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Trump e COP 29: il clima è a rischio?

Inizia oggi, 11 Novembre 2024, la COP29, il vertice sul clima che si terrà a novembre 2024 a Baku (Azerbaigian) e già si percepisce una certa inquietudine tra i partecipanti. Questo summit, cruciale per monitorare i progressi verso gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e per definire nuove strategie climatiche, si inserisce in un contesto politico e sociale estremamente delicato. La recente rielezione di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti ha suscitato timori profondi tra i leader globali e la comunità scientifica, oltre che presso tutto il mondo ambientalista, preoccupati che il ritorno di Trump possa rallentare o addirittura invertire i passi avanti compiuti nella lotta contro la crisi climatica.

La COP29: un appuntamento decisivo per il pianeta

La Conferenza delle Parti (COP) rappresenta ogni anno il più importante momento di confronto e negoziazione per affrontare il riscaldamento globale. Durante la COP29 (qui si può trovare l’agenda completa della Conferenza), i delegati provenienti da quasi 200 nazioni discuteranno strategie cruciali come la riduzione delle emissioni di gas serra, l’aumento del sostegno economico ai Paesi in via di sviluppo e il rafforzamento degli impegni nazionali per limitare il riscaldamento entro il limite di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. Tuttavia, l’incertezza sul ruolo che gli Stati Uniti assumeranno in questo contesto rischia di complicare i negoziati. La presenza di Trump alla Casa Bianca alimenta il timore di un’America nuovamente isolata e contraria a politiche climatiche ambiziose, in netto contrasto con la spinta internazionale verso la sostenibilità.

Il primo mandato di Donald Trump è stato caratterizzato da un insieme di deregolamentazioni e scelte energetiche che hanno sollevato profonda preoccupazione tra gli ambientalisti e la comunità scientifica. Uno dei provvedimenti più discussi è stato il ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi nel 2017, seguito da una serie di iniziative volte a ridurre o eliminare le regolamentazioni ambientali. Tra queste, l’abrogazione del Clean Power Plan del 2015, voluto dall’amministrazione Obama, che puntava a limitare le emissioni di CO₂ dalle centrali elettriche. Trump ha sostituito questo piano con una regolamentazione più permissiva, che concedeva maggiore libertà all’industria del carbone e agli impianti a combustibili fossili di continuare le loro attività senza adeguarsi a standard più rigidi.

Inoltre, Trump ha ordinato l’eliminazione di regole che limitavano le emissioni di metano, un gas serra particolarmente potente, consentendo così alle aziende del settore energetico di ridurre i costi operativi ma aumentando l’impatto climatico. Ha anche allentato le restrizioni sull’inquinamento dell’acqua potabile attraverso la revisione della Waters of the United States Rule, permettendo a molte aziende di scaricare sostanze chimiche in corsi d’acqua senza dover rispettare controlli rigorosi. Queste scelte hanno avuto un impatto profondo sulla salute pubblica e sull’ambiente, compromettendo la qualità dell’aria e dell’acqua in diverse regioni.

Un altro aspetto cruciale dell’amministrazione Trump è stato il sostegno massiccio al fracking, o fratturazione idraulica. Questa tecnica, usata per estrarre petrolio e gas naturale da rocce di scisto, comporta l’iniezione di grandi quantità di acqua, sabbia e sostanze chimiche nel sottosuolo per fratturare le rocce e liberare idrocarburi. Sebbene il fracking abbia contribuito a ridurre la dipendenza degli Stati Uniti dalle importazioni di petrolio, ha causato gravi problemi ambientali e sanitari. Le sostanze chimiche utilizzate nel fracking possono contaminare le falde acquifere, mettendo a rischio le risorse idriche locali, mentre le emissioni di metano e altre sostanze tossiche aumentano i rischi per la salute e contribuiscono al riscaldamento globale.

Sotto l’amministrazione Trump, il fracking è stato incentivato sia attraverso sussidi fiscali, sia con l’apertura di nuove aree di esplorazione su terreni pubblici e protetti. In particolare, l’Alaska e parte dell’Artico sono stati resi disponibili per trivellazioni, suscitando proteste da parte delle comunità indigene e degli ambientalisti, preoccupati per la distruzione di ecosistemi preziosi e per i danni permanenti che il fracking può provocare al paesaggio e alla biodiversità.

Gli Stati Uniti sono il secondo maggiore emettitore di CO₂ a livello globale, e ogni loro scelta in campo ambientale influenza le dinamiche mondiali. Un eventuale disimpegno americano non solo comprometterebbe il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi, ma rischierebbe di demotivare altri Paesi. L’atteggiamento statunitense influenza spesso le politiche di grandi emettitori come Cina, India e Russia, con il rischio che il rallentamento degli impegni americani possa rappresentare una giustificazione per altri Paesi che hanno mostrato titubanza nel compiere sacrifici economici per la causa climatica. Questo scenario potrebbe indebolire la spinta verso una transizione ecologica globale, che richiede invece il massimo della cooperazione e dell’impegno internazionale.

La pressione delle organizzazioni ambientaliste e della società civile

Di fronte a questa prospettiva, molte organizzazioni ambientaliste e gruppi della società civile stanno intensificando la pressione su governi e istituzioni internazionali affinché non si facciano scoraggiare. L’opinione pubblica globale sta aumentando il proprio livello di consapevolezza e mobilitazione, spingendo i propri governi a mantenere impegni stringenti e ambiziosi. Gli attivisti chiedono che, anche in presenza di un atteggiamento scettico degli Stati Uniti, gli altri Paesi si uniscano per creare una “coalizione del clima” in grado di stabilire standard elevati e vincolanti.

Le Nazioni Unite e altri enti sovranazionali giocano un ruolo chiave in questa dinamica, ricordando ai partecipanti della COP29 che l’umanità non ha più tempo da perdere. L’aumento delle temperature globali, l’innalzamento del livello del mare e il susseguirsi di eventi climatici estremi dimostrano chiaramente che non sono accettabili compromessi su una questione così urgente. Alcuni analisti ritengono che la COP29 potrebbe essere l’occasione per gli altri Paesi di riaffermare la propria leadership morale e ambientale, mostrando che il mondo può progredire anche senza il supporto degli Stati Uniti.

