Autore: Bene Comune Cernusco (Pagina 13 di 21)

Cominciamo dall’acqua

Entrano oggi in vigore le modifiche al decreto sulla qualita’ delle acque che hanno introdotto il limite di concentrazione massima per il Cromo esavalente nell’acqua dei nostri acquedotti: sinora il limite normativo faceva riferimento al Cromo totale (50 µg/l), da oggi occorrerà valutare anche il Cromo esavalente, elemento cancerogeno e che costituisce gran parte del Cromo totale presente nelle acqua.

Quando i valori di tale elemento superano la concentrazione di 10 µg/l, come accade per molti dei pozzi di Cernusco, occorre effettuare la valutazione anche del Cromo esavalente i cui limiti massimi sono fissati in 10 µg/l, valore al di sopra del quale occorre la caratterizzazione del sito e l’analisi del rischio,

Avevamo già segnalato come nell’acqua di Cernusco si rilevi da tempo una concentrazione elevata di Cromo, specie per i pozzi della zona Ovest della città, con valori medi spesso molto vicini ai limiti normativi e che neppure i trattamenti riuscivano ad abbattere. I pozzi di Melghera e Vespucci  dal 2015 non risultano più attivi, secondo le informazioni fornite dalla ASL (ora ATS) che verifica la qualità dell’acqua fornita dal gestore del servizio. E proprio il mese scorso si sono conclusi i lavori di adeguamento degli impianti di filtraggio e trattamento dei pozzi di via Buonarroti e via Verdi.

I dati sulla qualità dell’acqua di Cernusco, per il Cromo in particolare, si fermano al 2015, quelli del 2016 non sono ancora disponibili e, comunque, arrivano solo dalla ATS dal momento che CAP Holding pubblica solo quelli dell’etichetta dell’acqua che non comprendono il cromo, sebbene negli anni scorsi si fosse impegnata, sottoscrivendo  Carta d’intenti dell’acqua promossa dal nostro comitato, a rendere disponibili un maggior numero di indicatori.

Il comitato Bene Comune Cernusco chiede che fra i primi atti dell’Amministrazione che andrà ad insediarsi il prossimo 17 luglio sia inserita l’informazione sulla qualità dell’acqua della nostra città rendendo noti i valori relativi alle concentrazioni di Cromo (totale ed esavalente) e degli altri inquinanti presenti nell’acqua dei pozzi di Cernusco. Tali informazioni vanno richieste al gestore del servizio, insieme alle indicazioni del numero dei pozzi attivi, degli impianti di trattamento e dei dati sull’efficienza del servizio.

Sarebbe un segnale di concreta attenzione  verso Acqua ed informazione, beni comuni essenziali che chi amministra è chiamato a tutelare.

 

 

 

 

Il sortilegio e le elezioni

Alla vigilia elettorale Cernusco si guarda allo specchio e l’immagine riflessa, a seconda dei candidati, diventa un racconto sospeso fra incanto, nostalgia e disincanto. Una città da cartolina, tutta verde, sport e concerti che rende felici (!) i cittadini  grazie alla sua grande bellezza attuale oppure una città dallo smalto perduto che va riconquistato per ristabilire la primazia nella Martesana (!).

Più banalmente e prosaicamente è una città che negli ultimi quindici anni ha visto un notevole incremento della popolazione (circa il 15% ) grazie ad un’espansione urbanistica andata a saturare le poche aree verdi rimaste libere. Cernusco è infatti l’approdo privilegiato di una domanda immobiliare che non può permettersi i prezzi della metropoli e quindi cerca nella sua periferia nuove costruzioni in un contesto urbanistico in parte preservato dall’espansione edilizia del secolo scorso. Le case costano meno che a Milano centro, sebbene molto di più che nel resto della periferia urbana, così interi quartieri sono stati costruiti là dove c’erano campi, in un crescendo di consumo di suolo e territorio e di problemi connessi ad un così rapido incremento della popolazione.

