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Rifiuti: un’analisi dell’andamento negli ultimi dieci anni a Cernusco sul Naviglio

Premessa

All’inizio del 2014 il Comune di Cernusco sul Naviglio ha pubblicato i dati relativi alla gestione dei rifiuti dal 2004 al 2013, dati che consentono di ricavare significative informazioni rispetto all’evoluzione demografica della città, dei suoi consumi e produzione/riciclo di rifiuti.

E’ tuttavia necessario premettere che i dati del Comune non coincidono con quelli pubblicati dall’ARPA Lombardia sul proprio sito web[1]: le differenze riscontrate si riferiscono alla percentuale di raccolta differenziata ed alle singole voci di rifiuti riciclati, probabilmente a causa della diversa valutazione dei categorie di rifiuti (?). Ciò premesso di seguito verranno esaminati esclusivamente i dati pubblicati sul sito web del comune per avere un’unica base dati di riferimento.

I dati della gestione dei rifiuti di Cernusco sul Naviglio

a)     Produzione di rifiuti

La quantità di rifiuti prodotti dai cittadini di Cernusco sul Naviglio è aumentata fino al 2007 per poi avere una decisa inversione di tendenza da quell’anno in poi (figura 1).

fig1

Per valutare tale andamento però è necessario rapportare la produzione dei rifiuti al numero di cittadini residenti

Difatti dalla tabella figura 2 emerge che l’aumento della produzione dei rifiuti è dovuto in buona parte all’aumento della popolazione (nel periodo 2004-2007 l’aumento della produzione pro-capite è stato del 3,5% contro un incremento del 6,6% della produzione totale). La riduzione della produzione totale osservabile dal 2008 in poi viene confermata anche a livello pro-capite con una diminuzione in termini percentuali del 20%.

fig2

La riduzione della produzione dei rifiuti, dovuta alla crisi economica che ha portato ad una riduzione significativa dei consumi, è un aspetto positivo che dovrebbe portare in linea generale ad una una gestione più efficiente dei rifiuti (un volume inferiore di rifiuti da “smaltire” implica e minori oneri.

b)     Raccolta differenziata

Dai dati forniti dal Comune è possibile rilevare un incremento significativo della raccolta differenziata dal 2004 fino al 2011 (figura 3). Tale tendenza si inverte nel corso del 2011 con una riduzione significativa nel 2012 e nel 2013, in questo ultimo anno la percentuale di raccolta differenziata ritorna quasi ai valori 2010 (64,78% contro 64,64%).

fig3

Tale riduzione viene confermata anche dalle classifiche di Legambiente che riporta Cernusco tra i comuni “ricicloni” dal 2010 ma progressivamente in posizioni inferiori rispetto all’anno precedente (dal 665° al 1050° posto in classifica assoluta e dal 104° al 139° nella classifica dei comuni oltre ai 10.000 abitanti).

ricicloni

Estratto dal sito http://www.ricicloni.it

Al fine di comprendere le cause alla base della riduzione della raccolta differenziata è utile osservare le variazioni subite dal 2011 al 2013 delle varie componenti dei rifiuti (tab. 1 e 2). Da un primo esame complessivo (tab. 1) si assiste, negli anni in esame, ad una riduzione significativa dei rifiuti pro-capite con una riduzione ancora più accentuata della raccolta differenziata. La riduzione di quest’ultima però non è bilanciata da una riduzione dei rifiuti indifferenziati che sono rimasti pressoché identici nel triennio considerato:

Tab. 1 – PRODUZIONE RIFIUTI Variazione %
INDIFFERENZIATA (Ton) -0,37%
DIFFERENZIATA (Ton) -5,44%
TOTALE -3,47%
RIFIUTI procapite (Ton) -8,98%
DIFFERENZIATA procapite (Ton) -10,83%

Osservando le varie componenti (tab. 2) che costituiscono la raccolta differenziata si evidenziano situazioni non omogenee:

