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Osservazioni sulla convenzione al PLIS Est delle Cave

logoPLISridottoLa struttura del PLIS Est delle Cave riprende quella di molti altri PLIS, vale a dire ambiti territoriali appartenenti a diversi comuni ove i vincoli hanno valenza esclusivamente comunale perché legati al Piano di Governo del Territorio dei singoli Comuni e quindi sempre modificabili. Pertanto non aggiunge tutele, né amplia il regime dei vincoli ad un livello superiore, ma finisce per costituire una sovrastruttura solo formale fra i comuni aderenti cui vengono sommate altre funzioni regolate da una convenzione .

Un esempio emblematico è la figura del Direttore, individuato dalla convenzione nel funzionario dirigente della Gestione del Territorio del Comune Capo Convenzione (CCC) e non attraverso procedure autonome di selezione legate a competenze e merito. Né d’altra parte potrebbe essere altrimenti se non vengono assegnate al parco risorse dedicate. Tale figura non ha quindi autonomia, ma esercita funzioni di coordinamento e segreteria.
L’organo decisionale, secondo la convenzione, è il Comitato di Gestione, costituito dai sindaci dei comuni del PLIS (o loro delegati) e quindi di nuovo figure – in questo caso istituzionali – che sommano incarichi. I componenti il CdG dovrebbero, invece, essere scelte o designate tra persone particolarmente qualificate in materia di conservazione della natura e gestione delle aree protette.
Lo stesso obiettivo del parco volto alla “tutela paesistico-ambientale degli spazi aperti che si caratterizzano per l’attività di escavazione diventa un ossimoro se non si interviene con attività di ripristino delle aree degradate e si pone un limite al consumo di suolo dovuto all’estrazione. Laddove al momento gli unici interventi in programma sono quelli che verranno realizzati dai cavatori e solo perché obbligati dalle norme.
Un parco è efficace se alle funzioni di tutela e conservazione si aggiunge la componente identitaria delle comunità che vivono sul suo territorio. E’ quindi importante che si riconosca alle comunità dei comuni del parco capacità d’incidenza rispetto alle attività di programmazione e soprattutto funzioni di controllo.
A questo riguardo però il Forum Consultivo di partecipazione, unico organismo previsto dalla convenzione aperto alla cittadinanza, è privo di poteri, potendo esprimere solo pareri non vincolanti. Sarebbe, al contrario, l’ambito ideale per forme innovative di partecipazione, attraverso la sperimentazione di processi deliberativi su temi specifici. Non ultima la redazione dei regolamenti degli organismi del parco.
Altro tema è legato alla trasparenza: le sedute degli organismi non sono pubbliche (è prevista la possibilità di una seduta aperta congiunta Forum/CdG, ma soggetta ad autorizzazione), né sono disponibili i verbali delle sedute del Forum.
Infine, ma non ultima, la definizione di obiettivi rispetto ai quali si possano poi fare dei riscontri sullo stato di attuazione/realizzazione. Alcuni esempi: per ciascun comune l’obbligo di destinare almeno una percentuale definita di bilancio al PLIS; la riduzione, meglio, il limite del consumo di suolo sulle aree di PLIS.
Con risorse finalmente definite ed adeguate il parco potrebbe definire un programma di interventi ed primi investimenti dovranno riguardare la mappatura del parco in modo da rendere omogenei gli strumenti urbanistici presenti, oltre che individuare le aree private e quelle pubbliche rispetto alle quali deve essere prevalente l’interesse comune
Si tratta di obiettivi che l’attuale convenzione difficilmente potrà realizzare, proprio per la natura stessa del PLIS, che è un parco privo di soggettività propria. La stessa comunicazione fra i soggetti coinvolti è complicata, così come l’informazione verso l’esterno: dovrebbe essere istituito almeno un referente specifico per il parco cui potersi relazionare.