A cominciare dalla gestione dei servizi di interesse collettivo, come la raccolta dei rifiuti – ripensata da un anno a questa parte con l’introduzione del sacco rosso (falsamente) tracciabile – che non prevede forme di aiuto per quelle famiglie o situazioni che si trovano a dover smaltire molto più rifiuto indifferenziato a causa di pannoloni e pannolini per i quali non è previsto alcun ritiro dedicato come accade in molti altri comuni, più attenti e solidali con chi ha problemi. Così come non esistono forme di solidarietà fiscale della tariffa sui rifiuti destinate a chi è in difficoltà, né forme di attenzione per chi non può recarsi in piattaforma ecologica, né attivazione quelle misura di incentivazione della raccolta differenziata legate all’informazione  con il coinvolgimento delle scuole e  del civismo organizzato, all’adozione di incentivi per gli esercizi commerciali  per la riduzione e l’uso di imballaggi a minor impatto,  la creazione  di aree di vendita dei prodotti sfusi, la promozione di  prodotti  più sostenibili (lettiere ecologiche, pannolini riciclabili) , sino all’importante centro del riuso.  Nulla di tutto ciò è stato messo in atto e per di più  l’assoluto rifiuto di dialogo ha prodotto un  vero e proprio corto circuito con la cittadinanza: se da una parte con il sacco rosso la raccolta differenziata è arrivata all’85%, dall’altra c’è stato un peggioramento della qualità del multipack e del decoro complessivo della città per i numerosi abbandoni di rifiuti .  E neppure un bilancio  dell’andamento vero si può fare per i dati farlocchi che vengono forniti ai cittadini.

Eppure un osservatorio sui rifiuti, strumento che come comitato Bene Comune Cernusco avevamo proposto sin dall’inizio del sacco rosso, sarebbe molto utile, soprattutto per effettuare verifiche di efficacia del servizio e conciliazione  delle parti in gioco.

Nella bella perla della Martesana  (cit.) si respira però un’aria cattiva (le concentrazioni di polveri sottili sono elevate e nel periodo invernale sempre a livelli fuori dai limiti) e si beve acqua che presenta concentrazioni elevate – sebbene nei limiti, ma ancora per poco – di Cromo. Eppure l’entità di tali inquinamenti per Cernusco non è un dato disponibile perché non ci sono stazioni di rilevamento della qualità dell’aria e per l’acqua i dati degli inquinanti dei pozzi non sono disponibili.

Così come non è noto l’indice di consumo di suolo, indicatore fondamentale per capire come è cresciuta la  città e verso quale modello  di sviluppo intenda andare. Sino a cinque anni fa era circa il 30 % del territorio ma, fra l’avanzare delle case costruite e delle aree di escavazione, la percentuale  di suolo libero oggi sarà notevolmente più bassa, senza che questo rientri  fra gli elementi di allarme ed induca ad adottare piani di blocco del consumo del suolo entro tempi definiti .

A questo riguardo è emblematica la volontà da parte dell’amministrazione di vendere di una porzione del parco degli aironi ad un fondo immobiliare con sede in Olanda per consentirgli di ampliare il centro commerciale Carosello. Il comitato Bene Comune Cernusco  è sempre stato contrario a tale operazione che trasforma un bene comune con funzione sociale di parco in una merce, ne ha ribadito la sua contrarietà dopo che l’atto d’indirizzo è stato riproposto nel gennaio scorso in consiglio comunale e la ribadisce oggi, alla vigilia elettorale.

I cittadini hanno poche occasioni per far sentire la loro voce,  le elezioni sono una di queste,  e con il voto  di oggi possono disegnare il futuro di Cernusco. E’ bene ricordare che  il parco degli Aironi è stato lasciato in abbandono ed ora si spaccia l’intervento del privato come una panacea grazie al ripristino ambientale del parco di cui si farebbe carico e per i benefici economici dell’operazione (sette milioni di euro). Si tratta al contrario di urbanistica contrattata volta a far cassa (Cernusco non ne avrebbe neppure bisogno, non è un comune in dissesto, anzi) e a favorire interessi di privati.

Il ritiro dell’atto di indirizzo ed il rigetto dell’accordo di programma sull’ampliamento del centro commerciale Carosello sono pertanto condizioni essenziali per la tutela del bene comune della città, sia in relazione ai beni materiali (suolo, territorio, aria) che immateriali (aspetti compensativi ed etici).

Dalla trappola che vuole la città, a partire dal parco degli Aironi, trasformata in un divertificio si può uscire: la città non è più quella di un tempo, le sue radici rurali sono ormai quasi perdute ed è avviata verso  un processo di  progressiva gentrification.  Così non è con la patetica  e stucchevole forzatura del recupero di un lontano ricordo letterario trasformato in gastronomico che si recupera il passato, ma con l’attenzione e la cura per le sue testimonianze. Guardate a come sono ridotte oggi le cascine di Cernusco, tutte assediate da nuove costruzioni e nuove strade senza alcuna fascia di rispetto, mentre si sprecano iniziative e progetti per il divertimento.

