Categoria: Ambiente (Pagina 7 di 8)

Ecuo Sacco: più eco e (forse) più equo

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“Ridurre la quantità di rifiuti e sviluppare nel tempo una tariffa più equa”: è l’obiettivo dell’ecuo-sacco, il nuovo sistema di raccolta dei rifiuti indifferenziati che verrà adottato a Cernusco a partire dal prossimo 1 giugno.

La previsione di CEM Ambiente SpA – società a capitale pubblico che gestisce i servizi di igiene urbana di 49 Comuni dell’Est Milanese, costituita dai Comuni soci, insieme alle Province di Milano e Monza-Brianza – è di arrivare nel 2016 a produrre solo 3.396,28 tonnellate di rifiuto secco indifferenziato.

Purtroppo l’amministrazione non ha ancora reso noti i valori delle quantità di tale rifiuto gestite nel 2014 ed il 2015 dalla Cernusco Verde, elementi importanti che servono come base di valutazione per verificare l’efficacia della nuova modalità di raccolta.

andamento secco_cernuscoAl momento possiamo solo prendere come riferimento l’ultimo dato disponibile del 2013 con 4.708,96 tonnellate: significa una riduzione del 28%. L’assessore all’ecologia Ermanno Zacchetti è più ottimista: la riduzione a suo avviso sarà di più del 50%, tant’è vero che sulla base di questa previsione è stata ridotta nel contratto di servizio la cadenza di raccolta che passa da due volte la settimana ad una sola.

Si tratta di una variazione sensibile della frequenza del servizio di raccolta dei rifiuti indifferenziati (per l’umido rimane la cadenza bisettimanale) che dovrebbe avere ricadute sulla gestione collegata di tale rifiuto. Centrare l’obiettivo di dimezzare le tonnellate di secco dipenderà dalla “bravura” dei cittadini, secondo l’assessore che appunto fa appello al civismo ed alla buona volontà dei cernuschesi.

Introdurre comportamenti (più) virtuosi in senso ecologico non è mai semplice, né immediato, specie quando ci si rapporta con le comunità che tendono ad avere comportamenti conservatori delle abitudini precedenti e sono inclini al cambiamento solo a fronte di effettivi ed evidenti benefici oppure a causa di eventi che causano discontinuità forti (tipo calamità). Per questa ragione appare improvvido lo scarso tempismo – solo un mese prima dell’inizio della sperimentazione – con cui si è iniziata la distribuzione dei rotoli di ecuo-sacchi spettanti alle famiglie (circa uno ogni due settimane) e del tutto inadeguato per tempo e modi l’unico momento di confronto pubblico con la cittadinanza, convocato per il prossimo martedì 17 maggio.  A venti giorni dall’avvio del nuovo servizio pensare che un'”Assemblea pubblica informativa per la presentazione del progetto Ecuo Sacco” basti ad offrire le risposte a tutte le domande che in questi giorni circolano in rete è un’ingenuità oppure un modo calcolato per coprire l’assenza di coinvolgimento (sino a questo momento) della cittadinanza e delle associazioni che si occupano di ambiente e territorio in un progetto legato ad una buona pratica civica.

Ma c’è di più dietro la diffidenza sinora emersa dai commenti in rete: la nuova modalità di raccolta prelude (o preluderebbe), dopo la positiva sperimentazione, ad un servizio di gestione dei rifiuti meno oneroso per i cittadini, meglio, porterebbe a tariffe più eque rispetto alla tassa sui rifiuti.

costo_servizioNel 2013 a Cernusco la spesa per annua per abitante per il servizio di igiene urbana era di 126,83 euro, valore fra i più elevati rispetto a quelli analizzati in uno studio della SDA Bocconi usato come strumento di valutazione dell’adeguatezza del servizio. La CEM presenta un costo di 102,44 euro per abitante all’anno ed ha esposto una previsione per il 2016 di costi per il comune di Cernusco pari a 1.135.510 euro*.

Ma questi sono i grandi numeri cui speriamo si possa presto avere dei riscontri rispetto ai costi degli anni precedenti, ciò che invece ciascuna delle 16.400 utenze domestiche si aspetta è una riduzione effettiva della TARI a fronte di un comportamento virtuoso.