Tab. 2- DETTAGLI RACCOLTA DIFFERENZIATA Variazione Ton. Variazione %
Imballaggi in carta e cartone (Ton) (152,83) -7,61%
Imballaggi in vetro (Ton) 21,49 1,75%
Imballaggi in plastica (Ton) 1,90 3,89%
Imball misti/Rsu assimilabili (Ton) (134,03) -33,88%
Imballaggi misti/multimateriale (Ton) 19,36 3,25%
Imballaggi plastica da multimateriale 47,74 11,21%
Imballaggi acciaio da multimateriale (10,56) -14,01%
Imballaggi alluminio da multimateriale 0,54 6,76%
Rottami ferro (Ton) (54,48) -24,65%
Legno (Ton) (212,50) -33,14%
Umido (Ton) 56,54 2,28%
Scarti vegetali (Ton) 7,56 0,31%
Pile esauste (Ton) (1,03) -30,65%
Medicinali scaduti (Ton) 0,23 8,71%
Batterie al piombo (Ton) (0,20) -2,13%
Olio minerale (Ton) 0,64 21,48%
Olio vegetale (Ton) (0,45) -6,77%
Frigoriferi (Ton) (8,87) -25,67%
T e/o F (Ton) (2,82) -11,22%
Tubi fluorescenti (Ton) 0,04 2,91%
Pneumatici (Ton) (7,20) -45,45%
Apparecchiature elettron (Ton) (62,46) -56,19%
Lavatrici/Lavastoviglie (Ton) 18,03 17,78%
Macerie (Ton) (67,00) -20,10%
Cartucce toner (Ton) (0,09) -5,12%
Abbigliamento (Ton) (6,06) -26,67%
Altro (Ton) (0,43) -34,52%
DIFFERENZIATA (Ton) (584,65) -5,44%

Dalla tabella emergono positivamente l’aumento della raccolta dell’umido, degli scarti vegetali e delle lavatrici. Di contro si osservano riduzioni significativi nella raccolta di imballaggi in carta, legno e apparecchiature elettroniche. Le cause delle disomogeneità tra una categoria andrebbero approfondite dal momento che alcune categorie di rifiuti sono in aumento (ad esempio le lavatrici/lavastoviglie) mentre altre risultano in forte diminuzione (frigoriferi).

c)     Costo della Gestione dei rifiuti

Diminuzione dei rifiuti prodotti da una parte ed aumento della raccolta differenziata dall’altra implicherebbero una diminuzione del costo della gestione dei rifiuti, mentre si rileva che dopo un periodo di assestamento (dal 2006 al 2008) il costo pro-capite della gestione dei rifiuti è aumentato nel biennio 2009-2010 per assestarsi su valori vicini ai massimi negli anni successivi (fig. 4).

fig4

L’aumento del costo della Gestione dei rifiuti è ancora più evidente se si osserva il costo totale che dal 2006 al 2013 è cresciuto di circa il 20%. Dalla fig. 5 si rileva continuo aumento del costo di gestione dei rifiuti che nel 2013 ha superato i 4 milioni di euro.

fig5

 Considerazioni finali

Dai dati analizzati emerge che, indipendentemente dalle criticità evidenziate nelle singole categorie di rifiuti, la raccolta differenziata si è assestata a livelli leggermente inferiori al 65%. Questa soglia rappresenta spesso un valore limite per i comuni che hanno una popolazione sopra i 10.000 abitanti e che hanno una Gestione[2] dei rifiuti “tradizionale”.

Tale limite tuttavia non è invalicabile e diversi comuni sono riusciti a superarla come ad esempio il comune di Castelfranco Veneto che con i suoi 33.000 abitanti si trova al decimo posto della classifica di Legambiente tra i comuni oltre i 30 mila abitanti (Cernusco è al 139° posto). Infine desta preoccupazione il costo di gestione dei rifiuti che di anno in anno aumenta e che rappresenta quasi il 10% delle uscite totali del comune.

a cura di Francesco Spurio

[1] http://ita.arpalombardia.it/ITA/servizi/rifiuti/grul/estrifiuti2012.asp

[2] Gestione dei rifiuti deve intendersi la raccolta, il trasporto, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti, compresi la supervisione di tali operazioni e gli interventi successivi alla chiusura dei siti di smaltimento nonché le operazioni effettuate in qualità di commercianti o intermediari