La cancellazione delle testimonianze del passato e l’alienazione del patrimonio comune privavano le comunità del loro senso collettivo. E’ oggi l’occasione per rompere  il sortilegio .

 

Elezioni e beni comuni: un anno di ecuo sacco


Il punto più basso delle relazioni fra cittadini ed amministrazione.

L’assemblea del 17 maggio dello scorso anno. Convocata per presentare ai cernuschesi le nuove modalità di raccolta differenziata a sole due settimane dall’entrata in vigore.

Sindaco ed assessore all’ecologia hanno illustrato il sacco rosso, pomposamente e falsamente chiamato ecuo, attraverso la presentazione di un dossier basato su dati forniti dal gestore del servizio, poi rivelatisi inesatti.

Mai si era visto il comandante dei vigili tenuto in piedi ai margini del tavolo dei relatori – immagine più esplicita di qualsiasi parola – come se si temesse la sollevazione popolare. Che non c’è stata. Dai cittadini sono arrivate invece richieste di chiarimenti e segnalazioni di criticità. Tutte respinte con sussiego, a partire  dalla notazione sulla mancanza dei dispositivi amministrativi a copertura del servizio, emessi poi in tutta fretta per rimediare. Per di più con una relazione tecnica di corredo copiata da quella usata per l’analogo provvedimento del comune di Brugherio dell’anno precedente.

La riduzione del numero di raccolte, la riperimetrazione delle zone, l’introduzione del sacco rosso (blu per le utenze non domestiche) per i rifiuti indifferenziati, le ore di coda per il ritiro presso gli sportelli comunali dei sacchi rossi contingentati  sono state spacciate per sperimentazione verso la tariffa puntuale.  E l’unico momento di confronto con i cernuschesi è stato usato come occasione di propaganda e promozione dell’attività del nuovo gestore del servizio di igiene urbana, piuttosto che momento di ascolto e ricezione delle esigenze dei cittadini.

Ad un anno di distanza nulla è stato fatto da parte dell’amministrazione per rimediare a quella profonda frattura segnata dall’assemblea dello scorso 17 maggio. Al contrario i cittadini cernuschesi, nonostante l’irrisione cui sono stati sottoposti dal presidente di CEM Ambiente, non hanno attuato la temuta sollevazione ma hanno incrementato la raccolta differenziata.

Anzi c’è una cosa che è stata fatta: la tassa sui rifiuti quest’anno ha subito una diminuzione di circa il 10% dovuta proprio ai minori costi del servizio di igiene urbana legati alla maggiore quantità di rifiuti differenziati.

Nessuna delle misura di solidarietà avanzate nell’assemblea del 17 maggio e segnalate in questi mesi è stata adottata:

  • pannolini, pannolini e presidi sanitari vanno conferiti nel sacco rosso e si poteva prevedere una raccolta dedicata, come accade in molti altri comuni;
  • punti di raccolta cittadini per alcune tipologie di rifiuto (ad es. olio vegetale, sughero) per facilitare quei cittadini che non possono recarsi in auto alla piattaforma ecologica;
  •  promozione azioni positive volte alla riduzione degli imballaggi da parte degli esercizi commerciali del territorio con meccanismi premiali per l’introduzione di aree per la distribuzione dei prodotti alla spina, la predisposizione di raccolta di alcune tipologie di rifiuti, per l’utilizzo di imballi e la vendita di prodotti (tipo lettiere per gatti) a maggiore sostenibilità ambientale;
  • riduzione della quota variabile per chi usa la compostiera;
  • riduzione/abolizione della tariffa per alcune categorie in difficoltà;
  •  incentivi per l’adeguamento dei locali condominiali adibiti allo stoccaggio dei rifiuti per quegli immobili che ne sono privi;
  • incremento dell’orario di apertura della piattaforma ecologica.

In molti avrebbero preferito spendere qualche euro in più pur di avere questi servizi garantiti a chi ne ha bisogno.

E’ inoltre mancata una visione complessiva – un vero e proprio “piano per i rifiuti” – utile a costruire sinergia fra cittadini ed istituzioni, attraverso processi coordinati fra assessorati:

  • assessore al bilancio per una valutazione delle priorità e compatibilità economiche dei servizi solidali proposti
  • assessore all’istruzione per la collaborazione con le scuole di programmi di informazione e divulgazione;
  • assessore al commercio per la promozione delle azioni positive;
  • assessore all’urbanista per gli adeguamenti edilizi
  • assessore ai servizi sociali per le situazioni di difficoltà
  • assessore all’ecologia per la verifica ed il controllo del gestore del servizio
  • sindaco per il coordinamento complessivo.