La spinta dell’Europa e delle nazioni vulnerabili

L’Unione Europea, insieme a molti Paesi insulari e nazioni particolarmente vulnerabili agli effetti della crisi climatica, si è finora impegnata a mantenere alta la pressione per un’azione concreta durante le precedenti COP. Anche in Europa, però, si iniziano a sentire voci critiche nei confronti di progetti di contenimento delle emissioni clima-alteranti contenute nel Green Deal. Alcuni nuovi leader europei (e noi ne sappiamo qualcosa), hanno ribadito la propria volontà di ridiscutere gli obiettivi climatici, mettendo in discussione l’attuale progetto di rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. Ora, spalleggiati dagli Stati Uniti, potrebbero sentirsi ancor più sostenuti nel rinunciare ad una politica decisamente ecologista, adducendo la scusa che gli investimenti e le politiche europee necessitano di totale supporto internazionale per ottenere un impatto significativo su scala globale, supporto che ora sembra venir meno.

Conclusioni: un bivio decisivo per il futuro

La COP29 si presenta quindi come un vero e proprio banco di prova per la comunità internazionale. In un momento in cui il pianeta si trova di fronte a sfide climatiche senza precedenti, l’esigenza di una cooperazione globale e di impegni ambiziosi è più forte che mai. La possibile ostilità degli Stati Uniti sotto la guida di Trump rappresenta una minaccia concreta, ma molti governi e organizzazioni sono determinati a proseguire la lotta per un futuro sostenibile, facendo appello alla responsabilità di ciascun Paese e soprattutto al sostegno della società civile, che è indispensabile e determinante.

Se il mondo riuscirà a dimostrare unità e decisione, la COP29 potrebbe rappresentare un punto di svolta. Ma senza un impegno serio da parte dei maggiori inquinatori, il rischio è che l’umanità perda una delle ultime opportunità per contrastare efficacemente la crisi climatica. La COP29 sarà quindi una prova di volontà e di visione: o si aprirà una nuova era di impegno collettivo per il clima, o si confermeranno le difficoltà di un sistema ancora troppo frammentato per affrontare sfide globali con una risposta unitaria.

Qualità dell’aria: l’Europa finalmente si muove

Il 14 ottobre, tre giorni fa, il Consiglio Europeo, composto dai Capi di Stato o di Governo della comunità europea, ha adottato formalmente la Direttiva che stabilisce i nuovi standard di Qualità dell’aria in tutta la UE, già votata dal Parlamento Europeo nel maggio 2024. I nuovi valori di attenzione sono in linea con quelli richiesti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e sono decisamente migliorativi rispetto a quelli in vigore in Italia al momento.

Nelle tabelle che seguono, il confronto tra i valori attuali e quelli approvati dall’Europa.

Come si può vedere, la nuova Direttiva stabilisce dei limiti nettamente più stringenti rispetto a quelli attuali e soprattutto introduce una soglia anche per la concentrazione massima giornaliera del PM2.5, attualmente totalmente assente dalla normativa italiana, nonostante il particolato PM2.5 sia molto più pericoloso del PM10 (lo si deduce anche dai valori delle soglie stabilite) per quanto riguarda la malattie respiratorie, soprattutto per i bambini.

La direttiva europea stabilisce nuovi limiti anche per altri inquinanti, come il biossido di azoto (NO2), l’ozono (O3), il biossido di zolfo (SO2) e molti altri gas e metalli presenti nell’atmosfera (CO, benzene, mercurio, cadmio, piombo, arsenico,…). Ciascuno di questi dovrà essere monitorato, misurato e mantenuto entro i limiti.

La nuova direttiva garantisce anche un accesso giusto ed equo alla giustizia per le persone che risentono o che è probabile che risentano dell’attuazione della direttiva. Gli Stati membri devono garantire che i cittadini abbiano il diritto di chiedere e ottenere un risarcimento quando la loro salute ha subito un danno a causa di una violazione delle norme in materia di qualità dell’aria stabilite nella direttiva.

Ora le nazioni UE, entro due anni, dovranno recepire nella normativa interna i nuovi limiti. Ma soprattutto dovranno fare in modo che i nuovi valori vengano rispettati, mettendo in campo tutte le azioni necessarie a ridurre l’inquinamento da polveri sottili.

Qualora vi sia il rischio che i nuovi standard non vengano raggiunti entro il 2030, le nazioni dovranno redigere un piano dettagliato che dimostri come riusciranno a raggiungerli entro il decennio successivo (2040). L’obiettivo finale, comunque, è quello di arrivare ad inquinamento zero (o almeno ad un livello ritenuto non pericoloso per la salute) entro il 2050.

L’inquinamento atmosferico è il principale fattore di rischio ambientale per la salute in Europa, in quanto gli inquinanti possono essere estremamente nocivi sia per gli esseri umani che per l’ambiente. Circa 300 000 decessi prematuri in Europa ogni anno sono dovuti all’inquinamento atmosferico. L’obiettivo della direttiva è di azzerare questo numero, facendo in modo che la qualità dell’aria sia ottimale per chi vive (e respira) in Europa.

La nostra Associazione continuerà a monitorare la Qualità dell’Aria con la nostra rete di strumenti che contiamo di ampliare a breve. E’ un esempio di “citizen science” che ci consente di monitorare, giorno per giorno e in tempo reale, l’andamento delle polveri sottili: anche se questa rete non può essere direttamente paragonabile a quella istituzionale (ARPAL), ci consente di avere un’idea di come variano queste concentrazioni e di riscontrare l’efficacia delle azioni che le amministrazioni, a tutti i livelli, metteranno in campo per raggiungere gli obiettivi della Direttiva europea.