Perché quest’aspettativa non sia solo un’illusione è necessario che l’amministrazione faccia chiarezza rispetto agli obiettivi che si pone il progetto: ad esempio, a fronte di una riduzione del 25% del rifiuto secco entro il primo semestre di sperimentazione, ci sarà una riduzione della TARI del X%. Si può fare: l’ecuo sacco è infatti tracciabile grazie al un codice, inoltre sulla CEM card si potrebbero caricare le quantità di rifiuti selezionati (carta, vetro, plastica, compost**) e così si verrebbe a premiare chi ha comportamenti virtuosi.

Occorre cioè passare da: “se lo butti, ti multo” a “ti premio se mi porti rifiuti ben differenziati”.

Nello stesso tempo è necessario che venga istituito un osservatorio cittadino che valuti l’andamento del servizio, le sue criticità e l’operato del gestore. Tale ambito deve comprendere rappresentanti di tutte le parti coinvolte dal progetto, in primo luogo i cittadini,  l’ambito del civismo organizzato, gli amministratori dei condomini, il gestore del servizio, l’amministrazione e, soprattutto, figure di mediazione.

Senza queste premesse il prossimo anno ci ritroveremo, se va bene, le stesse tariffe, qualche multa, ecuo-sacchetti di plastica costosissimi e non sapremo mai se la nostra attenzione per la raccolta differenziata  sarà servita a far diminuire le quantità di indifferenziata.

*(fonte: TRATTAMENTO RIFIUTI ANNO 2016 – Allegato a relazione di Budget prot. 2446 del 19 novembre 2015)

**a proposito di compost: che fine ha fatto l’impegno del “conferimento gratuito ai privati che dispongono di spazi adeguati, di una compostiera da 300-400 litri” (vedi Cernusco Fuori dal comune – dic. 2015)?

il 17 aprile #iovotoSI

votoSI
Un referendum non nasce mai per caso, ma è risultato di un corto circuito della rappresentanza, in questo caso, aggravato per la prima volta da un conflitto di poteri da livelli di governo (Stato e regioni). Tutti parlano di territorio, però poi quando sulla testa delle comunità vengono decisi progetti ed attività, i cittadini non hanno più modo di intervenire. Invece è importante che anche a livello locale si possa contribuire a decidere.

Il quesito riguarda la durata delle concessioni di estrazioni di petrolio e gas entro le 12 miglia: dire SI significa ripristinarne il termine che c’era sino allo scorso anno, vale a dire che dopo 30 anni dalla prima, oppure dieci o cinque anni dal rinnovo.

I giacimenti sono un bene comune, sono patrimonio indisponibile dello Stato e come tale sono soggetti a concessioni di utilizzo, tutte con limiti temporali. Lo Sblocca Italia le ha invece trasformate e tempo indeterminato, vale a sino alla fine del giacimento. Ciò in piena contraddizione con il contemporaneo divieto di nuove perforazioni entro le 12 miglia. Perché se un vincolo di tutela deve esistere per tutelare le coste, deve valere anche per quelle esistenti. Aver tolto i limiti implica anche che nessun paroliere si occuperà più dei ripristini, che invece erano imposti alla scadenza della concessione.

Concessioni senza limiti sono inoltre contrarie alla direttiva europea direttiva 94/22/CE e danneggiano la libera concorrenza.

Le concessioni interessate dal quesito in fondo sono poche, 31, e di queste pochissime riguardano il petrolio, ma occorre ricordare che proprio nell’ambito di queste possono essere aperti nuovi pozzi ed installate nuove piattaforme, come potrà accadere ad esempio a Rospo mare al largo di Vasto in Abruzzo. Invece il SI bloccherà nuove attività, ance in quelle che hanno già la concessione.

Non credete a coloro che dicono che questo referendum è inutile: ci ha fatto conoscere molte cose, sui giacimenti, sulle concessioni e sulle royalty. In Italia le royalty sono bassissime, al massimo il 10% e soggette a numerose franchigie, riguardano la produzione e quindi gli incassi da parte dello Stato sono funzione del prezzo del greggio sul mercato, mentre in altri paesi c’è una tassazione sui redditi che arriva sino all’80%. Cittadini informati si rendono conto della condizione di privilegio che gode questo settore.

Non credete a coloro che dicono che questo referendum è dannoso: le riserve di idrocarburi che dovremmo utilizzare a beneficio del nostro patrimonio energetico in realtà, proprio perché sono date a scadenza illimitata, non sono più nostre, meglio dello Stato, ma sono delle compagnie cui sono state date in concessione e da cui quindi dovremmo poi ricomprarle. Quindi altro che contributo al patrimonio energetico nazionale, gli idrocarburi continueremo a comprarli.