L’acqua della casa dell’acqua di Cernusco

La prima acqua della casa dell'acqua di CernuscoL’acqua della “casa dell’acqua” di Cernusco arriva dai due pozzi dell’acquedotto posti in via Buonarroti. Arriva in rete filtrata da carboni attivi che servono a trattenere alcune sostanze presenti nell’acquifero in quantità eccessiva (essenzialmente soventi clorurati e microinquinanti – pesticidi). Si tratta di un’acqua sottoposta a molti controlli, sia da parte del gestore che dell’ASL. Di seguito i dati* relativi ai due pozzi: si tratta di acqua di buona qualità anche se dura per la presenza di calcare.

dati_buonarroti

L’amministrazione ha realizzato le opere necessarie alla predisposizione dell’area con un progetto interno per un importo complessivo di 32.000 euro, CAP Holding mette a disposizione del comune la casa dell’acqua all’interno di un progetto di promozione dell’uso dell’acqua di rete come acqua da bere (costo della casa circa 21.500 euro).

L’amministrazione ha il compito della manutenzione, solo l’acqua gasata verrà erogata a pagamento, la ricarica della CO2 è affidata ad una ditta esterna.

L’ufficio tecnico del comune ha stimato in 1.500 litri al giorno la previsione di erogazione, cifra che dovrebbe consentire il recupero dei costi della gestione, oltre che un sensibile beneficio in termini di riduzione delle bottiglie di plastica.

Non sarà la Carta di Cernusco, ma…

wwd2014Verrà firmata a Milano nella Sala degli Affreschi di Palazzo Isimbardi il prossimo venerdì 21 marzo alle 11 la Carta degli Intenti per l’Acqua. La nostra proposta, nata  lo scorso anno come Piano per l’acquache chiedeva maggiore informazione e trasparenza sulla qualità dell’acqua erogata nelle nostre case, è diventata un vero e proprio protocollo di intenti che impegna il gestore e le amministrazioni a fornire ai cittadini maggiori informazioni sull’acqua che arriva nelle loro case.

A partire dal prossimo luglio in una sezione dedicata di CAP Holding – il gestore del servizio idrico della nostra zona – e di ciascuno dei comuni che aderiranno alla Carta degli intenti si troveranno maggiori informazioni sulla qualità dell’acqua erogata: non solo l’etichetta aggiornata, ma pure i principali indicatori chimici e microbiologici per le situazioni di criticità, i dati quantitativi e alla media pro capite. Sarà pure disponibile il link alla relazione annuale di monitoraggio dei pozzi fornita dall’Asl di riferimento.

In questo modo dovrebbe non dovrebbe più accadere che informazioni importanti rimangano dimenticate nei cassetti o non divulgate, come è accaduto sinora.

Un altro elemento significativo introdotto dalla Carta degli intenti è l’introduzione di specifiche campagne volte al monitoraggio della gestione del servizio idrico, basate sulla valutazione del grado di soddisfazione degli utenti anche attraverso indicatori della tipologia dei consumi idrici dei cittadini e loro evoluzione temporale. In questo modo si avranno ad esempio indicatori di riferimento sulla percentuale di persone che consumano l’acqua minerale e perché la preferiscano all’acqua di rete.

Si conosceranno le non conformità rilevate sui diversi pozzi di ciascun comune e le azioni intraprese, si avranno a disposizione i dati quantitativi dell’acqua erogata e la media pro capite.

In questi mesi abbiamo lavorato nella consapevolezza che La conoscenza deriva dalle informazioni, come le informazioni derivano dai dati (Elinor Ostrom, l’economista premio Nobel per l’economia, teorica dei beni comuni), e ci abbiamo creduto così tanto che questa citazione-riferimento per il nostro lavoro è diventa l’epigrafe della Carta degli intenti per l’Acqua.