§§§

Schema di funzionamento del PLIS Est delle Cave secondo la convenzione regolativa fra i comuni:

COMUNE % di ripartizione quote comunali in funzione di popolazione/territorio/incidenza territoriale funzione della convenzione
BRUGHERIO 25,55% Gestione amministrativa, tecnica, vigilanza
CARUGATE 10,01%
CERNUSCO S/N 28,01%
COLOGNO M/SE 19,83%
VIMODRONE 16,60%
Totale 100,00%
Organismi Nominato da/formato da Funzioni  
Comitato di gestione Sindaci+direttore+dipendente UO che fa da segretario verbalizzante le riunioni Vedi art. 5 Riunione ogni tre mesi
Presidente Comitato di gestione Rappresentanza;

Convoca: comitato gestione – Forum

Durata 3 anni, a rotazione, rinnovabile 1 volta + altre
Direttore Dirigente UO gestione del territorio del CCC Vedi art. 7

Convoca comitato tecnico

Prende atto del verbale del comitato di gestione

Partecipa alle riunioni del Forum

Comitato tecnico sindaco di ciascun comune Vedi art. 8 Pareri obbligatori non vincolanti su: pianificazione, bilancio, relazione e rendiconti annuali

– riunioni periodiche presso il CCC

Forum composizione mista Vedi art. 9 Pareri obbligatori non vincolanti su:

-bilancio, relazione e rendiconti annuali

– pianificazione, programmazione interventi

– regolamentazione uso

Formula proposte di promozione  e recupero ambientale del parco

Riunioni almeno 3 volta l’anno

 Per saperne di più sul PLIS:

Lo sfortunato caso del parco delle Cave

Il triste destino del PLIS delle Cave

Il triste destino del PLIS delle Cave

Intervento del comune di Cernusco - bosco del Fontanile e Lodi Intervento del comune di Cernusco – bosco del Fontanile e Lodi

Lo scorso 25 novembre 2015 si è tenuto presso la Sala Consiliare del Comune di Cernusco sul Naviglio il Comitato di Gestione ed il Forum Consultivo di partecipazione del PLIS EST delle Cave a cui hanno partecipato alcuni rappresentanti dell’amministrazioni coinvolte (Cernusco, Brugherio, Carugate, Vimodrone, Cologno) e delle associazioni interessate (Legambiente, WWF Martesana, Acea Onlus, Ass. Amici del parco medio Lambro, Ass. Bene Comune Cernusco). I punti principali all’ordine del giorno erano il bilancio di previsione  2016 e la rendicontazione delle spese ad oggi sostenute.
L’incontro era molto atteso in quanto il Forum Consultivo non era mai stato convocato sebbene siano passati sei anni dall’istituzione del parco e due dalla sottoscrizione della convenzione tra i comuni aderenti. Il Forum è costituito da rappresentati delle Associazioni ambientaliste, degli agricoltori e dei consiglieri comunali dei Comuni interessati; ha il compito di fornire pareri – anche se non vincolanti – sul bilancio di previsione e sulle scelte strategiche che gli enti locali intendono adottare per la sua valorizzazione.
Nella discussione le associazioni hanno rilevato le numerose omissioni con cui  è stato sinora gestito il PLIS: la mancata convocazione del Forum (dovrebbe riunirsi tre volte l’anno), la mancata nomina del Direttore del Parco e le scarse risorse messe a disposizione dai Comuni.
Sui primi due punti i rappresentanti dei comuni hanno fatto presente che è in fase di adozione la nuova Convenzione, già approvata da Cernusco, che permetterà finalmente di nominare il Direttore del Parco e rendere operativo il Forum. Per quanto riguarda la scarsità di fondi dedicati i Comuni hanno lamentato i tagli alla spesa pubblica degli ultimi anni, mentre per reperire risorse future sperano nel nuovo Piano Cave approvato dalla Regione e dall’ex Provincia che permetterà un’estensione delle cave esistenti e conseguentemente darà la possibilità di chiedere ai soggetti economici coinvolti alcuni interventi all’interno del Parco.
Nel corso della riunione è stato inoltre chiarito che per il Parco non c’è una programmazione condivisa degli interventi, ma i singoli comuni autonomamente decidono quanti e quali investimenti effettuare. Si veda a questo riguardo l’intervento di riqualificazione in corso in questi giorni del bosco del legionario/fontanile del comune di Cernusco (vedi foto sottoriportate), un progetto inserito nel programma pluriennale di investimenti del PLIS, ma realizzato dal solo comune di Cernusco attraverso fondi della Fondazione Cariplo che ha suscitato diverse polemiche.
Le numerosità criticità evidenziate nel corso dell’incontro (l’assenza del direttore, la totale inattività degli organi del PLIS, oltre che l’assenza di raccordo e programmazione degli investimenti fra i comuni) implicano uno svuotamento di fatto dei contenuti del PLIS, il cui unico scopo resta così limitato ad una generica tutela del territorio e salvaguardia dal consumo di suolo. Scopo nobile, ma che può essere raggiunto tramite il rispetto della normativa urbanistica esistente.
La speranza è che in futuro il PLIS ed il suo Forum possano prendere vita autonoma e diventino strumenti per valorizzare realmente il Parco delle Cave, ma per raggiungere tale obiettivo sarà necessaria una forte volontà politica che, al momento, non si intravede. Inoltre il vero paradosso è che la realizzazione degli interventi sia subordinata all’estensione del piano Cave, vale a dire che solo grazie ad un ulteriore consumo di suolo potremo avere una riqualificazione del parco che altrimenti verrebbe lasciato a sé stesso. Come dire che dobbiamo ringraziare i cavatori perché sono gli unici – perché costretti – che ripiantano qualche albero e mantengono i sentieri.