URBAN NATURE 2024

Sabato 28 settembre

andremo in bici attraverso i parchi di Cernusco.
L’iniziativa è organizzata in collaborazione con l’Associazione Culturale Pediatri – Sezione Ambiente e si svolge sotto l’egida del WWF, che ogni anno dedica una giornata al verde nelle città (Urban Nature).

La biciclettata, dedicata soprattutto ai bambini, partirà alle ore 15:30 davanti alla stazione Metro M2 di Cernusco sul Naviglio e seguirà un percorso attraverso i parchi cittadini, fino al Parco Azzurro dei Germani (in circa un paio di ore).

Racconteremo storie di alberi e non solo, osserveremo come la natura urbana può aiutarci a custodire un po’ di biodiversità, rifletteremo su come ci può difendere dagli eccessi meteorologici, ormai sempre più frequenti.

Portate con voi una piccola merenda, per recuperare le energie!

E’ gradita l’iscrizione a questo link: https://shorturl.at/OX5NO
oppure inquadrate il QR nella locandina qui sotto


E’ iniziato il concorso 2024-25 !

E’ partita la nuova edizione del nostro tradizionale Concorso Fotografico e di Disegno nel Parco Est delle Cave. Da oggi, 15 luglio, è già possibile iniziare a caricare le foto, anche se il periodo per la consegna di foto e disegni è molto ampio e si concluderà a maggio 2025.

Avrete modo così di cercare le specie vegetali che abbiamo inserito come obiettivo della ricerca, che fioriscono in stagioni diverse. E anche per gli animali da cercare potrete attendere il momento migliore o la luce più indicata.

Tutti i dettagli nella brochure, che potete scaricare, mentre il regolamento vi spiega tutte le regole da rispettare per la partecipazione.

Per ogni dubbio, scriveteci a: concorso@benecomunecernusco.it

BUONA CACCIA FOTOGRAFICA!

Mostra e Convegno sul Parco Est delle Cave

Foto vincitrice della sezione “Minori di 14 anni” – Samuele Tresoldi – cat. minori 14 anni

Si è conclusa sabato 23 settembre la mostra che ha ospitato nelle splendide gallerie di palazzo Ghirlanda Silva a Brugherio le foto ed i disegni vincitori della terza edizione del concorso di fotografia e disegno dedicato al “Parco Est delle Cave“.

Quest’anno il numero dei partecipanti si è ampliato e tutte le sezioni (Acqua, Mondo animale, Mondo vegetale, Indovina dove) hanno avuto un buon seguito, compresa quella dedicata al disegno e quella dedicata ai minori di 14 anni, segno che il contest dedicato al parco sta diventando un punto di riferimento per molti.

Tutte le foto ed i disegni li trovate nella sezione dedicata al concorso del sito di Bene Comune Cernusco.

Le foto ed i disegni ci raccontano il parco, o meglio raccontano come il Parco Est delle Cave è visto dalle persone che lo frequentano: una realtà che fa essenzialmente riferimento al Parco Increa, l’unica area che ha connotazioni di vero e proprio “parco” e come tale riconosciuto.

I soggetti ripresi nelle foto hanno messo in evidenza come fauna e flora siano spunti ricorrenti sui quali i partecipanti hanno espresso le loro capacità creative, ma non possiamo ancora dire che il concorso sia stato l’occasione per far emergere specie protette o in pericolo ascrivibili all’areale del parco.

Sono stati però efficaci indicatori dei problemi del parco testimoniando la presenza diffusa di specie alloctone (vedi il parrocchetto verde che ha vinto la sezione “Mondo animale”) e l’uso intenso dell’auto per arrivare al parco Increa (vedi il disegno che ha vinto questa sezione).

Si tratta di elementi sui quali invitiamo il comitato di gestione del parco ad una attenta riflessione che indirizzi la pianificazione verso azioni volte alla realizzazione di una mobilità che riduca o eviti l’uso dell’auto e verso campagne informative sulle gravi conseguenze negative legate all’introduzione di specie alloctone ed alla cattiva pratica di alimentare la fauna selvatica.

Insieme al concorso ed alla mostra, proprio per riflettere sul parco Est delle Cave, Bene Comune Cernusco ha organizzato il convegno Le aree protette fra cambiamenti climatici ed uso delle risorse ambientali: il caso del Parco Est delle Cave, svoltosi sabato 16 settembre nella sala conferenze di palazzo Ghirlanda Silva con una discussione che ha coinvolto più ambiti: dai rappresentanti del PLIS sino alla Regione Lombardia, passando attraverso i comuni e le associazioni.

Il Sindaco di Brugherio Roberto Assi, in apertura, ha sottolineato come le aree protette possano costituire un argine al consumo di suolo e come il parco abbia bisogno di un’identificazione con le sue comunità, in particolare ha evidenziato la sua vocazione agricola e come le vie d’acqua nel tempo siano state un elemento essenziale. Ha ricordato come il 30% del patrimonio arboreo del comune di Brugherio sia andato distrutto a seguito degli eventi meteorologici del luglio scorso.

Gianluca Comazziassessore al Territorio ed ai sistemi verdi della Regione Lombardia ha ricordato che il 22,83% del territorio lombardo è costituito da aree protette che comprendono: il Parco nazionale dello Stelvio, 24 parchi regionali, 67 riserve naturali regionali, 3 riserve naturali statali, 33 monumenti naturali e 245 siti Natura 2000, gestiti da 85 enti diversi (Parchi regionali, Comuni, Comunità Montane, Province, ERSAF e in alcuni casi associazioni ambientaliste e soggetti privati), oltre a 101 parchi locali di interesse sovracomunale (PLIS), fra cui il nostro PLIS Est delle Cave, gestiti da Comuni.

Queste aree protette offrono la possibilità di un turismo selettivo e riflessivo, sono luoghi che offrono occasioni di vivibilità per le famiglie e nello stesso tempo servizi di educazione ambientale, svolgendo un ruolo essenziale di tutela e conservazione. I parchi sono un’opportunità e l’obiettivo è di arrivare al 30% di superficie di aree protette, grazie anche ai PLIS ed al ruolo che svolgono i comuni.

