Est delle Cave

Il PLIS Est delle Cave nasce nel 2009 per far sì che nelle aree dell’Est Milanese dei comuni di Brugherio, Carugate, Cernusco, Cologno e Vimodrone, così pesantemente interessate dall’attività di escavazione da costituirne l’elemento connotativo e densamente urbanizzate e infrastrutturate da reti viarie ed energetiche, si potessero realizzate connessioni sovracomunali di continuità ecologica Nord-Sud all’interno di un contesto di tutela paesistico ambientale.

Obiettivo sinora mancato perché l’attività estrattiva continua ad essere elemento di pesante condizionamento ambientale, il consumo di suolo dei comuni interessati non è diminuito ed i vincoli sono solo quelli legati agli strumenti urbanistici di ciascun comune.

I PLIS si sono dimostrati uno strumento di tutela debole per le aree coinvolte che restano esposte e subordinate al variare della pianificazione locale, la loro gestione dipende da forme pattizie di natura amministrativa fra comuni (convenzione o consorzio), sono privi di personale dedicato e funzionano grazie a personale di provenienza interna agli enti locali coinvolto solo a tempo parziale.

A queste debolezze strutturali non fa eccezione il PLIS Est delle Cave che, per di più, ha avuto un iter amministrativo lungo e che vede ancora in fase di discussione la variante della convenzione di gestione.

Dieci anni di parco
A dieci anni dalla sua istituzione il PLIS Est delle Cave risulta privo di una sua identità e riconoscibilità: se venisse effettuato un sondaggio emergerebbe che solo un’esigua minoranza della popolazione è a conoscenza dell’esistenza del parco, ancora meno ne saprebbe indicare i confini e gli elementi di rilievo ambientale. Di fatto l’unica area caratterizzata da una propria riconoscibilità e fruibilità è il parco Increa, una ex cava che dopo un lungo iter di ripristino è diventata un parco.
Il parco Increa è l’emblema di ciò si dovrebbe fare nel PLIS Est delle Cave: quelle che erano cave di ghiaia e sabbia di proprietà privata sono diventate aree di proprietà pubblica trasformate in parco grazie alle prescrizioni introdotte dalla normativa regionale del 1982 che assume la necessità del recupero ambientale in relazione all’attività estrattiva.

Il passaggio fondamentale è quindi la restituzione ad un bene ambientale – la cava – considerato ed usato come merce, la valenza collettiva di bene comune, attraverso l’attribuzione della funzione sociale di parco. Inoltre è opportuno sottolineare come tale percorso implichi la mobilitazione da parte dell’Amministrazione Comunale di adeguate risorse economiche e di governance necessarie al perseguimento degli obiettivi (il comune di Brugherio ha posto il parco al centro di numerose iniziative ed investe per la sua manutenzione più di 100.000 euro l’anno).
Ma il parco Increa di Brugherio è rimasto un episodio isolato, dal momento che il parco degli Aironi a Cernusco per il quale era stato intrapreso un percorso analogo, ha una manutenzione sporadica ed è al centro di un progetto di ampliamento del contiguo centro commerciale Carosello che ne vedrebbe ridotta la superficie e modificata la funzione.
Gli unici interventi previsti per PLIS sono legati alle prescrizioni di recupero delle aree estrattive, persino le proposte del Programma Pluriennale degli interventi del 2014 sono rimaste quasi del tutto inattuate, così come non si è colta l’opportunità di presentare osservazioni al nuovo Piano Cave di Città Metropolitana in relazione agli ambiti estrattivi ATEg23 e 24 che si trovano nel PLIS EST delle Cave nel comune di Cernusco in modo da limitarne i milioni di metri cubi previsti in estrazione. Perché le cave erano e rimangono “autentiche ferite del territorio” la cui esistenza all’interno di un parco è in contraddizione con le esigenze di tutela e salvaguardia che lo contraddistinguono.