PS: per maggiori riferimenti sul PLIS – Lo sfortunato caso del parco delle cave.

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Ricominciamo dal suolo: note a margine

libro_pgt_cernusco2 Un libro da portare sotto braccio ai convegni e da tenere in bella evidenza sul tavolo. Ecco cosa resterà del Piano di Governo del Territorio  di Cernusco sul Naviglio.
Il bel libro sul PGT di Cernusco è infatti rimasto sul tavolo nell’incontro “Ricominciamo dal suolo” organizzato martedì 19 maggio dal nostro comitato Bene Comune Cernusco, insieme ad ACLI, ProLoco e WWF locali.

Il 2015 è l’anno del suolo e ci era sembrato importante proporre spunti di analisi e proposte su suolo e territorio proprio a Cernusco, città che con il suo PGT aveva scelto di ridurre la dissennata espansione urbanistica della città, ma che oggi è al centro del controverso progetto di espansione del centro commerciale Carosello a spese di un pezzo del parco degli Aironi.

Abbiamo così scelto di ripartire dai fondamentali – suolo e territorio, appunto – chiedendo a due docenti del Politecnico di Milano, Maria Agostina Cabiddu e Paolo Pileri – di aiutarci ad inquadrarli dal punto di vista della pianificazione ambientale e del diritto urbanistico, insieme ad un’interlocuzione con il sindaco di Cernusco Eugenio Comincini.

Il sindaco Comincini, nella sua presentazione, ha rivendicato la scelta di non aver voluto più considerare il suolo merce di scambio e di non usare più gli oneri di urbanizzazione per finanziare la spesa corrente, laddove la legge 12/2005 aveva istituzionalizzato l’urbanistica contrattata.

Per Paolo Pileri  (professore associato di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano ed autore di Che cosa c’è sotto, Altreconomia) occorre non solo fermare la cementificazione, ma arrivare ad un’idea di rispetto dell’ambiente e della città. Suolo in tedesco si dice boden che vuol dire corpo, perché è proprio ciò che dà corpo a tutto ciò che c’è sopra. Ricorda i dati impressionanti di consumo di suolo – 70 ettari di suolo l’anno, 8 metri quadrati di suolo fertile al secondo – a causa dell’edilizia e della nuova viabilità, specie autostradale. E tutto questo su una scala che non è in relazione alla grandezza dei comuni coinvolti, anzi spesso sono proprio i comuni più piccoli a consumare percentualmente più suolo. Suggerisce quindi Pileri di ridurre la frammentazione amministrativa e di ridisegnare le competenza sull’uso del suolo. Segnala inoltre come le proteste dei cittadini stiano diventando più “fini”: hanno capito che il suolo è in relazione con il paesaggio che frequento e quindi il consumo di suolo ci riguarda direttamente dal momento che il suolo non è una commodity ma un commons. Anche perché i danni derivanti dal consumo del suolo incidono pesantemente sulla spesa pubblica. La capacità di negoziazione dei comuni in Italia ha margini stretti, laddove ad esempio a ‎Berlino‬ gli oneri di urbanizzazione incidono per circa il 30% del valore commerciale dell’immobile, mentre a ‪‎Milano‬ dal 4 all’8%. Ma soprattutto occorre ricordare che il suolo perduto, è perduto per sempre.