Infine una nota sull’invito al non voto che è arrivato da figure anche di elevato profilo istituzionale. Attenzione, perché poi a furia di considerare inutile e dannoso votare, si finisce per non poterlo più fare.

Per questo votate, votate SI.

*grafica di Paolo Sacchetti

Osservazioni sulla convenzione al PLIS Est delle Cave

logoPLISridottoLa struttura del PLIS Est delle Cave riprende quella di molti altri PLIS, vale a dire ambiti territoriali appartenenti a diversi comuni ove i vincoli hanno valenza esclusivamente comunale perché legati al Piano di Governo del Territorio dei singoli Comuni e quindi sempre modificabili. Pertanto non aggiunge tutele, né amplia il regime dei vincoli ad un livello superiore, ma finisce per costituire una sovrastruttura solo formale fra i comuni aderenti cui vengono sommate altre funzioni regolate da una convenzione .

Un esempio emblematico è la figura del Direttore, individuato dalla convenzione nel funzionario dirigente della Gestione del Territorio del Comune Capo Convenzione (CCC) e non attraverso procedure autonome di selezione legate a competenze e merito. Né d’altra parte potrebbe essere altrimenti se non vengono assegnate al parco risorse dedicate. Tale figura non ha quindi autonomia, ma esercita funzioni di coordinamento e segreteria.
L’organo decisionale, secondo la convenzione, è il Comitato di Gestione, costituito dai sindaci dei comuni del PLIS (o loro delegati) e quindi di nuovo figure – in questo caso istituzionali – che sommano incarichi. I componenti il CdG dovrebbero, invece, essere scelte o designate tra persone particolarmente qualificate in materia di conservazione della natura e gestione delle aree protette.
Lo stesso obiettivo del parco volto alla “tutela paesistico-ambientale degli spazi aperti che si caratterizzano per l’attività di escavazione diventa un ossimoro se non si interviene con attività di ripristino delle aree degradate e si pone un limite al consumo di suolo dovuto all’estrazione. Laddove al momento gli unici interventi in programma sono quelli che verranno realizzati dai cavatori e solo perché obbligati dalle norme.
Un parco è efficace se alle funzioni di tutela e conservazione si aggiunge la componente identitaria delle comunità che vivono sul suo territorio. E’ quindi importante che si riconosca alle comunità dei comuni del parco capacità d’incidenza rispetto alle attività di programmazione e soprattutto funzioni di controllo.
A questo riguardo però il Forum Consultivo di partecipazione, unico organismo previsto dalla convenzione aperto alla cittadinanza, è privo di poteri, potendo esprimere solo pareri non vincolanti. Sarebbe, al contrario, l’ambito ideale per forme innovative di partecipazione, attraverso la sperimentazione di processi deliberativi su temi specifici. Non ultima la redazione dei regolamenti degli organismi del parco.
Altro tema è legato alla trasparenza: le sedute degli organismi non sono pubbliche (è prevista la possibilità di una seduta aperta congiunta Forum/CdG, ma soggetta ad autorizzazione), né sono disponibili i verbali delle sedute del Forum.
Infine, ma non ultima, la definizione di obiettivi rispetto ai quali si possano poi fare dei riscontri sullo stato di attuazione/realizzazione. Alcuni esempi: per ciascun comune l’obbligo di destinare almeno una percentuale definita di bilancio al PLIS; la riduzione, meglio, il limite del consumo di suolo sulle aree di PLIS.
Con risorse finalmente definite ed adeguate il parco potrebbe definire un programma di interventi ed primi investimenti dovranno riguardare la mappatura del parco in modo da rendere omogenei gli strumenti urbanistici presenti, oltre che individuare le aree private e quelle pubbliche rispetto alle quali deve essere prevalente l’interesse comune
Si tratta di obiettivi che l’attuale convenzione difficilmente potrà realizzare, proprio per la natura stessa del PLIS, che è un parco privo di soggettività propria. La stessa comunicazione fra i soggetti coinvolti è complicata, così come l’informazione verso l’esterno: dovrebbe essere istituito almeno un referente specifico per il parco cui potersi relazionare.