Tutto questo è mancato, come è mancato l’osservatorio sui rifiuti, che avevamo subito proposto lo scorso anno in modo da avere il quadro davvero oggettivo dell’andamento del servizio.

Come pure sono mancati i riscontri alle indicazioni sui dati della raccolta differenziata forniti al comune dal gestore. Neppure di fronte alle evidenti discrepanze di tali dati rispetto a quelli regionali dell’ARPA, dimostrate dalle analisi puntuali condotte da alcuni cittadini e soci del nostro comitato, l’amministrazione non ha voluto fare chiarezza e rispondere alle sollecitazioni.

La gestione dei rifiuti è un affare da milioni di euro, che coinvolge il benessere e la salute dei cittadini. Solo una gestione del servizio attenta, efficace, solidale e trasparente ne garantisce il buon funzionamento. Anche di questo occorre tener conto nel valutare chi sceglieremo per amministrare la città nei prossimi anni.

 

Elezioni e beni comuni: i dati sul Cromo che non abbiamo


Le analisi della ASL riportano solo i valori di Cromo totale, non sono disponibili i valori del CromoVI. Ma  poiché “nell’acqua degli acquedotti la concentrazione di Cr totale è normalmente uguale o di poco superiore alla concentrazione di Cr (VI)”, ne risulterebbe che a partire dal prossimo 17 luglio tutti i pozzi di Cernusco, eccetto quello di Cascina Ronco (codice pozzo 015 070 0 179), presenterebbero concentrazioni fuori soglia.

I candidati sindaco hanno l’occasione per dimostrare la loro vera attenzione per l’ambiente e salute dei cittadini:  dal momento che le “fonti di approvvigionamento di Cernusco sul Naviglio continuano ad essere interessate da importanti fenomeni di contaminazione chimica di diversa origine (cromo, pentametilentetrazolo, composti organoalogenati, nitrati)” è importante chiedere al gestore del servizio l’utilizzo di tecnologie di decontaminazione ed abbattimento , come indicato pure dalla ATS, per ridurre ulteriormente le concentrazioni presenti.

Inoltre devono chiedere che siano resi pubblici e disponibili i dati relativi a tali inquinanti.

Solo così  dimostreranno la loro attenzione per l’acqua e la  trasparenza.

 

Elezioni e beni comuni: acqua

15 luglio 2017. Segnatevi questa data, perché molti dei pozzi dell’acquedotto di Cernusco saranno fuori norma perché presentano valori troppo elevati di Cromo esavalente.

Il 15 luglio entreranno in vigore le modifiche al decreto sulla qualita’ delle acque destinate al consumo umano che prevedono una concentrazione massima di Cromo esavalente, elemento cancerogeno e che costituisce gran parte del Cromo totale presente nelle acqua, 5 µg/l per il Cromo+6, valore al di sopra del quale occorre la
caratterizzazione del sito e l’analisi del rischio. Rimane il limite di 50 µg/l per il Cromo totale, ma si introduce un valore di parametro provvisorio per il Cr(VI) di 10µg/l, in applicazione del principio di precauzione.

Con questi valori di riferimento molti dei pozzi di Cernusco saranno fuori norma, poiché sono interessati da valori di Cromo molto elevato, derivato da una contaminazione dell’acquifero risalente a molti anni fa e che continua ad avere effetti inquinanti. I pozzi di via Vespucci e Melghera sono stati chiusi nel 2015, proprio perché i valori di questo elemento erano sempre molto vicini ai limiti consentiti.

Media ponderata pozzi Cernusco – 2015

I dati relativi al 2016 non sono ancora disponibili e, come abbiamo sottolineato della precedente puntata sulla trasparenza, dovrebbe essere obiettivo dei candidati sindaco preoccuparsi della qualità dell’acqua di Cernusco e garantire la trasparenza e disponibilità dei dati.

Garantire una buona qualità dell’acqua compete al gestore del servizio, la ATS (exASL) deve fare i controlli, ma all’amministrazione compete informare i cittadini su quale sarà la situazione fra due mesi, quali saranno i pozzi che verranno chiusi o quali interventi di abbattimento degli inquinanti verranno adottati dal gestore per garantirne che rientrino nei limiti di 5 µg/l  per il Cromo, da dove arriverà l’acqua eventualmente immessa da altri comuni.