Maria Agostina Cabiddu (professore ordinario di diritto pubblico al Politecnico di Milano ed autrice de Il Governo del territorio, Laterza), è meno ottimista sugli effetti regolativi di una legge urbanistica nazionale rispetto alla frammentazione amministrativa, poiché dal progetto di riforma urbanistica del 1962, voluto dal ministro Fiorentino Sullo e dichiarato parzialmente illegittimo, siamo passati ad una legge ponte che a distanza di più di cinquanta anni non è stata ancora riformata. Nel frattempo molte cose sono cambiate e, rispetto ai concentrati interessi immobiliari del tempo, oggi che le proprietà sono sicuramente più diffuse, ci sarebbe la possibilità concreta di una revisione.
Cabiddu sottolinea come il territorio sia una nozione aperta, non limitata al solo ambito giuridico: il legame che sentono le persone con il territorio non ce lo dice il diritto, ma è una nozione più ampia che si riferisce ad una nuova forma di rapporto fra l’individuo ed il contesto ambientale che lo circonda e nel quale svolge la sua attività. Tale legame identitario e fondamentale connota piuttosto il bene territoriale, che non è legato alle categorie tradizionali della proprietà, del possesso e del domicilio, ma fa riferimento ad una serie di interessi immateriali caratterizzati dall’essere e sentirsi partedi un contesto fisico. Se c’è un bene comune, questo è il territorio, dice Cabiddu, ed è un bene inclusivo, capace cioè di fondare uno spazio sociale, comunità della quale si è parte e nella quale ci si riconosce.
Il governo del territorio non è solo edilizia ed urbanistica, ma è un punto di vista superiore che deve far convivere interessi diversi e l’esigenza di equilibrio fra la protezione delle cose e lo sfruttamento delle stesse in vista del benessere e del progresso economico e civile della comunità, deve fare da cerniera fra il momento conservativo e quello promozionale.

Con queste premesse argomentative era chiaro che il convitato di pietra della discussione sarebbe subito venuto fuori: infatti gli interventi del pubblico hanno chiesto conto al sindaco della contraddizione fra il progetto di ampliamento del centro commerciale Carosello ed il percorso sin qui seguito; hanno sottolineato come la forma urbana dei nostri giorni sia il risultato di scelte del passato e che le scelte di oggi avranno ripercussioni su quelle di domani. Fra le scelte del passato e quelle di oggi, però, è cambiata la nostra consapevolezza del senso del limite (le risorse naturali sono limitate e non riproducibili) e soprattutto la consapevolezza dei diritti legati agli ambiti collettivi, a quei beni il cui valore è dato dalla funzione e dall’uso che assolvono (ad esempio un parco) piuttosto che al loro valore di mercato.

Il sindaco Comincini nelle sue repliche, tutte tese a ricordare quanto di buono sia stato fatto sino a questo momento rispetto alla conservazione del territorio grazie al PGT ed all’allargamento della perimetrazione del PLIS Est delle Cave, ha liquidato come minoritarie e quindi non meritevoli di considerazione le istanze contrarie al progetto. Sul progetto di ampliamento del Carosello ha fatto riferimento all’acquisizione dei terreni ora privati lungo l’asse della Martesana che verrebbero a far parte del costituendo PLIS della Martesana grazie alla compensazione ambientale che prevede la cessione di quattro mq per mq di superficie costruita. Quanto agli spazi di partecipazione, ci sono quelli consentiti dalle normative rispetto al PGT e, dal momento che hanno visto una limitata attenzione da parte della popolazione, non meritano di essere sviluppati.

Si tratta di affermazioni gravi che denotano una concezione autoritaria del potere, dal momento che nelle democrazie evolute si fa riferimento anche alla condizione non maggioritaria – come ricordano Bobbio e Pettit – quando occorre fare scelte dove sono in gioco i principi e gli strumenti regolativi – quale è il PGT – o che riguardano beni comuni – quale è il parco degli Aironi – poiché sono ambiti preliminari e fondativi (beni territoriali) la cui modifica ha bisogno di procedure più complesse perché sia sottratta all’arbitrio della maggioranza di turno.
Emerge pure la subordinazione degli interessi pubblici rispetto a quelli privati, dal momento che il parco degli Aironi viene considerato un asset morto (una sponda di cava, citazione testuale) e così trasformato in una merce, facendogli perdere il valore legato alla funzione pubblica di parco che aveva assunto nel corso del tempo. Le precarie condizioni in cui oggi versa sono la colpevole conseguenza dell’omessa tutela del bene pubblico da parte delle amministrazioni che hanno portato alla sottrazione di uno spazio pubblico alla comunità, sottrazione che l’intervento di ripristino a totale cura del privato aggraverebbe.
Quanto all’istituto della compensazione ambientale, è importante sottolinearne gli elementi di discrezionalità che comporta se non inquadrato – prima degli interventi – all’interno di una pianificazione degli obiettivi di consumo di suolo e valutato rispetto a precisi indici ambientali. In questo caso inoltre, si verrebbe a produrre anche una significativa plusvalenza per le aree richieste per la compensazione che verrebbero acquistate da terzi (come abbiamo già sottolineato qui e qui).
L’altro elemento grave è considerare il PLIS Est delle Cave poco più che un perimetro tracciato sulla carta, piuttosto che un’occasione di innovazione rispetto alle tematiche ambientali e di partecipazione.