§§§

Schema di funzionamento del PLIS Est delle Cave secondo la convenzione regolativa fra i comuni:

COMUNE % di ripartizione quote comunali in funzione di popolazione/territorio/incidenza territoriale funzione della convenzione
BRUGHERIO 25,55% Gestione amministrativa, tecnica, vigilanza
CARUGATE 10,01%
CERNUSCO S/N 28,01%
COLOGNO M/SE 19,83%
VIMODRONE 16,60%
Totale 100,00%
Organismi Nominato da/formato da Funzioni  
Comitato di gestione Sindaci+direttore+dipendente UO che fa da segretario verbalizzante le riunioni Vedi art. 5 Riunione ogni tre mesi
Presidente Comitato di gestione Rappresentanza;

Convoca: comitato gestione – Forum

Durata 3 anni, a rotazione, rinnovabile 1 volta + altre
Direttore Dirigente UO gestione del territorio del CCC Vedi art. 7

Convoca comitato tecnico

Prende atto del verbale del comitato di gestione

Partecipa alle riunioni del Forum

Comitato tecnico sindaco di ciascun comune Vedi art. 8 Pareri obbligatori non vincolanti su: pianificazione, bilancio, relazione e rendiconti annuali

– riunioni periodiche presso il CCC

Forum composizione mista Vedi art. 9 Pareri obbligatori non vincolanti su:

-bilancio, relazione e rendiconti annuali

– pianificazione, programmazione interventi

– regolamentazione uso

Formula proposte di promozione  e recupero ambientale del parco

Riunioni almeno 3 volta l’anno

 Per saperne di più sul PLIS:

Lo sfortunato caso del parco delle Cave

Il triste destino del PLIS delle Cave

Il triste destino del PLIS delle Cave

Intervento del comune di Cernusco - bosco del Fontanile e Lodi Intervento del comune di Cernusco – bosco del Fontanile e Lodi

Lo scorso 25 novembre 2015 si è tenuto presso la Sala Consiliare del Comune di Cernusco sul Naviglio il Comitato di Gestione ed il Forum Consultivo di partecipazione del PLIS EST delle Cave a cui hanno partecipato alcuni rappresentanti dell’amministrazioni coinvolte (Cernusco, Brugherio, Carugate, Vimodrone, Cologno) e delle associazioni interessate (Legambiente, WWF Martesana, Acea Onlus, Ass. Amici del parco medio Lambro, Ass. Bene Comune Cernusco). I punti principali all’ordine del giorno erano il bilancio di previsione  2016 e la rendicontazione delle spese ad oggi sostenute.
L’incontro era molto atteso in quanto il Forum Consultivo non era mai stato convocato sebbene siano passati sei anni dall’istituzione del parco e due dalla sottoscrizione della convenzione tra i comuni aderenti. Il Forum è costituito da rappresentati delle Associazioni ambientaliste, degli agricoltori e dei consiglieri comunali dei Comuni interessati; ha il compito di fornire pareri – anche se non vincolanti – sul bilancio di previsione e sulle scelte strategiche che gli enti locali intendono adottare per la sua valorizzazione.
Nella discussione le associazioni hanno rilevato le numerose omissioni con cui  è stato sinora gestito il PLIS: la mancata convocazione del Forum (dovrebbe riunirsi tre volte l’anno), la mancata nomina del Direttore del Parco e le scarse risorse messe a disposizione dai Comuni.
Sui primi due punti i rappresentanti dei comuni hanno fatto presente che è in fase di adozione la nuova Convenzione, già approvata da Cernusco, che permetterà finalmente di nominare il Direttore del Parco e rendere operativo il Forum. Per quanto riguarda la scarsità di fondi dedicati i Comuni hanno lamentato i tagli alla spesa pubblica degli ultimi anni, mentre per reperire risorse future sperano nel nuovo Piano Cave approvato dalla Regione e dall’ex Provincia che permetterà un’estensione delle cave esistenti e conseguentemente darà la possibilità di chiedere ai soggetti economici coinvolti alcuni interventi all’interno del Parco.
Nel corso della riunione è stato inoltre chiarito che per il Parco non c’è una programmazione condivisa degli interventi, ma i singoli comuni autonomamente decidono quanti e quali investimenti effettuare. Si veda a questo riguardo l’intervento di riqualificazione in corso in questi giorni del bosco del legionario/fontanile del comune di Cernusco (vedi foto sottoriportate), un progetto inserito nel programma pluriennale di investimenti del PLIS, ma realizzato dal solo comune di Cernusco attraverso fondi della Fondazione Cariplo che ha suscitato diverse polemiche.
Le numerosità criticità evidenziate nel corso dell’incontro (l’assenza del direttore, la totale inattività degli organi del PLIS, oltre che l’assenza di raccordo e programmazione degli investimenti fra i comuni) implicano uno svuotamento di fatto dei contenuti del PLIS, il cui unico scopo resta così limitato ad una generica tutela del territorio e salvaguardia dal consumo di suolo. Scopo nobile, ma che può essere raggiunto tramite il rispetto della normativa urbanistica esistente.
La speranza è che in futuro il PLIS ed il suo Forum possano prendere vita autonoma e diventino strumenti per valorizzare realmente il Parco delle Cave, ma per raggiungere tale obiettivo sarà necessaria una forte volontà politica che, al momento, non si intravede. Inoltre il vero paradosso è che la realizzazione degli interventi sia subordinata all’estensione del piano Cave, vale a dire che solo grazie ad un ulteriore consumo di suolo potremo avere una riqualificazione del parco che altrimenti verrebbe lasciato a sé stesso. Come dire che dobbiamo ringraziare i cavatori perché sono gli unici – perché costretti – che ripiantano qualche albero e mantengono i sentieri.