I/le candidati/e sindaco che tipo di interventi intendono adottare perché il 17 luglio la situazione sia sotto controllo ed i cittadini abbiano a disposizione i dati di verifica sulla qualità dell’acqua?

 

2- continua

Elezioni e beni comuni: 1a parte – suolo e territorio

Il bilancio sui beni comuni

L’immagine con cui viene presentata Cernusco è quella di una città verde e ricca di servizi, ma se solo si prova a fare un bilancio in relazione ai beni comuni, diventa in realtà più opaca.

Trasparenza

Per fare un bilancio serio, non basato su percezione o propaganda, occorrono dati, vale a dire termini certi di riferimento per la situazione attuale da comparare con quella del passato.

Uno dei principali problemi infatti è costituito dalla difficoltà a reperire i dati, specie quelli legati alla qualità ambientale, in modo che sia possibile valutarli nella loro evoluzione temporale.

Il tema è quindi quello più generale della trasparenza, un bene immateriale  cui deve ispirarsi chi intende amministrare nel segno della buona politica. L’accesso ai dati sulla qualità dell’ambiente e del territorio è quindi condizione essenziale perché si possa sviluppare la conoscenza dei problemi. Pensiamo che un cittadino informato e consapevole svolga un ruolo essenziale per la sua comunità e l’amministrazione dovrebbe essere sua alleata nel percorso di formazione della conoscenza.

Su questo tema la strada da percorrere è ancora molta, perché la quantità e la qualità dei dati resi disponibili in rete dall’amministrazione è ancora troppo piccola ed esile, laddove dovrebbe essere elemento preliminare di confronto con la cittadinanza.

 

Gli elementi alla base della valutazione di ambiente e territorio riguardano la qualità dell’aria, dell’acqua e del consumo di suolo. Partiamo proprio da quest’ultimo.

Suolo

Solo il 30% percento del territorio comunale è rimasto libero da costruzioni, infrastrutture o cave, ma si tratta di un dato del 2012  di cui non è disponibile l’aggiornamento. Negli ultimi cinque anni, nonostante la crisi abbia coinvolto pure il settore edilizio, si è continuato a costruire da parte dei privati, ma anche l’edilizia pubblica ha fatto la sua parte con il nuovo polo scolastico.

Tutti elementi dei quali non conosciamo che incidenza abbiano avuto sulla percentuale di consumo di suolo (vedi alla voce trasparenza del precedente capitolo). Segnaliamo che la Valutazione Ambientale Strategica del Piano di Governo del Territorio prescriveva la valutazione dell’andamento temporale del consumo di suolo, elemento invece del tutto disatteso.

Un’amministrazione davvero attenta all’ambiente deve porsi in un’ottica conservativa rispetto al consumo di suolo: a Cernusco ormai le aree verdi o agricole che dovrebbero svolgere la funzione di corridoio ecologico fra un comune e l’altro, fra un tessuto urbano e l’altro, si sono ridotte sempre più, a causa dalle nuove urbanizzazioni realizzate dai privati ma pure dalla pubblica amministrazione (vedi nuovi insediamenti scolastici) e dalle cave che continuano la loro l’attività estrattiva per milioni di metri cubi di materiale.

E’ quindi giunto ora il momento di fare un atto coraggioso: Cernusco può porre fine al consumo del suo territorio scegliendo di conservarlo per le generazioni che verranno.

In quest’ottica è quindi davvero dissennata la scelta di voler addirittura vendere una parte del parco degli Aironi ad un operatore privato per consentire l’ampliamento del centro commerciale Carosello. Dell’operazione da parte dell’amministrazione si minimizza l’impatto (cessione di “mezzo campo di calcio”) a fronte dei benefici in termini economici (circa sette milioni di euro) ed occupazionali (320 di posti di lavoro), ma non c’è alcun accenno agli aspetti critici: la cessione dell’area degli Aironi significa trasformare in una merce una parte di patrimonio indisponibile che ha, per di più, funzione sociale di parco. L’operazione è un esempio di urbanistica contrattata: attraverso la compensazione ambientale richiesta per i 5000 mq consumati si introducono elementi impropri di discrezionalità da parte dell’amministrazione a causa dell’individuazione delle aree oggetto della transazione e di opacità in relazione alle plusvalenze che derivano dalla triangolazione per la cessione delle aeree che si realizza attraverso un soggetto terzo. Ricordiamo inoltre che le aree sono già agricole e quindi non ci sarebbe alcun incremento di superfici verdi a favore dell’amministrazione.