Pier Giorgio Comelliassessore all’Ambiente del comune di Carugate, in rappresentanza del comitato di Gestione PLIS Est delle Cave, ha sottolineato il ruolo del PLIS quale elemento che limita la conurbazione dei comuni costituenti il parco con la città di Milano, citando l’esempio di quanto accaduto nel 1923 quando Milano ha aggregato a sé i nuclei di undici comuni. Oggi il parco Est delle Cave, dopo un lungo periodo di latenza post istituzione del 2009, ha iniziato da qualche anno alcune attività: la messa a dimora di piante in collaborazione con le scuole, la realizzazione di totem informativi agli ingressi dei 5 comuni del parco, eventi di valorizzazione (itinerari guidati, momenti di socializzazione legati alle realtà agricole locali). È infine in progetto la realizzazione di alcune aree di sosta.

Mariasilvia Agresta, vice Presidente del PLIS Parco Agricolo Nord Est, ha illustrato come questo parco sia nato nel 2017 dalla fusione dei parchi della Cavallera, del Molgora e del Rio Vallone in un unico soggetto istituzionale nella forma del consorzio che comprende più di venti comuni, articolati su 2 province (MB e LC) e Città Metropolitana, per una superficie complessiva di oltre 4000 ettari con un bacino di circa 200.000 abitanti. Le procedure di fusione degli organismi gestionali sono state complesse perché hanno implicato l’acquisizione delle esperienze preesistenti insieme alla ridefinizione amministrativa comune. Oggi il PANE è una realtà che, con una spesa di poco più di 1,50 €/abitante/anno, garantisce la manutenzione della rete sentieristica e delle aree naturalistiche di proprietà e in gestione, realizza l’educazione ambientale alle scuole del territorio, collabora e organizza eventi e manifestazioni anche in collaborazione con le realtà locali. Attraverso studi e monitoraggi ha cercato in questi anni di rilevare la presenza e la consistenza della componente animale, vegetale e degli habitat presenti nel suo territorio. Il PANE inoltre svolge attività di controllo sugli strumenti urbanistici dei comuni del consorzio, a questo riguardo Agresta ha evidenziato la necessità di una semplificazione procedurale che consenta di rendere meno complessi gli iter amministrativi e gestionali. Su tale necessità è intervenuto anche l’assessore Comazzi, rendendosi disponibile ad un tavolo tecnico di confronto in regione Lombardia.

Paolo Bonellifisico e meteorologo, e socio di Bene Comune Cernusco ha illustrato come i fenomeni meteorologici estremi siano conseguenza del riscaldamento globale: gli eventi meteorologici degli ultimi mesi (forti precipitazioni, grandine, trombe d’aria, downburst e raffiche di vento) sono stati causati da cumulonembi caratterizzati da forte instabilità verticale prodotta dalla rottura dell’equilibrio energetico fra La Terra ed il Sole. Infatti la temperatura media sulla superficie della Terra è aumentata da +15°C nel 1963 a +17°C nel 2023 a causa delle conseguenze dell’aumento delle concentrazioni di gas serra, in particolare CO2 e CH4, passate da 300 ppm a 420 ppm.

incremento temperatura media dal 1960 al 2023 e concentrazione gas serra (credit: Paolo Bonelli)

Quindi, se l’aumento della temperatura è un dato certo e documentato dalle osservazioni scientifiche attraverso un lungo intervallo temporale, non è possibile affermare che gli eventi estremi stiano aumentando in frequenza ed intensità poiché non ci sono dati documentali sufficienti, in particolare se si considerano i danni che producono, la cui entità è legata alla maggiore o minore antropizzazione delle aree colpite.

Jasmine La Morgia di Bene Comune Cernusco ha ricordato come il parco nasca nel 2009 ma inizi solo a partire dal 2014 a svolgere la sua attività. In questi anni però la sua identità è risultata debole, soprattutto stenta ad assumere la riconoscibilità di “parco”, connotazione che solo il parco Increa a Brugherio è riuscito a costruire attraverso un lavoro pluridecennale. E sono le cave, che danno il nome al PLIS in una sorta di corto circuito fra realtà estrattiva e tutela ambientale, ed i sei laghi che dalle cave derivano a costituire la vera identità del parco: tre a Vimodrone (Gabbana, Crivella, Gaggiolo); due a Cernusco (Aironi e dei pescatori), uno a Brugherio (Increa). Queste aree umide, che fungono anche da ricarica dell’acquifero, hanno però un futuro incerto: il lago Gabbana, che si trova su un’area privata anche se all’interno del PLIS, è al centro di un controverso progetto d’interramento; sul Gaggiolo è in atto un intervento di ripristino condiviso fra i comuni di Cernusco e Vimodrone; sul lago degli Aironi – dopo lunghi anni di abbandono – sono stati effettuati solo di recente interventi di manutenzione, mentre solo Increa – come già ricordato – è l’unica area che si connota come parco.

A questo quadro di incertezza si aggiunge la precarietà economica: il bilancio del parco prevede solo 88.000€, poco più di 50 centesimi per abitante (un terzo della dotazione del PANE), per una superficie di 843 ettari, pari a circa il 20% del territorio dei cinque comuni. Manca una visione globale, anche perché mancano gli elementi conoscitivi di base: occorre dunque investire in conoscenza attraverso studi naturalistici su fauna, flora e cascine in modo che contesti significanti e emergenze ambientali possano costituire gli elementi fondativi dell’identità del parco. Occorre affrontare i deficit di manutenzione e le situazioni di disordine faunistico e vegetazionale e soprattutto occorre una valutazione delle conseguenze che gli interventi producono nel parco: gli impatti sulla biodiversità, sugli equilibri ecologici e sociali, sul paesaggio e sulla sua articolazione ecosistemica.