Si tratta di un risultato significativo, conseguito grazie al fatto che le parti coinvolte – CAP Holding e la nostra amministrazione – hanno riconosciuto la nostra proposta come progetto pilota, fatto proprio dal sindaco Comincini, nella sua veste di vicedirettore del comitato strategico di CAP Holding.

Anche le associazioni ed i comitati svolgeranno un ruolo importante, perché hanno il compito di promuovere e controllare il progetto.

Soprattutto si tratterà di un processo inclusivo in divenire che dal 21 marzo in poi si aprirà ad accogliere le adesioni dei comuni e delle associazioni che considerano informazione e trasparenza beni comuni, in particolare, quando riguardano l’acqua (le modalità devono essere perfezionate, ma ci stiamo lavorando).

PS: sabato 22 marzo alle 11 verrà inaugurata a Cernusco la Casa dell’acqua. Il comitato Bene Comune Cernusco sarà presente con una scheda informativa sull’acqua erogata, grazie ai dati ricevuti dal laboratorio di Amiacque.

l’acqua che beviamo e la carta di Cernusco

acqua-del-rubinetto-calcare
L’Italia è il maggior consumatore al mondo di acqua minerale. Ogni anno ne entrano nelle nostre case 12 miliardi di litri, vale a dire circa 200 litri pro capite. E un italiano su due beve esclusivamente acqua imbottigliata. Sempre uno su due la considera più pura dell’acqua del rubinetto, uno su tre la reputa migliore al gusto, uno su sei dice che è «meno dura». Ma davvero sappiamo che cosa beviamo? E le acque minerali sono migliori dell’acqua distribuita dalla rete idrica? Come se ne valuta la qualità?

Sono passati quattro anni dall’inchiesta de Le Scienze sulla qualità dell’acqua e poco è cambiato da allora. I dati Istat più recenti indicano che i consumi di acqua minerale continuano ad essere elevati: nel 2010 il 61,8% delle famiglie italiane ha acquistato acqua minerale con una spesa media mensile di 19.5 euro. Inoltre gli italiani continuano a non avere troppa fiducia nei confronti dell’acqua del rubinetto: il 30% delle famiglie nel 2011 ha al suo interno uno o più componenti che non la bevono perché non si fidano.

I dati Istat non indagano sulle ragioni della diffidenza, come fa invece l’EPAL (Empresa Portuguesa das Águas Livres, società per azioni a capitale pubblico, di proprietà al 100% di AdP- Águas de Portugal) che nel suo rapporto annuale sull’indice di soddisfazione del cliente riporta come motivi: qualità/sapore (59.1%); preferenza per altra acqua (25%), mancanza di fiducia (4,5%), problemi di salute (4.5%), altri motivi (6,8%). C’è da dire però che la percentuale di utenti EPAL che bevono acqua del rubinetto è del 83,1%, un valore molto lontano dalle percentuali italiane.

Sarebbe interessante anche per l’Italia un’analisi comparativa delle ragioni che spingono a bere l’acqua in bottiglia piuttosto che quella del rubinetto e l’incidenza  della scarsa/carente informazione sulla sua qualità. Lo studio Che cosa sappiamo dell’acqua che beviamo?, realizzato nel 2011 da Cittalia (fondazione Anci Ricerche) per conto di Coop Italia, dà un quadro di riferimento della disponibilità ed accessibilità dei dati sulla qualità dell’acqua presentati sui siti Internet di 184 gestori di acquedotti aderenti a Federutility e sui siti delle amministrazioni locali ai quali queste rimandano per la comunicazione al cittadino. Nella maggior parte dei casi analizzati le informazioni sulla qualità dell’acqua sono così limitate che i cittadini orientano le scelte di consumo sulla base di indicatori soggettivi (gusto, olfatto) piuttosto che sui dati relativi agli indicatori chimici e microbiologici. E Cernusco non fa eccezione.