Con tatto, ma con franchezza, i relatori Cabiddu e Pileri hanno rilevato come a Cernusco si sia aperta una crepa rispetto agli indirizzi del passato e come nel processo decisionale conti anche la sua apertura alla possibilità della contestazione (modale o legata alla contro valutazione) e non solo che l’origine storica della decisione sia in una qualche forma di consenso, sia pur maggioritario.

Noi pensiamo che la crepa sia in realtà una voragine.

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Ricominciamo dal suolo

locandina 19 maggio 2015_final 1Cernusco sul Naviglio è fra le prime venti città della provincia di Milano per consumo di suolo, una risorsa non rinnovabile ed in continuo esaurimento a causa dello sviluppo urbano, commerciale, industriale e viabilistico a spese delle aree agricole e boscate.

Il 2015 è l’anno internazionale del suolo e di suolo e territorio parleremo martedì 19 maggio con Paolo Pileri e Maria Agostina Cabiddu, docenti del Politecnico di Milano che si occupano da tempo di questi temi, perché ci aiutino a capire quali siano gli strumenti ed i criteri utili a conservare per le generazioni future questa risorsa che appartiene alle comunità. Alla discussione parteciperà anche Eugenio Comincini, sindaco di Cernusco e vicesindaco metropolitano.

 

Vi aspettiamo martedì 19 maggio 2015 alle 21, presso la sala conferenze della Vecchia Filanda, a Cernusco s/N in via Pietro da Cernusco 2.

L’ora della Terra nel parco degli Aironi

+++ULTIM’ORA+++ L’iniziativa è stata cancellata per “motivi tecnici” 

Anche Cernusco anzi, il suo parco degli Aironi, è coinvolta quest’anno ne L’ora della Terra, la grande mobilitazione globale nata come evento simbolico per per promuovere l’attenzione sui cambiamenti climatici.

Sabato 28 marzo dalle ore 20.30 alle 21.30 si spegneranno le luci in tutto il mondo in una catena di buio che avvolgerà la Terra dal Pacifico alle coste atlantiche.

Con l’Ora della Terra rimarranno al buio per un’ora monumenti, luoghi simbolo, sedi istituzionali, uffici, imprese e abitazioni private di tutto il mondo e centinaia di eventi e iniziative speciali sul web e nelle migliaia di città coinvolte.

Anche Cernusco si collega all’iniziativa mondiale con un evento al Parco degli Aironi organizzato dal WWF Cernusco, insieme alle ACLI ed alla ProLoco e con il patrocinio del comune di Cernusco.

L’appuntamento è quindi sabato alle 20.30 per una piccola notte bianca al parco degli Aironi con adulti e bambini. Portate con voi scarponcini ed una pila, insieme ad un vasetto di vetro di yogurt ed un cordicella. Ci saranno fate, maghi e gnomi che racconteranno a lume di candela come tutti insieme si possa fare qualcosa  per ridurre gli impatti dei cambiamenti climatici.

OKVOLANTINO EARTH HOUR con logo comune[2]

 

post modificato in data 27.03.2015

“Falla te la terra se sei buono!” – spettacolo teatrale sabato 24 gennaio

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Cosa ha da dire in sua difesa?”  Martino Scarpa, detto Tino è chiamato a difendersi dall’accusa di danneggiamento dei macchinari di una ditta che deve costruire un laghetto artificiale per la pesca sportiva. La sua arringa per spiegare un gesto che va contro la legge è in realtà una difesa della terra per ristabilire la verità dei fatti, la verità dell’uomo e del suo ambiente. Tino, come una moderna Antigone, infrange la legge in nome di una legge superiore volta a preservare diritti negati e a combattere i soprusi.

Il monologo di Tino costituisce la base dello spettacolo teatrale “CEMENTO, e l’eroica vendetta del letame” in scena sabato 24 gennaio alle ore 21.00, presso la Casa delle Arti di Cernusco Sul Naviglio, grazie al patrocinio del WWF Martesana.