Alla riflessione si è aggiunta la voce di Ernesto Pedrini dell’associazione Salviamo il lago Gabbana che ha sottolineato come l’interramento del lago Gabbana, solo a seguito delle proteste dei cittadini, ha visto acquisire alcuni elementi tecnici utili a ridefinire il progetto e a monitorarne l’andamento, mentre lo studio di fattibilità per la riqualificazione dell’area al termine dei lavori con la realizzazione di un’area umida rimane senza certezze temporali e coperture economiche. Soprattutto non esiste un progetto condiviso volto a preservare e valorizzare queste importanti risorse ecosistemiche, che diventano ancora più significativi elementi utili a ridurre gli effetti del riscaldamento globale.

Il convegno si è chiuso con la premiazione dei vincitori del concorso da parte del sindaco di Brugherio Roberto Assi.

VINCITORI

• Sezione “Minori di 14 anniSamuele TRESOLDI (papaveri)

• Categoria AcquaRaffaele PIAZZOLLA (controluce sull’acqua)

• Categoria Mondo VegetaleMauro GIRARDI (spighe di grano)

• Categoria Mondo AnimaleGrazia TASSELLI (parrocchetto verde)

• Categoria Indovina doveMaurizio Cesare D’Alterio  ()

• Sezione DisegnoTina FILIPPONE (Una domenica al Parco Increa – Acquerello)

la mostra si sposterà dal 6 al 13 ottobre 2023 a Cernusco, presso il ridotto dell’aula consiliare

Pannelli solari e consumo di suolo

Non si è ancora spenta l’eco della riduzione dell’area di rispetto del pozzo per l’acqua potabile di via Firenze (da 200 a 60 metri) che già si discute (con scarsi risultati, visto che probabilmente è già tutto deciso) di un nuovo intervento, richiesto da un privato, per l’installazione di circa 3000 pannelli solari su di un terreno agricolo, di proprietà del richiedente.

Si dirà: quindi? dov’è la brutta notizia? non è bello, e giusto, e positivo installare delle sorgenti di energia rinnovabile?
Certo che lo è, ma non quando il nuovo impianto va ad occupare un terreno agricolo, quindi un terreno che, oltre a poter produrre cibo per gli umani, o magari per gli animali, costituisce anche un serbatoio di naturalità, di biodiversità, di salvaguardia di forme di vita legate alla fertilità del terreno ed al concetto di “suolo naturale” che è incompatibile con l’installazione di una “copertura fotovoltaica” (si veda a tal proposito lo studio: Soil properties changes… dell’Università della Tuscia, finanziato dal Ministero dell’Educazione, Università e Ricerca, 2022).

L’insediamento di un tale impianto, inoltre, andrebbe ad erodere ulteriormente la quantità di “suolo” libero, già compromesso dalla continua edificazione di insediamenti antropici di vario tipo. Secondo ISPRA, infatti, la realizzazione di un impianto fotovoltaico su terreno agricolo costituisce a tutti gli effetti un consumo di suolo, esattamente come un capannone, un parcheggio, una strada, un condominio. ISPRA, giusto per ricordarlo, è la massima autorità in tema di protezione e ricerca ambientale, ente giuridico di diritto pubblico, istituito nel 2008 per supportare ed a servizio del Ministero dell’Ambiente e la Sicurezza Energetica (MASE). E’ l’ente che misura in maniera ufficiale, ogni anno, il consumo di suolo comune per comune, continuando a denunciare, inascoltato, la gravità del fenomeno, in Italia, ma non solo.

Alcune considerazioni finali, che aiutano a capire meglio la questione del nuovo impianto fotovoltaico.

  • Il privato che sta chiedendo l’autorizzazione per installare i pannelli è Eurocommercial, in sostanza il centro commerciale Carosello. L’area interessata è l’unica porzione della enorme proprietà Eurocommercial che ricade nel territorio di Cernusco. Quindi, coprire il terreno agricolo, sebbene di proprietà, non è l’unica alternativa, visto che il centro commerciale ha superfici coperte e parcheggi che potrebbero essere utilizzati come alternativa al terreno agricolo.
  • Il fatto che nei conteggi ufficiali del consumo di suolo (come definito da ISPRA) rientrino anche le aree agricole destinate all’installazione di pannelli solari, rende incompatibile questo intervento con un Piano di Governo del Territorio (PGT) che, almeno nelle promesse della nostra amministrazione (a pagina 4), si vuole realizzare rendendo attuale il vincolo di “consumo di suolo zero“, che rimarrà, quindi solo una pia intenzione.
  • In ultimo, preoccupa e dispiace la lettera che una dozzina di organizzazioni “ambientaliste” ha indirizzato a ISPRA chiedendo di modificare la propria definizione di “consumo di suolo”, togliendo le aree destinate a pannelli fotovoltaici. Preoccupa perchè non vorremmo che questa posizione, assunta da tali organizzazioni, fosse una sorta di appiattimento sulle posizioni di un ambientalismo di facciata, caratterizzato da operazioni di “greenwashing” che non prendono nella dovuta considerazione le necessità di un pianeta sempre più compromesso e in difficoltà. Dispiace perchè in questa dozzina di organizzazioni compaiono nomi (WWF, Greenpeace, Legambiente) che per anni sono state la nostra più concreta speranza per un cambiamento che ci riportasse verso modelli di sviluppo rispettosi dell’ambiente e attenti alle azioni indispensabili per la sua salvaguardia. Ci associamo pertanto all’appello di Coalizione Articolo 9 per confermare piena fiducia in ISPRA, perchè continui nel suo monitoraggio attento e indipendente segnalando le criticità e suggerendo alternative per guarire questo nostro pianeta malato.

Concorso fotografico e disegno 2023

E’ iniziata la terza edizione dell’ormai tradizionale concorso fotografico e di disegno naturalistico di Bene Comune Cernusco.