Per contribuire a sanare questo deficit informativo il comitato Bene Comune Cernusco chiede da tempo a gestore locale ed amministrazione un protocollo procedurale condiviso regolativo dell’informazione sull’acqua distribuita dall’acquedotto locale (il piano per l’acqua). Tale esigenza è stata recepita ed è stato avviato nei mesi scorsi un confronto con CAP Holding ed amministrazione che ha portato alla definizione di un memorandum propositivo. Nell’ultimo incontro dello scorso 15 gennaio CAP Holding aveva presentato una proposta di lavoro, invitando le altre parti coinvolte a far pervenire osservazioni e rilievi entro il 30 gennaio.

Lo scorso 29 gennaio abbiamo inviato a CAP Holding ed amministrazione la nostra revisione della proposta: la Carta per l’acqua, un “quadro di azioni condiviso” dove ciascuna componente assume impegni definiti dalla funzione specifica che attiene all’ambito di appartenenza (istituzioni, gestore, cittadinanza), più vicino agli indirizzi concordati nel memorandum propositivo.

Nella Carta per l’acqua (e se la chiamassimo Carta di Cernusco?) abbiamo inserito i riferimenti valoriali all’acqua come bene comune ed al coinvolgimento delle comunità sull’informazione e gestione dei beni comuni. Fra le azioni positive da intraprendere, il monitoraggio della gestione del servizio idrico attraverso campagne di valutazione basate su indicatori della tipologia consumi idrici dei cittadini e del loro grado di soddisfazione negli confronti del servizio.

La proposta della Carta per l’acqua/Carta di Cernusco è partita dall’esigenza locale di sanare il deficit di informazione sull’acqua che è, però, un dato così comune a molti contesti da assumere valenza più generale, utile a coinvolgere realtà territorialmente più ampie. Con questo spirito ne abbiamo chiesto la valutazione alle associazioni del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua ed alle altre associazioni che si occupano di beni comuni.

Un nuovo anno di impegni

Abbiamo scritto poco sul nostro blog in questi ultimi tempi, ma la nostra attività non si è fermata, anzi sono stato realizzati alcuni passaggi molto importanti.

Il nostro comitato aveva raccolto il testimone del lavoro svolto per i referendum sull’acqua allargando il suo ambito di interesse ed attività ai beni comuni. Tale passaggio è stato formalizzato lo scorso 23 dicembre con la costituzione formale dell’associazione “Bene Comune Cernusco”.
Abbiamo sempre condiviso il pensiero di Norberto Bobbio per il quale le regole sono essenziali perché tutelano tutti e così noi per primi avevamo bisogno di avere un quadro di riferimento certo – anche se generale – e, soprattutto, un profilo identitario che ci connotasse come soggetto riconoscibile all’interno del vasto mondo delle associazioni.
Qui trovate i link ai nostri statuto ed atto costitutivo.

Il primo e significativo atto dell’associazione è stato la condivisione del documento “Costituzione …Bene Comune” sottoscritto da ACLI, ANPI ed ETICOMONDO di Cernusco che esprime preoccupazione per i tentativi di revisione costituzionale in corso.

L’altro impegno del comitato è legato alla richiesta di informazioni sulla qualità e quantità dell’acqua della rete idrica. Avete seguito i passaggi dei mesi scorsi che hanno evidenziato le criticità  su questo tema nel nostro comune: gli incontri con gli assessori al territorio Giordano Marchetti ed all’ecologia Ermanno Zacchetti non hanno portato a significative modifiche degli elementi informativi a disposizione dei cittadini, mentre le richieste contenute nella nostra proposta di delibera per il “Piano sull’Acqua” sono state fatte proprie dal sindaco Eugenio Comincini nella sua veste di vicepresidente del Comitato di indirizzo strategico di CAPHolding e proposte come linee guida per un protocollo condiviso, da estendere poi a tutti i comuni serviti da CAPHolding.
Si tratta di un passaggio molto importante teso ad istituire finalmente un flusso di comunicazioni fra istituzioni, gestore del servizio e cittadini  all’interno di quadro procedurale di azioni volte a garantire un’informazione puntuale sulla qualità dell’acqua.
A questo riguardo si è tenuto un primo incontro lo scorso 14 novembre con CAPHolding, il gestore che eroga il servizio e fa le analisi interne sulla qualità dell’acqua e l’amministrazione che è azionista di CAPHolding ed è l’interfaccia territoriale di riferimento rispetto alle esigenze di informazione della cittadinanza. Dall’incontro è scaturito un memorandum propositivo che evidenziava lo stato attuale dell’informazione sulla qualità dell’acqua, le criticità, le buone pratiche da mettere in atto per ciascun soggetto ed infine gli indirizzi per il futuro.
Il memorandum è stato la base di discussione di un documento proposto da CAPHolding nell’incontro di mercoledì 15 gennaio come accordo quadro sulla gestione dell’informazione relativa all’acqua della rete idrica. Si tratta di una proposta di lavoro da approfondire ed integrare (ci sono aspetti che a nostro avviso vanno ripensanti all’interno di un ottica valoriale – l’acqua non per caso è un bene comune), ma ci fa piacere che sia stato colto da CAPHolding il nesso culturale che lega la disponibilità di dati alla conoscenza.