A questa iniziativa ha aderito il comitato Bene Comune Cernusco, insieme alla Proloco  ed alle ACLI di Cernusco, perché il nostro ambiente, il territorio ed il suolo su cui viviamo, si configurano come beni fondamentali da tutelare contro le speculazioni ed il loro utilizzo dissennato.

Vi aspettiamo sabato alle 21.

(Lo spettacolo è interpretato da Giorgio Ganzerli, scritto e diretto da Massimo Donati e Alessandra Nocilla con la collaborazione di Giulia Detomati ed alla fisarmonica Carlo Ponta)

sabato #iostocongliaironi

Saironiabato 8 novembre 2014 primo appuntamento della campagna #iostocongliaironi del comitato Bene Comune Cernusco.

L’iniziativa nasce dall’esigenza di ridare identità a quel pezzo di territorio di Cernusco dimenticato che è il parco degli Aironi: era uno dei parchi cittadini ed ora è un nonluogo abbandonato, era un’occasione di riscatto da un passato di pesante sfruttamento (era una cava di sabbia e ghiaia) ed è stato lasciato in stato di abbandono.

Per incuria o per calcolo ora è oggetto di scambio all’interno del progetto di ampliamento del centro commerciale Carosello, perché su di esso si svilupperanno parte delle nuove superfici di vendita previste dal progetto, qualora venisse approvato.

Quasi nessuno a Cernusco sa dovi si trovi, non ci sono cartelli che ne segnalino l’esistenza e gli ingressi, eppure il portale del comune lo annovera come una delle emergenze turistiche del suo territorio.

Dal punto di vista ambientale, pur non presentando particolari emergenze naturalistiche, svolge una significativa funzione di “parco urbano”, vale a dire un ambito significativo per la “ricostruzione di ecosistemi di pregio e per la conservazione della flora lombarda” che nel corso degli anni hanno acquisito un discreto valore ecologico.

Nei confronti di questo pezzo di territorio che è patrimonio di tutti i cittadini di Cernusco sono stati disattesi gli obblighi di tutela e conservazione e, il fatto che ora sia un’area abbandonata, dovrebbe costituire l’occasione per l’amministrazione per rimediare alle omissioni del passato e non la giustificazione per sbarazzarsi di un’area che diventa funzionale alla trattativa in corso.

Per questo sabato #iostocongliaironi, perché come dice Papa Francesco “qualunque cosa che sia fragile, come l’ambiente, rimane indifesa rispetto agli interessi del mercato divinizzato, trasformati in regola assoluta”. E noi stiamo dalla parte dell’ambiente.

Sabato a Cernusco vi aspettiamo: flash mob #iostocongliaironi del comitato Bene Comune Cernusco

Il parco delle Cave (quello bello)

Parco delle Cave – Milano

Un esempio di come e cosa si può fare di un’area un tempo destinata all’escavazione e poi diventata parco pubblico. Si tratta del Parco delle cave di Milano: la sua vicenda richiama il parco Est delle Cave della provincia di Milano.

Parco delle Cave
Nell’ex area delle cave di Baggio, abbandonate negli anni ‘60, è stato realizzato, con il contributo di Italia Nostra, uno straordinario parco pubblico urbano con laghetti, percorsi, spazi agricoli e molti ambienti naturali. Il parco dal 2010 è gestito dal Comune di Milano.

Superficie: 1.350.000 m²
Anno di realizzazione: dagli anni ‘90
Progettisti: Gianluigi Reggio e Oge Lodola, Centro Forestazione Urbana di Italia Nostra con Carlo Masera, Marco Castiglioni, Alessandro Ferrari e Studio Platypus

