Lo sciopero cui hanno partecipato ieri i giovani di tutto il mondo ha aperto uno squarcio sui problemi ambientali ed ha messo in evidenza l’urgenza di azioni concrete.

Se non verranno messe in atto a breve termine misure di riduzione delle emissioni per l’aria, attenzione agli inquinanti e conservazione dell’acqua, arresto del consumo di suolo, riduzione della produzione di rifiuti, in particolare le plastiche, insieme all’adozione di pratiche e stili di vita più rispettosi dell’ambiente, tali problemi saranno irreversibili ed incideranno in modo drammatico sul nostro pianeta.

I giovani che hanno sfilato ieri hanno capito che alla loro generazione verrà negato il futuro, a meno che non si intervenga oggi, e tutti siamo chiamati alle nostre responsabilità e possiamo fare qualcosa. Perché ci sono problemi a grande scala per cui servono accordi e politiche internazionali, ma è la consapevolezza e l’impegno diffuso da parte delle comunità che possono svolgere un ruolo importante. Perché le comunità si occupano del loro paese, della loro terra, dei loro beni comuni.

Quindi anche qui, a Cernusco, occorre passare alle azioni concrete.

Da anni il comitato Bene Comune Cernusco si occupa della qualità dell’acqua della nostra città perché alcuni pozzi presentano concentrazioni elevate di Cromo e pesticidi ed ha portato all’attenzione del gestore del servizio idrico e dell’amministrazione la necessità di una maggiore informazione alla cittadinanza sulla qualità dell’acqua che beviamo. Era stato raggiunto un protocollo d’intesa che li impegnava  alla divulgazione dei dati sulla concentrazione delle sostanze nell’acquedotto (la Carta degli intenti per la qualità dell’acqua) che viene ancora citato nei documenti formali, ma che è rimasto appunto a livello di intenti dal momento che come cittadini abbiamo a disposizione solo dati generali e non di dettaglio che possano consentire il monitoraggio dei pozzi.

Così per la qualità dell’aria. Monitoriamo da tempo le polveri sottili ed abbiamo proposto all’amministrazione il ripristino della stazione meteorologica di Cernusco, un vero e proprio presidio di conoscenza ambientale data la ricca strumentazione presente, ma che giace ormai abbandonata da dieci anni. Il nostro progetto prevede la rimessa in funzione attraverso l’inserimento di alcuni strumenti realizzati anche attraverso il coinvolgimento di studenti e cittadini. I dati ambientali che ne deriverebbero sarebbero molto utili proprio in relazione alla conoscenza delle ripercussioni che i cambiamenti climatici determinano a livello locale.

La gestione dei rifiuti potrebbe essere migliorata inserendo una serie di misure volte la raccolta differenziata e la riduzione degli imballaggi. Anche in questo ambito i dati relativi all’andamento dei rifiuti e della raccolta sarebbero molto importanti per la valutazione delle scelte migliori da adottare.

E ancora, in una città come Cernusco ove il consumo di suolo è ormai sopra il 70% si impongono regole urbanistiche volte al suo arresto ed occorre che finalmente si investano risorse nel PLIS Est delle cave che potrebbe diventare un vero e proprio laboratorio ambientale (vedi a questo riguardo il nostro memorandum).

Alla base della possibilità di interventi sull’aria e sull’acqua, ma anche sul suolo, sui rifiuti e su tutti i temi ambientali c’è la conoscenza: i cittadini informati hanno consapevolezza dei problemi e sono più attenti e disponibili ad adottare pratiche virtuose.

Perché come dice José Saramago: “Non c’è un altro mondo, difendiamolo prima che questo finisca”.

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