E’ proprio Elinor Ostrom, premio Nobel per l’Economia che dice “La conoscenza deriva dalle informazioni, come le informazioni derivano dai dati” e speriamo che la citazione, che avevamo inserito nel nostro blog e ripresa da CAPHolding in testata del suo documento, sia sempre il riferimento cui tendere e non solo un auspicio.

Entro il prossimo 30 gennaio il comitato e l’amministrazione dovranno predisporre le proprie osservazioni in modo tale che si possa arrivare alla versione definitiva del documento all’interno del calendario delle manifestazioni collegate alla prossima giornata mondiale dell’acqua (22 marzo 2014).

COSTITUZIONE … BENE COMUNE

Le proposte di revisione costituzionale, che hanno impegnato le Camere, suscitano notevoli perplessità fra  costituzionalisti,  molte associazioni e cittadini.
Infatti, accanto a proposte ampiamente condivise dall’opinione pubblica, quali il superamento del bicameralismo perfetto,  la riduzione del numero dei parlamentari e l’abolizione delle Province, ve ne sono altre che mettono in discussione la forma stessa di Stato e di governo,  mettendo a rischio l’attuale impianto costituzionale.
Viene inoltre ritenuta illegittima o perlomeno inopportuna la deroga all’art. 138 che regola le modifiche costituzionali e il tempo eccessivamente accelerato che  l’esecutivo si è dato, indipendentemente dal buon esito delle proposte in oggetto. Anche questa ingerenza governativa è considerata un vulnus, essendo la revisione della Costituzione affidata al Parlamento.
Non siamo contrari a modifiche che aggiornino e migliorino la Costituzione, ma ci preoccupa molto che in silenzio si proceda a modifiche che ne snaturerebbero la sostanza, investendo tutta la seconda parte, che vanno inesorabilmente ad impattare negativamente con la prima.
Non capiamo il motivo per il quale non si seguano le regole dettate dalla Costituzione stessa per attuare riforme che non richiedono nessun procedimento speciale per essere approvate.
La recente sentenza della Corte Costituzionale che ha ritenuto illegittime alcune parti della legge elettorale, il cosiddetto “porcellum”, hanno di fatto   ridotto la “forza rappresentativa” delle Camere e la pressione delle associazioni e dell’opinione pubblica, hanno indotto l’esecutivo a non proseguire sulla strada della manipolazione dell’art. 18.
La difesa della Costituzione è innanzitutto la promozione di un’idea di società, divergente da quella di coloro che hanno operato finora tacitamente per svuotarla e, ora, operano per manometterla formalmente. […] Non è la difesa d’un passato che non può ritornare, ma un programma per un futuro da costruire in Italia e in Europa”.
Ci rivolgiamo ad un arco di forze il più vasto possibile e a tutti coloro che hanno a cuore la legge fondamentale degli Italiani, affinché proseguano la mobilitazione per impedire i propositi di ulteriori revisioni della Costituzione, non del tutto scongiurati nonostante i primi risultati che si sono raggiunti.
ACLI – ANPI  – ETICOMONDO – Comitato BENE COMUNE CERNUSCO
Cernusco sul Naviglio
dicembre 2013

dati, informazioni e conoscenza

elinor_ostrom

… «la conoscenza deriva dalle informazioni come le informazioni derivano dai dati»…

Ci piace riprendere questo concetto di Elinor Ostrom, la prima donna insignita del Premio Nobel per l’economia, acuta studiosa dei beni comuni e militante per la loro difesa, perché rende bene l’importanza della disponibilità dei dati.