Storia e Architettura: Fino al 1997, anno in cui il Comune di Milano ne affidò la gestione a Italia Nostra, l’area dove sorge il parco era una zona “off limits”, territorio di spaccio e di attività illecite. Il CFU – Centro Forestazione Urbana – di Italia Nostra, con l’aiuto delle associazioni presenti e di numerosi volontari, ha trasformato, con un lavoro durato quasi dieci anni, 122 ettari di territorio in un parco che è diventato sede di moltissime attività didattiche e di educazione ambientale, molto amato e frequentato dagli abitanti della zona e dai bambini. Il Parco delle Cave si inserisce in un sistema verde dell’Ovest milanese, nel quale si trovano – tutti all’interno del territorio del Parco Agricolo Sud di Milano – Boscoincittà, Parco di Trenno, il sistema del Parco del Deviatore, Parco dei Fontanili, Parco Calchi Taeggi e Parco Blu. La storia del luogo ha inizio negli anni ‘20 con l’attività estrattiva di ghiaia e inerti che interessava quattro cave (Cabassi, Casati, Ongari, Cerutti e Aurora) e che fu abbandonata alla fine degli anni ‘60 causando un progressivo degrado dell’intera zona che divenne anche una discarica abusiva negli anni ‘70. Il Piano regolatore del 1976, approvato quattro anni più tardi, stabilì la destinazione a parco pubblico dell’area; nel 1986 si costituì un Comitato per il Parco delle Cave, che riuniva diverse associazioni attive sul territorio. Il piano attuativo approvato nello stesso anno fu realizzato solo in minima parte a causa delle molte difficoltà incontrate, anche di tipo finanziario. A quell’epoca il Comune possedeva solo due aree, ciascuna della superficie di 20 ettari, una a nord e una a sud del parco. Nel 1997 si compie la svolta con l’affidamento dell’area al CFU di Italia Nostra per la realizzazione e la gestione del parco. Dopo cinque anni di lavoro si ottiene una sistemazione di base della maggior parte del sistema del verde e delle acque e la ristrutturazione definitiva delle due aree Caldera e Cabassi, che costituiscono l’ingresso rispettivamente da nord e da sud al parco. A seguito degli espropri il territorio del parco raggiunge successivamente i 135 ettari. Il progetto del CFU definiva un metodo operativo che prevedeva un piano per le opere urgenti con l’obiettivo primario di aprire all’uso pubblico buona parte dell’area senza aspettare la definitiva conclusione di tutte le opere. Il parco, inaugurato nel giugno del 2002 con una grande festa, oggi rappresenta un insieme di luoghi e paesaggi diversi, dove è possibile sia vivere esperienze di contatto con la natura sia giocare a calcio o a bocce. Gli elementi essenziali che caratterizzano il parco sono:
• i boschi e le zone arbustive, che si sviluppano lungo l’alveo di antichi fontanili, nelle zone dei cantieri abbandonati delle vecchie cave e nelle nuove piantagioni in corso di realizzazione;
•le acque dei laghi e dei corsi d’acqua in parte prosciugati e in corso di recupero;
•gli ampi spazi a tappeto erboso solcati da percorsi ciclabili e pedonali;
•una zona agricola tuttora attiva con l’antica Cascina “Linterno”;
•gli orti urbani che dalla originaria condizione degradata vengono progressivamente trasformati in piccoli giardini.

Flora: Principali specie arboree: robinia (Robinia pseudoacacia), acero campestre (Acer campestre), carpino bianco (Carpinus betulus), frassino (Fraxinus excelsior), pioppo (Populus spp), quercia (Quercus spp), salice (Salix spp).

Fauna: Il parco presenta un grande interesse faunistico per la presenza di anfibi, rettili e uccelli, grazie alla varietà di ambienti che offrono elevati standard naturalistici

Acqua e dintorni: I laghi, con una superficie di 29 ettari complessivi, caratterizzano il paesaggio del parco che, proprio nelle acque, ha un elemento di unicità nel panorama milanese.

FRUIZIONE
Coltura e Cultura
•Percorsi botanici: tra le numerose iniziative si segnalano visite e animazioni itineranti per scoprire la flora e fauna del parco.
•Orti urbani: sistema di 6 aree di orti urbani che sono stati trasformati in piccoli giardini

Benessere e sport
•Area giochi: uno spazio giochi per bimbi
•Correre nel parco: all’interno del parco è presente un percorso di 4 km
•Percorsi vita: presente un percorso vita
•Andare in bicicletta: numerosi percorsi ciclabili
•Campo bocce: 4 campi per il gioco delle bocce, con pavimentazione in erba sintetica
•Attività sportive: sono disponibili ampi spazi per attività sportive all’aperto, campi per il calcio, basket, campi bocce e percorsi equestri; tesserandosi presso le associazioni locali è possibile praticare la pesca nei laghi.

Attività e Eventi
•Attività educative: corsi di giardinaggio e orticoltura, passeggiate alla riscoperta delle lucciole, cantieri di lavoro volontario, “boschi del tempo libero” per la cura dei boschi e “fiori del tempo libero” per la valorizzazione delle fioriture di campo
•Eventi sportivi: gare di tiro con l’arco e di pesca
•Area pic-nic: al momento non esistono ancora aree attrezzate.