PS: per maggiori riferimenti sul PLIS – Lo sfortunato caso del parco delle cave.

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Ricominciamo dal suolo: note a margine

libro_pgt_cernusco2 Un libro da portare sotto braccio ai convegni e da tenere in bella evidenza sul tavolo. Ecco cosa resterà del Piano di Governo del Territorio  di Cernusco sul Naviglio.
Il bel libro sul PGT di Cernusco è infatti rimasto sul tavolo nell’incontro “Ricominciamo dal suolo” organizzato martedì 19 maggio dal nostro comitato Bene Comune Cernusco, insieme ad ACLI, ProLoco e WWF locali.

Il 2015 è l’anno del suolo e ci era sembrato importante proporre spunti di analisi e proposte su suolo e territorio proprio a Cernusco, città che con il suo PGT aveva scelto di ridurre la dissennata espansione urbanistica della città, ma che oggi è al centro del controverso progetto di espansione del centro commerciale Carosello a spese di un pezzo del parco degli Aironi.

Abbiamo così scelto di ripartire dai fondamentali – suolo e territorio, appunto – chiedendo a due docenti del Politecnico di Milano, Maria Agostina Cabiddu e Paolo Pileri – di aiutarci ad inquadrarli dal punto di vista della pianificazione ambientale e del diritto urbanistico, insieme ad un’interlocuzione con il sindaco di Cernusco Eugenio Comincini.

Il sindaco Comincini, nella sua presentazione, ha rivendicato la scelta di non aver voluto più considerare il suolo merce di scambio e di non usare più gli oneri di urbanizzazione per finanziare la spesa corrente, laddove la legge 12/2005 aveva istituzionalizzato l’urbanistica contrattata.

Per Paolo Pileri  (professore associato di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano ed autore di Che cosa c’è sotto, Altreconomia) occorre non solo fermare la cementificazione, ma arrivare ad un’idea di rispetto dell’ambiente e della città. Suolo in tedesco si dice boden che vuol dire corpo, perché è proprio ciò che dà corpo a tutto ciò che c’è sopra. Ricorda i dati impressionanti di consumo di suolo – 70 ettari di suolo l’anno, 8 metri quadrati di suolo fertile al secondo – a causa dell’edilizia e della nuova viabilità, specie autostradale. E tutto questo su una scala che non è in relazione alla grandezza dei comuni coinvolti, anzi spesso sono proprio i comuni più piccoli a consumare percentualmente più suolo. Suggerisce quindi Pileri di ridurre la frammentazione amministrativa e di ridisegnare le competenza sull’uso del suolo. Segnala inoltre come le proteste dei cittadini stiano diventando più “fini”: hanno capito che il suolo è in relazione con il paesaggio che frequento e quindi il consumo di suolo ci riguarda direttamente dal momento che il suolo non è una commodity ma un commons. Anche perché i danni derivanti dal consumo del suolo incidono pesantemente sulla spesa pubblica. La capacità di negoziazione dei comuni in Italia ha margini stretti, laddove ad esempio a ‎Berlino‬ gli oneri di urbanizzazione incidono per circa il 30% del valore commerciale dell’immobile, mentre a ‪‎Milano‬ dal 4 all’8%. Ma soprattutto occorre ricordare che il suolo perduto, è perduto per sempre.