Proposte
A fronte di un bilancio così modesto, perché il nuovo Programma Pluriennale degli Interventi non rimanga un inutile esercizio professionale e perché il PLIS Est delle Cave vada finalmente verso l’attuazione degli scopi per cui è stato costituito, è necessario che vengano messe in atto una serie di misure che coinvolgono diversi ambiti:

  1. Urbanistico:
    1. pianificazione urbanistica sovraordinata in relazione a vincoli ed emergenze ambientali che poi deve essere recepita da ciascun comune
    2. l’istituzione di vincoli per le reti minori, sia in relazione al reticolo della viabilità delle strade interpoderali e rurali che al reticolo idrico di rogge e canali.
    3. omogeneizzazione degli strumenti urbanistici delle aree contigue (mosaico del PLIS);
    4. le aree di proprietà pubblica devono essere portate e/o riportate ad avere una funzione sociale,
  2. Economico:
    1. ciascuno dei comuni componenti deve contribuire al bilancio del PLIS con una quota percentuale del proprio bilancio, oltre alle quote già definite da convenzione, in modo da arrivare ad avere risorse adeguate alle finalità ed alle progettualità dichiarate;
    2. nel bilancio del PLIS devono entrare quote dei diritti di escavazione delle cave presenti, come previsto dalla legge regionale per le attività estrattive.
  3. Gestionale:
    1. revisione della convenzione in modo che gli organi gestionali abbiamo personale a tempo pieno, in particolare per gli organi tecnici;
    2. in subordine, riunificazione delle funzioni apicali amministrativa e tecnica in capo allo stesso comune;
    3. istituzione di un sistema di controlli e sanzioni (per l’ambito estrattivo, per la mancata pianificazione, etc);
    4. coordinamento delle attività/iniziative di interesse collettivo;
    5. realizzazione di un portale istituzionale con sezioni dedicate ai diversi aspetti (ambientale, storico, urbanistico, ecc) aperta alla collaborazione con l’ambito del civismo organizzato e delle scuole;
  4. Formazione:
    1. corsi per guardie ecologiche da realizzare in coordinamento con altri parchi in modo da consentire la formazione di personale volontario;
    2. istituzione di laboratori ambientali
    3. percorsi formativi destinati alla cittadinanza sui temi della tutela ambientale

Inoltre occorre definire un piano con una visione guida del ruolo da affidare al PLIS Est delle Cave.

A questo riguardo occorre indirizzarsi verso interventi che mirino alla costituzione di elementi di attrazione e valorizzazione del paesaggio e dell’ambiente, vale a dire veri e propri poli di richiamo per le comunità in relazione alle valenze ambientali, paesaggistiche, storiche, naturalistiche ed ecologiche presenti o da implementare.

Tali attrattori, che hanno la funzione di porte di accesso a tutto il PLIS, sono in primo luogo le aree pubbliche a parco che devono essere inserite in un sistema vincolistico sovraordinato agli strumenti urbanistici di ciascun comune. Pertanto occorre pensare al parco Increa, al parco degli Aironi, ma pure alle cave dismesse e da riconvertire ad uso pubblico come le ex cave Gaggiolo e dei Pescatori, come ambiti all’interno dei quali si trovano zone che possono ospitare attività ricreative e sportive leggere insieme ad aree di rilevanza ed interesse naturalistico ed ambientale che devono invece essere oggetto di protezione da forme di disturbo.

I parchi urbani sono inoltre aree privilegiate per la realizzazione di laboratori ambientali all’interno dei quali sperimentare progetti per il miglioramento della qualità dell’aria e della falda idrica condivisi con la cittadinanza. E’ infatti possibile realizzare una rete di monitoraggio della qualità dell’aria con stazioni meteorologiche diffuse (nell’intero territorio del PLIS non ci sono stazioni di rilevamento dell’ARPA), vedi a questo riguardo il progetto di ripristino della stazione meteorologica di Cernusco a cura del nostro comitato. Mentre per il miglioramento della qualità dell’acqua occorre eliminare o ridurre la presenza di inquinanti in falda che, pur essendo noti da tempo, non sono stati ancora bonificati.

Si tratta di spunti di lavoro che offriamo come occasione di riflessione al comitato di gestione perché finalmente il PLIS Est delle Cave diventi elemento di riconoscibilità e caratterizzazione del nostro territorio, non per la presenza delle sue cave, ma per le valenze ambientali presenti.

Infine, ma non ultima considerazione, la realizzazione di tale obiettivo sarà possibile solo attraverso una reale collaborazione con la cittadinanza, elemento questo che esula da qualsiasi vincolo economico di bilancio, ma che attiene alla volontà dei decisori.

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2 commenti

  1. Sergio Pozzi

    Ogni tanto – ma sempre più raramente – appaiono articoli preziosi come perle rare. Facciamone tesoro e motivo di riflessione. E grazie ..:

  2. Elena Maria Chiara Sirtori

    Questo articolo mi è piaciuto moltissimo.
    In ogni suo punto.
    Purtroppo temo che alle Amministrazioni interessate non farà lo stesso effetto: hanno sempre qualche cosa di meglio da fare.
    Grazie per averlo pubblicato