Dal 1° Aprile al 20 Luglio si possono caricare le foto o consegnare i disegni a tema Parco est delle Cave. Tutte le informazioni a riguardo ed il Regolamento del concorso si possono trovare nella pagina dedicata, cui si accede anche dal menu principale del sito www.benecomunecernusco.it

Le categorie per la sezione “fotografia” sono ancora quattro, ma con una novità:

  • ACQUA
  • MONDO VEGETALE DEL PARCO
  • MONDO ANIMALE DEL PARCO
  • INDOVINA DOVE

Quest’ultima categoria (Indovina dove) invita a scoprire luoghi insoliti e nascosti del Parco. La foto o il disegno più bello è quello che stimola la curiosità di chi lo guarda, chiedendosi dove sia quel luogo, come raggiungerlo, come farlo conoscere. Chi riuscirà a farlo nel modo migliore e più curioso?

Per la sezione “disegno” le quattro categorie sono raggruppate in una unica, denominata “Il Parco Est delle Cave”, privilegiando quindi le riproduzioni di quanto è presente nel parco.
Per tutte le categorie, saranno valutate, oltre alla qualità delle foto e dei disegni, anche elementi di novità come la riconoscibilità, l’originalità del luogo di ripresa o di spunto per il disegno e la capacità di osservazione dell’ambiente naturale.

Dopo l’estate, ci sarà la consueta Mostra (luogo e date saranno comunicate appena possibile) con la premiazione dei vincitori.

Per ogni dubbio o richiesta di informazioni, scrivere a: concorso@benecomunecernusco.it

Quindi, buon lavoro a tutti gli aspiranti fotografi e disegnatori! e buone passeggiate nel Parco!

Presto e bene non vanno d’accordo

In rosso l’area prevista per il nuovo asilo nido

La vicenda del nuovo asilo nido nel plesso scolastico di via Don Milani dimostra, una volta ancora, quanto possano essere distanti le priorità e le esigenze dell’amministrazione con quelle della città.

I fatti. L’attuale asilo nido, di circa 60 posti, è una struttura datata, dal un punto di vista strutturale, energetico e funzionale. Servirebbe un drastico intervento (rifacimento completo) per riportarlo a standard più moderni, ma le risorse economiche necessarie scarseggiano, o sono dirottate su altre priorità (campo da rugby?).
Per questo, già nel febbraio 2022, l’Amministrazione partecipa ad un bando pensato per assegnare fondi PNRR a strutture per la prima infanzia. La proposta è quella di costruire un nuovo nido, leggermente più grande, e, successivamente, di abbattere quello precedente. L’esame dei progetti va per le lunghe e, inizialmente, la proposta di Cernusco è esclusa dall’assegnazione.
Solo alla fine del mese di ottobre la nostra città ottiene il finanziamento, ma ora rimangono solo due mesi per il progetto esecutivo e l’individuazione della zona dove realizzarlo. Il tutto deve essere completato entro la fine dell’anno.
Il progetto, oltre che rispettare i tempi richiesti, deve garantire spazi e standard adeguati, consentire la continuità del servizio, avere il minimo impatto ambientale (in termini di utilizzo del suolo e abbattimento di alberi). La soluzione proposta prevede di realizzare sull’attuale giardino della scuola elementare un nuovo edificio ‘incastrato’ tra la recinzione ed il campo di basket, abbattendo anche sedici alberi esistenti.

Una soluzione che però suscita i dubbi e le proteste dei genitori e dei consigli d’istituto, mai consultati in precedenza (eppure il bando era di febbraio!), secondo cui la perdita di alberi e del giardino non è nell’interesse della città.

L’amministrazione sostiene che la soluzione trovata sia la migliore, ma le alternative non sono note, né sono state divulgate: dunque c’è un problema di metodo che non va bene e perché ancora una volta, come avvenne per la nuova scuola di via Boccaccio o per il parco degli Aironi, su decisioni importanti che attengono a tutta la comunità anche le per generazioni a venire si salta il coinvolgimento delle persone e degli enti coinvolti. C’è inoltre un problema di merito che riguarda l’utilizzo di beni comuni – perché un giardino e gli alberi sono beni comuni – considerati a disposizione, senza alcuna attenzione alla funzione sociale che svolgono e della biodiversità di cui sono portatori.

La copertura economica, soprattutto quando viene da bandi nazionali od europei, è importante, ma non può mai essere un elemento che deroga al coinvolgimento degli utenti del servizio in questione, alla salvaguardia dell’ambiente, alla tutela dei beni comuni. Anzi, ci fosse da scegliere, queste ultime sono le esigenze più importanti, che vanno ricercate come massima priorità. Poi, una volta trovata la soluzione condivisa, si pensa ai finanziamenti.

Al contrario, se si antepone la finanza al parere degli utenti, della città intera, si rischia solo di creare un nuovo “mostro”, che rimarrà anche quando i debiti saranno estinti. E anche nel nostro comune non mancano gli esempi, davanti agli occhi di tutti.

Riconfermiamo quindi il nostro appoggio al Comitato Genitori del Comprensivo Rita Levi Montalcini per l’apertura di un reale e aperto confronto con l’Amministrazione, per giungere ad una soluzione condivisa che non implichi la perdita di beni comuni. Anche a rischio di perdere ‘questo’ finanziamento ed eventualmente riconsiderando completamente il piano delle Opere Pubbliche, per gestirne le priorità in base ai bisogni reali della città.

Premiazione Concorso 2022

Brugherio – Inaugurazione Mostra Fotografica 2022

Si è tenuta ieri, alla presenza del sindaco di Brugherio Troiano, del Presidente del PLIS Est delle Cave Veneroni (oltre che sindaco di Vimodrone) e dell’assessore Comelli in rappresentanza del comune di Carugate, la premiazione dei vincitori del Concorso “La Fotografia e l’arte nel Parco Est delle Cave”.

E’ stata anche inaugurata la mostra “Chiamatemi Parco” che include le foto ed i disegni migliori partecipanti al concorso.