Nel suo volume “La conoscenza come bene comune. Dalla teoria alla pratica”, a cura di E. Ostrom e di C. Hess, pubblicato da Bruno Mondadori nel 2009 si legge:

i dati sono frammenti di informazione allo stato grezzo, le informazioni sono costituite dall’organizzazione contestualizzata dei dati, e la conoscenza è l’assimilazione delle informazioni e la comprensione del modo in cui esse vanno utilizzate.

Usiamo il termine “conoscenza” per riferirci a tutte le forme di sapere conseguito attraverso l’esperienza o lo studio, sia esso espresso in forma di cultura locale, scientifica, erudita o in qualsiasi altra. Il concetto include anche le opere creative come per esempio la musica, le arti visive e il teatro. Alcuni ritengono che la conoscenza sia “dialettica”,
 nel senso che possiede una doppia “faccia”: in quanto merce e in quanto elemento fondante della società (Reichman e Franklin 1999; Braman 1989). Questa doppia funzionalità – come esigenza umana e come bene economico – è indizio immediato della natura complessa di questa risorsa. Acquisire e scoprire conoscenza è al contempo un processo sociale e un processo profondamente personale (Polanyi 1958).

Ancora: la conoscenza è cumulativa. Nel caso delle idee l’effetto cumulativo genera vantaggi per tutti nella misura in cui l’accesso a tale patrimonio sia aperto a tutti, ma sia quello dell’accesso sia quello della conservazione erano problemi seri già molto prima dell’avvento delle tecnologie digitali. Una quantità infinita di conoscenza attende di essere disvelata. La scoperta delle conoscenze future è un tesoro collettivo di cui dobbiamo rispondere di fronte alle generazioni che ci seguiranno. Ecco perché la sfida di quella attuale è tenere aperti i sentieri della scoperta.

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Abbiamo inviato a sei amministrazioni la richiesta per avere copia della relazione sul monitoraggio della qualità dell’acqua che la ASL MI2 invia annualmente a ciascun comune di sua competenza.
Ad oggi questi sono i risultati: Carugate ci ha risposto in 4 giorni, Bussero in 8 e Pioltello in 18; il 50% non ha ancora risposto. Noi aspettiamo e poi aggiorniamo le statistiche.
Restate connessi ;).

Prendiamo atto

Il primo incontro fra il Comitato Bene Comune Cernusco e Cap Holding per la redazione delle linee guida del Piano per l’acqua si terrà a Cernusco il prossimo giovedì 14 novembre.

E’ un momento importante, cui avevamo invitato gli assessori Giordano Marchetti e Ermanno Zacchetti, invito rimasto sinora senza risposta. Ne prendiamo atto.

Cogliamo l’occasione per ricordare che il nostro Piano per l’acqua, presentato nel maggio scorso all’attenzione del consiglio come proposta di delibera, era stata ripreso dal sindaco Comincini, nella sua veste di vice presidente del Comitato di indirizzo Strategico di Cap Holding, e proposto a quest’ultima come progetto per una migliore sensibilizzazione dei cittadini – ma anche le imprese, gli enti locali, le associazioni – sulla qualità dell’acqua del nostro territorio e sui vantaggi di una gestione pubblica improntata a criteri di efficienza, economicità e trasparenza.

A breve i risultati del nostro studio, che avremmo volentieri illustrato anche agli assessori Marchetti e Zacchetti. Il loro silenzio è più esplicito di qualsiasi parola.