Il progetto prevede un ampliamento delle superfici di vendita per 28.000 mq proprio per incrementare il numero di clienti (già dell’ordine di decine di migliaia al giorno) con un conseguente aumento di traffico veicolare su una viabilità che è ormai al collasso, con tutti i problemi correlati all’inquinamento.

C’è poi un aspetto del tutto sottaciuto legato all’intraprendere da parte del Comune una trattativa con un soggetto costituito da un fondo di investimento immobiliare con sede legale in Olanda, ove vige un regime fiscale agevolato per le società*. Non appare eticamente appropriato che un soggetto pubblico faccia affari con un soggetto privato che utilizza in modo opportunistico il regime fiscalmente più favorevole di un altro paese.

L’amministrazione di Cernusco pone l’accento sulla necessità di partecipare al tavolo della trattativa sull’ampliamento che, realizzandosi in gran parte sul territorio di Carugate, vede questo comune come capofila dell’accordo di programma. Ma il tema è proprio quello dell’inopportunità di sedersi ad un tavolo con un interlocutore che ha stabilito la sua sede fiscale in Olanda per non pagare le tasse.

Il ritiro dell’atto di indirizzo ed il blocco dell’accordo di programma sull’ampliamento del centro commerciale Carosello sono pertanto condizioni essenziali per la tutela del bene comune della città, sia in relazione ai beni materiali (suolo, territorio, aria) che immateriali (aspetti compensativi ed etici).

continua

  • “As a Dutch fiscal investment institution, Eurocommercial is zero rated for corporate income tax”, da Eurocommercial Factsheet

Tangenzialina: una storia tutta sbagliata

Presentazione(*) da scaricare: TANGENZIALINA&C

Una tangenziale serve a dirottare il transito degli autoveicoli fuori dalle zone urbanizzate, può avere due o più corsie per ogni senso di marcia, oppure una sola corsia, come accade a Cernusco, dove il diminutivo tangenzialina indica la strada che alla fine degli anni ottanta venne costruita per creare un collegamento Nord-Sud della città evitando centro abitato. Così vennero usati i campi sul margine orientale e piano piano intorno a quel nastro di asfalto si sono sviluppate nel tempo prima le case e poi la viabilità annessa. Il vecchio vincolo che prevedeva una fascia di rispetto di 100 (cento!) metri venne presto messo da parte ed oggi i risultati sono quelli che avete visto nella presentazione, dove persino la nuova scuola è stata costruita in quello che è uno dei poli di espansione edilizia e viabilistica.

Così per difendersi dagli effetti nefasti del traffico (ci passano migliaia di auto al giorno) sono state realizzate a ridosso delle costruzioni dei rilevati con terra di riporto con funzione di barriera acustica che costituiscono un impedimento strutturale che restringe l’orizzonte di chi abita ai piani bassi delle costruzioni retrostanti. Chi abita lì, vive in trincea.

“É una storia di periferia, è una storia un poco scontata, è una storia sbagliata”

La tangenzialina, così chiamata con lessico edulcorato come se usare il diminutivo ne azzerasse gli impatti, è stata una formidabile occasione di sviluppo urbanistico e consumo di suolo, in barba alle previsioni del PGT che tanto si possono cambiare ed assecondare alla volontà del governo di turno.

Anche il nuovo polo scolastico non fa eccezione: nonostante venga proposto come esempio di edilizia scolastica green, è stato costruito su terreni privati e non pubblici e soprattutto dentro quella che era la fascia di rispetto prevista per la tangenziale e così si ritrova anch’esso circondato da una montagna di terra più alta della scuola stessa e più larga dell’area a prato a disposizione dei bambini (vedi diapositiva 20 della presentazione).  E’ stato cancellato l’orizzonte: i bambini non potranno più vedere i profili del Monte Rosa, del Resegone, della Grigna e dei Corni di Canzo, ma avranno un il prato interno dove giocare.

Alle scelte sbagliate del passato si aggiungono gli errori del presente, scuola e rotonde comprese. Ma si è raggiunto il limite, è giunto il momento di porre un punto, occorre darsi regole più rispettose dell’ambiente e l’occasione delle prossime elezioni offre l’opportunità di valutare chi propone almeno un’inversione di rotta.

*presentazione a cura di Sergio Pozzi che ringraziamo 

 

 

 

 

« Articoli meno recenti Articoli più recenti »