Sono stati premiati:

  • Daniela Donegà, vincitrice delle categorie Mondo Vegetale e Mondo Animale
  • Mauro Girardi, vincitore della categoria Acqua
  • Pietro Tarzia, vincitore della categoria Intervento dell’uomo
  • Marina Mondonico, vincitrice ex aequo della sezione Disegno
  • Donata D’Addabbo, vincitrice ex aequo della sezione Disegno

Pietro e Donata non erano presenti alla premiazione – li raggiungeremo comunque inviando loro il premio

Alla presenza di un folto pubblico, abbiamo ribadito il nostro obiettivo di incrementare la conoscenza e la fruibilità dell’intero parco, che al momento non viene ancora percepito dai cittadini come una risorsa naturale estesa e fondamentale per difendere la biodiversità e salvaguardare un habitat continuamente messo a rischio dalla continua espansione del traffico e occupazione di suolo.

Scopo del concorso fotografico e disegno, non pienamente ancora attuato da tutti, è proprio la conoscenza delle molteplici realtà e potenzialità che fanno parte di questo Parco, sia in positivo, per la presenza di ecosistemi ricchi e unici, anche se non privi di rischi, sia in negativo visto il perdurare di attività di escavazione o l’abbandono di aree potenzialmente ricche di biodiversità e adatte alla rinaturalizzazione.

Il presidente del Parco ed il sindaco di Brugherio, ringraziandoci per la nostra lodevole e utile iniziativa, hanno ribadito l’impegno a migliorare la salvaguardia dell’esistente e la volontà di incrementare sia l’area inclusa nel parco (a breve entrerà nel PLIS anche il comune di Segrate, con un importante apporto di territorio), sia la conoscenza da parte dei cittadini.

La mostra rimane aperta tutti i pomeriggi presso la biblioteca di Brugherio fino al 24 Settembre. Successivamente (nella prima settimana di Ottobre) sarà visitabile a Carugate presso il centro ATRIUM.

Tutte le foto dei partecipanti sono visibili in questa pagina del nostro sito

A proposito di elezioni

Passato il primo turno delle elezioni comunali 2022 a Cernusco ed in attesa del turno di ballottaggio che si terrà il prossimo 26 giugno, ci siamo inventati qualche chiave di lettura, per capire qualcosa di più di quanto è successo e dare qualche indicazione, speriamo utile, ai nostri politici, per proseguire e rendere più efficace il loro impegno per la città.

Indice di gradimento del candidato sindaco

Abbiamo definito “indice di gradimento” di un candidato sindaco il rapporto tra i voti attribuiti solo al candidato (e non quindi alle liste che lo sostengono) e i voti totali ottenuti (voti al sindaco più voti alle liste). E’ in sostanza la percentuale di voti sul totale che il candidato è riuscito ad ottenere a prescindere dalle liste che lo appoggiavano, grazie alla sua notorietà, simpatia, autorevolezza.
Ecco, in forma grafica, il risultato: ad area maggiore, corrisponde gradimento maggiore

Come si vede, la candidata Zecchini stravince su tutti gli altri, Cassamagnaghi si difende, mentre gli altri due, in particolare Marchetti, portano a casa veramente poco.

Il risultato va in realtà un po’ spiegato:

  • Zecchini era appoggiata da due liste che hanno raccolto molto poco, forse svuotate di molte aspettative e forse ormai un po’ usurate. Gli elettori però hanno comunque votato la candidata sindaco, che gode evidentemente di molta fiducia, anche se l’area che rappresenta non le ha consentito di raggiungere grandissimi numeri, come nel 2017
  • Cassamagnaghi arriva secondo, ma va segnalato un dettaglio: tra le altre, nella sua coalizione, c’era una lista che portava il suo nome (Cassamagnaghi sindaco) che ha raccolto moltissimo (di fatto il secondo partito di Cernusco). Questo significa che molti elettori hanno scelto questa lista per esprimere il gradimento al candidato, che quindi porterebbe ad una correzione verso l’alto nel grafico del gradimento
  • Zacchetti: gradimento piuttosto scarso, anche se vale lo stesso discorso fatto per Cassamagnaghi: anche Zacchetti aveva una “lista del sindaco”, che però ha raccolto di meno (e per di più i suoi voti erano apparentemente più legati all’effetto “Pizzaut”, quindi non direttamente legati alla persona del sindaco uscente); Zacchetti ha raccolto soprattutto grazie al PD, partito nazionale, sfruttando perciò l’effetto dovuto alle simpatie “generiche” verso quel partito
  • Marchetti: una vera sorpresa vederlo all’ultimo posto in questa classifica, dove senz’altro ha influito la grande “fidelizzazione” che da sempre caratterizza l’elettorato di Vivere Cernusco: si vota Vivere, indipendentemente dal candidato sindaco e Marchetti, che si è sempre molto speso per la città, ma in un ruolo forse un po’ nascosto, non è riuscito a rendersi attrattivo per chi non era già convinto di votare Vivere.

E tu, di che quadrante sei?

Abbiamo poi voluto analizzare il voto di lista, secondo due dimensioni che a nostro avviso aiutano nell’interpretazione dei risultati:

  • Una dimensione orizzontale, che abbiamo definito come “voto al simbolo – voto alle persone“. Tecnicamente è il rapporto tra la somma dei voti di preferenza all’interno di una lista ed il totale dei voti raccolti da quella lista. Come noto, chi vota una lista, segnandola con la matita, non sempre esprime una preferenza ad una o più delle persone candidate nella lista. Quindi esprimere una preferenza significa puntare sulla persona, per spingerla in alto, perchè ci piace e la vogliamo vedere in consiglio comunale; non esprimere alcuna preferenza, spesso significa che non conosciamo nessuno all’interno di quella lista, ci fidiamo del “partito” che è rappresentato da quel simbolo.
  • E poi c’è una dimensione verticale, che abbiamo chiamato “i divi e i portatori d’acqua“. Numericamente esprime la deviazione standard della serie delle preferenze raccolte da una lista. In soldoni, rappresenta il grado di dispersione delle preferenze tra i vari candidati in lista, la “distanza” tra il massimo e minimo numero di preferenze raccolte dai candidati. Valori alti di questo parametro indicano grande differenza, cioè in lista c’erano uno o più candidati, definiti “divi”, che hanno raccolto tantissimi voti, mentre altri hanno raccolto pochissimo. Al contrario, valori bassi significano poca differenza tra i candidati, tutti abbastanza vicini ad un valore medio di preferenze: in questo caso, i candidati non erano “VIP’s”, ma hanno tutti contribuito, in misura più o meno simile, a “portare acqua” per far vincere la propria lista.
  • C’è in realtà una terza dimensione, rappresentata dalla “grandezza” della ‘palla’ rappresentata nel grafico che segue: maggiore è il diametro della ‘palla’, maggiore è il numero medio di preferenze raccolte