Pausa e caffè
•Chioschi e bar: non sono presenti strutture fisse ma saltuariamente chioschi mobili
Utilità e Servizi
•Area cani: 2 per una superficie di circa 10.000 m²; nel parco è possibile portare i cani al guinzaglio raccogliendo gli escrementi
•Sicurezza: Il parco è videosorvegliato dalla Polizia Locale, lungo i percorsi sono installate colonnine di SOS. Nel parco operano le Guardie Ecologiche Volontarie e i Rangers d’Italia
•Parcheggi: via Caldera, via Rossellini, via Cancano Milesi, via Fratelli di Dio, via Capri.

Info e gestione
Associazioni presenti: Sono presenti molte associazioni che promuovono numerose iniziative all’interno del parco; si segnalano: Associazione Unione Pescatori Cava Aurora, Associazione Shadow Archery Team, Associazione Pescatori Cava Cabassi, ASDV Il Bersagliere, Azienda Agricola Zamboni Franco, Associazione Amici Cascina Linterno.
Orario: il parco non è recintato e quindi è sempre accessibile
Indirizzo: via delle Forze Armate, via Fratelli Zoia, via Caldera
Come arrivare: via Caldera in bus con le linee 72-64 e con la linea interurbana 423 (Milano-Settimo Milanese); via delle Forze Armate in bus con linee 18-63-67 e con la linea interurbana 433 (Milano-Cornaredo).

dal sito istituzionale del comune di Milano

50.000 veicoli al giorno sull’anello Carugate/Carosello

rotonda carosello

Il punto più critico di tutta la rete stradale comunale è la grande rotatoria tra i centri commerciali e la tangenziale. Qui si concentrano oltre 50 mila veicoli al giorno, il nodo ha ormai superato la capacità teorica dell’intersezione stessa e basta molto poco per arrivare alla situazione di blocco del traffico. [Studi preliminari per un Piano della Mobilità sostenibile]

L’analisi sul traffico realizzata nel 2007 per conto del comune di Carugate è netta: Lo spazio e le risorse sono limitati, ma il problema del traffico in città è un problema grave. Le soluzioni tecniche esistono, ma occorrerà cambiare alcune abitudini, e si potrà fare solo con il consenso dei cittadìni. 

Dopo sette anni ed un ampliamento del centro commerciale Carosello nel 2008 i dati del traffico forniti nel corso del consiglio comunale di Cernusco del 28 luglio 2014 appaiono diversi da quei valori.

Diapositiva16Gli studi seri citano sempre riferimenti, tempi e metodi di analisi, elementi assenti nelle presentazioni del progetto di ampliamento ai cittadini.

D’altra parte l’area del comune di Cernusco s/N ricade nell’agglomerato di Milano per la qualità dell’aria dove il trasporto su strada è una delle principali fonti di inquinamento e contribuisce a circa un terzo delle emissioni di Co2 (28%), un quinto di quelle di COV (19%) e a buona parte delle emissioni di NOx (58%), Pm 10 e PM2,5 (52%) e CO (74%).

La regione Lombardia ha realizzato il Piano Regionale degli Interventi per la qualità dell’Aria (PRIA), uno strumento di politiche regionali integrate che si propone di raggiungere entro il 2020 gli obiettivi previsti dalla legislazione europea in materia di inquinamento atmosferico.

Tale piano prevede diverse attività, fra queste il PRMT (Programma Regionale della Mobilità e dei Trasporti): riduzione complessiva dei chilometri percorsi con il mezzo privato, sia per il trasporto di persone che delle merci, per favorire il riequilibrio modale verso forme di trasporto meno impattanti in termini di emissioni.

Difficile conciliare gli obiettivi del PRMT con il progetto di ampiamento del centro commerciale Carosello, una grande struttura di vendita raggiungibile quasi esclusivamente  con auto privata e posta alla periferia dei centri abitati.

L’aria che respiriamo non è buona: almeno non lo è in gran parte della nostra regione e dell’intera valle padana come pure in altre regioni italiane ed europee. E ciò rappresenta una minaccia per la nostra salute e il nostro ambiente.

Per poter valutare con piena consapevolezza i costi ed i benefici del progetto di ampliamento del Carosello occorre avere a disposizione dati aggiornati – e da fonti attendibili – sul traffico dell’area per poter valutare l’incidenza sulle emissioni di sostanze inquinanti. E quindi se questo progetto si concilia con le politiche atte alla loro  riduzione per la tutela della salute.

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