PS: 13.11.2013 – 15.55
L’assessore Zacchetti ci ha comunicato la sua partecipazione all’incontro con CAP Holding. Lo ringraziamo e ne siamo contenti.

A chi chiedere informazioni sul procedimento?

Oggi sul sito del comune di Cernusco è stato pubblicato uno stralcio del resoconto annuale del monitoraggio realizzato dalla ASL MI2 sulla qualità dell’acqua dei pozzi di Cernusco. Si tratta solo di un estratto e non del testo integrale (la relazione completa la trovate qui), che viene pubblicato solo a seguito delle nostre ripetute richieste.

Lo stralcio non dà modo di conoscere il quadro complessivo della situazione della qualità dell’acqua di Cernusco che invece la relazione contiene. Insieme ad alcune indicazioni di richieste ed azioni che l’amministrazione dovrebbe attuare con AmiAcque il gestore del servizio.

Facciamo riferimento ad esempio:
per il 2012:

Eccezionalmente il gestore, anziché sottoporre l’acqua ad un trattamento per garantire il rispetto degli standard qualitativi stabiliti dall’Unione Europea, preferisce miscelarla con acqua di miglior qualità fornita da altri pozzi, così da abbassare la concentrazione di contaminante e quindi rimanere entro il limite di sicurezza normativo.
Questa operazione è consentita a condizione che non comporti rischi, che venga applicata prima dell’immissione  in rete e che garantisca una chiara efficacia.
Infatti l’obbiettivo che la ASL impone al gestore è sempre quello di cercare nuove soluzioni tecnologiche per abbattere la concentrazione del contaminante, evitando di accontentarsi della semplice diluizione, che può essere adottata come seconda scelta o in fase temporanea.

e per il 2011:

In riferimento alle numerose criticità qualitative già note e segnalate da tempo, e specificatamente all’inquinamento da Cromo, si chiede riscontro circa l’orientamento che verrà assunto riguardo all’individuazione di punti di emungimento più sicuri dal punto di vista sanitario, poichè di recente si sono verificati nuovi episodi di contaminazione della falda acquifera che vanno ad aggiungersi a quelli “storicamente” presenti sul territorio (vedi chiusura pozzo Carrefour di Carugate – luglio 2011, ubicato idrogeologicamente a monte del Comune di Cernusco sul Naviglio).
Si rammenta che in passato venne ipotizzata, in accordo con l’ente gestore, la valutazione di fonti alternative di approvvigionamento, fra le quali la cosiddetta “Fabbrica dell’Acqua” di Pozzuolo Martesana, in esercizio dal 2008.

E’ di tutta evidenza che è importante conoscere i valori degli inquinanti monitorati nei pozzi sentinella, ma soprattutto le valutazioni che ASL fa rispetto alla qualità dell’acqua ed alla tutela della salute pubblica. A questo riguardo non pubblicare tutta la relazione evidenzia tratti omissivi di cui vorremmo chiedere conto al responsabile del procedimento, vale a dire a chi ha la responsabilità dei documenti pubblicati. Chi sia non è facile da capire perché il comune di Cernusco non riporta sul suo sito i responsabili dei procedimenti, come invece dovrebbe fare.

Qui sotto trovate la schermata del sito del comune relativa al servizio ecologia: il nome del responsabile non è indicato.

serv_ecologia
Solo con un passaggio indiretto si può arrivare alla sezione “Trasparenza e merito”, aprire l’elenco dei dirigenti del comune, quindi selezionare “direttore area tecnica”, leggere tutto il curriculum ed arrivare alle mansioni svolte per il comune di Cernusco fra le quali: “Tutela dell’ambiente, coordinamento con Enti preposti per controllo e presidio delle alterazioni della qualità dell’aria, acque, suolo, nonché degli scarichi di attività produttive ed attività estrattive”. Un percorso non proprio agevole né immediato.

Abbiamo richiesto che vengano evidenziati con chiarezza i responsabili dei diversi uffici, sia attraverso una segnalazione all’URP che all’assessore che doverebbe occuparsi del sito del comune. I tempi di risposta sono un importante elemento per valutare una buona amministrazione.

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