Ed ecco infine il risultato di tutto quanto detto:

Qualche chiave di lettura, per rendere il tutto un po’ più semplice da capire e, speriamo, da utilizzare per il futuro:

  • innanzitutto il colore delle ‘palle’, che indica il candidato sindaco sostenuto da ciascuna lista (vedi legenda in alto a sinistra nel grafico);
  • quadrante 1: “voto al simbolo” e “divi”: praticamente nessuno in questa zona; vuol dire che “i divi” non amano schierarsi con simboli troppo ‘esposti’ al livello nazionale: chi sceglie il simbolo, non riconosce nella lista alcun nome VIP, le persone contano meno e non si individuano dei “divi” tra queste
  • quadrante 2: “voto alle persone” e “divi”: entrano con decisione Vivere e Lista Zacchetti: ognuna con un certo numero di “divi” che hanno fatto man bassa, ma soprattutto un gran numero di preferenze, che posizionano le due liste nella zona del “voto alle persone”. Per il PD un discorso leggermente diverso: sempre alcuni “divi” pigliatutto, ma molti voti “dal traino nazionale”, una buona dose di voto d’area, da chi conosce il simbolo, ma, ancora, non le persone
  • quadrante 3: “voto al simbolo” e “portatori d’acqua”. Qui entrano di solito i partiti nazionali: Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia. Ma vi troviamo anche la Lista Cassamagnaghi (come detto in precedenza, è un voto d’area: si vota il candidato sindaco, senza conoscere le persone in lista), Città in Comune e, sorpresa sorpresa, Sinistra per Cernusco. Città in Comune era esattamente nella stessa posizione anche nella tornata elettorale precedente (2017): tanti portatori d’acqua , nessuno di grande spicco, ma anche tanto voto d’area (voto la lista perchè mi piace, ma non conosco le persone). Per Sinistra per Cernusco invece il discorso è più complesso. Nel 2017 stava dove ora c’è Lista Zacchetti: cosa è successo? hanno perso i “divi”, spariti completamente, assieme ad un gran numero di voti e di preferenze (quasi la metà del 2017).
  • quadrante 4: “voto alle persone” e “portatori d’acqua”. Questo è il quadrante delle liste civiche e in questa tornata ci troviamo solo Il Cernuschese e Cernusco Possibile, due liste nuove, ma evidentemente ben assemblate: nessun “divo”, ma tanti portatori d’acqua che hanno lavorato bene e raccolto in maniera uniforme.

A questo punto, se non vi abbiamo ancora stancato, solo qualche considerazione finale, su alcuni risultati che meritano un po’ di attenzione.

  • Affluenza: in questa tornata elettorale, ha votato il 4.35% in meno rispetto al 2017, ma per effetto dell’aumento degli elettori aventi diritto, i voti validamente espressi sono quasi uguali, solo circa 300 voti in meno rispetto alla tornata precedente. Si possono quindi fare dei confronti senza rischiare di sbagliare troppo
  • Flussi di voto da una lista all’altra: non abbiamo dati sufficienti per ipotizzare, con sufficiente sicurezza, spostamenti di elettori da una lista all’altra, confrontando il 2022 ed il 2017, se non quelli evidenti legati a spostamenti di candidati da una lista all’altra. Con queste premesse, possiamo però notare:
  • Il PD perde quasi 1000 voti (2022 vs. 2017), che vanno molto probabilmente alle altre liste della coalizione Zacchetti (nuove, rispetto al 2017); come candidato sindaco, Zacchetti guadagna circa 500 voti
  • La Lega perde 650 voti, quasi quanto invece guadagna Fratelli d’Italia. In sostanza, uno spostamento dalla Lega a FdI pari al 40% dei consensi leghisti del 2017. Forza Italia invece aumenta di qualche decina i suoi voti, raggiungendo esattamente lo stesso risultato della Lega. Il Centro-destra, sommando questi tre partiti, rimane sostanzialmente invariato, a cui andrebbero comunque aggiunti i voti delle altre liste dell’area (Il Cernuschese e Cassamagnaghi sindaco)
  • Vivere Cernusco: guadagna circa 300 voti rispetto al 2017, il 20% in più, a fronte di una scissione subita negli ultimi mesi di legislatura verso il centro (Cernusco Possibile), ma a fronte anche di nuovi apporti provenienti dall’area Zecchini e dall’area PD. Un buon risultato, in fondo, che forse avrebbe potuto anche essere migliorato con un candidato sindaco più accattivante, come visto sopra.
  • Area Zecchini: la candidata sindaca perde circa 800 voti vs. 2017 e le sue due liste quasi si dimezzano: decisamente un segno di stanchezza, che dovrebbe suggerire qualcosa per il 2027.

Tra pochi giorni si voterà per il ballottaggio, tra Zacchetti e Cassamagnaghi.
Indipendentemente da chi risulterà vincitore, si dovrà tornare ad occuparsi della città, del suo territorio, dei molti problemi non ancora risolti e delle nuove sfide che si presenteranno.
Noi di Bene Comune Cernusco abbiamo cercato di sottoporre ai candidati i temi che ci sono sembrati più importanti e urgenti (li trovate nella nostra pagina Facebook), ci auguriamo che l’amministrazione vincente sappia trovare degli spunti dalle nostre segnalazioni e pensare delle risposte all’altezza, avvalendosi anche delle competenze che molti cittadini e associazioni cernuschesi continuano a mettere a disposizione.

Buon lavoro al prossimo sindaco di Cernusco!

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