Maria Agostina Cabiddu (professore ordinario di diritto pubblico al Politecnico di Milano ed autrice de Il Governo del territorio, Laterza), è meno ottimista sugli effetti regolativi di una legge urbanistica nazionale rispetto alla frammentazione amministrativa, poiché dal progetto di riforma urbanistica del 1962, voluto dal ministro Fiorentino Sullo e dichiarato parzialmente illegittimo, siamo passati ad una legge ponte che a distanza di più di cinquanta anni non è stata ancora riformata. Nel frattempo molte cose sono cambiate e, rispetto ai concentrati interessi immobiliari del tempo, oggi che le proprietà sono sicuramente più diffuse, ci sarebbe la possibilità concreta di una revisione.
Cabiddu sottolinea come il territorio sia una nozione aperta, non limitata al solo ambito giuridico: il legame che sentono le persone con il territorio non ce lo dice il diritto, ma è una nozione più ampia che si riferisce ad una nuova forma di rapporto fra l’individuo ed il contesto ambientale che lo circonda e nel quale svolge la sua attività. Tale legame identitario e fondamentale connota piuttosto il bene territoriale, che non è legato alle categorie tradizionali della proprietà, del possesso e del domicilio, ma fa riferimento ad una serie di interessi immateriali caratterizzati dall’essere e sentirsi partedi un contesto fisico. Se c’è un bene comune, questo è il territorio, dice Cabiddu, ed è un bene inclusivo, capace cioè di fondare uno spazio sociale, comunità della quale si è parte e nella quale ci si riconosce.
Il governo del territorio non è solo edilizia ed urbanistica, ma è un punto di vista superiore che deve far convivere interessi diversi e l’esigenza di equilibrio fra la protezione delle cose e lo sfruttamento delle stesse in vista del benessere e del progresso economico e civile della comunità, deve fare da cerniera fra il momento conservativo e quello promozionale.

Con queste premesse argomentative era chiaro che il convitato di pietra della discussione sarebbe subito venuto fuori: infatti gli interventi del pubblico hanno chiesto conto al sindaco della contraddizione fra il progetto di ampliamento del centro commerciale Carosello ed il percorso sin qui seguito; hanno sottolineato come la forma urbana dei nostri giorni sia il risultato di scelte del passato e che le scelte di oggi avranno ripercussioni su quelle di domani. Fra le scelte del passato e quelle di oggi, però, è cambiata la nostra consapevolezza del senso del limite (le risorse naturali sono limitate e non riproducibili) e soprattutto la consapevolezza dei diritti legati agli ambiti collettivi, a quei beni il cui valore è dato dalla funzione e dall’uso che assolvono (ad esempio un parco) piuttosto che al loro valore di mercato.

Il sindaco Comincini nelle sue repliche, tutte tese a ricordare quanto di buono sia stato fatto sino a questo momento rispetto alla conservazione del territorio grazie al PGT ed all’allargamento della perimetrazione del PLIS Est delle Cave, ha liquidato come minoritarie e quindi non meritevoli di considerazione le istanze contrarie al progetto. Sul progetto di ampliamento del Carosello ha fatto riferimento all’acquisizione dei terreni ora privati lungo l’asse della Martesana che verrebbero a far parte del costituendo PLIS della Martesana grazie alla compensazione ambientale che prevede la cessione di quattro mq per mq di superficie costruita. Quanto agli spazi di partecipazione, ci sono quelli consentiti dalle normative rispetto al PGT e, dal momento che hanno visto una limitata attenzione da parte della popolazione, non meritano di essere sviluppati.

Si tratta di affermazioni gravi che denotano una concezione autoritaria del potere, dal momento che nelle democrazie evolute si fa riferimento anche alla condizione non maggioritaria – come ricordano Bobbio e Pettit – quando occorre fare scelte dove sono in gioco i principi e gli strumenti regolativi – quale è il PGT – o che riguardano beni comuni – quale è il parco degli Aironi – poiché sono ambiti preliminari e fondativi (beni territoriali) la cui modifica ha bisogno di procedure più complesse perché sia sottratta all’arbitrio della maggioranza di turno.
Emerge pure la subordinazione degli interessi pubblici rispetto a quelli privati, dal momento che il parco degli Aironi viene considerato un asset morto (una sponda di cava, citazione testuale) e così trasformato in una merce, facendogli perdere il valore legato alla funzione pubblica di parco che aveva assunto nel corso del tempo. Le precarie condizioni in cui oggi versa sono la colpevole conseguenza dell’omessa tutela del bene pubblico da parte delle amministrazioni che hanno portato alla sottrazione di uno spazio pubblico alla comunità, sottrazione che l’intervento di ripristino a totale cura del privato aggraverebbe.
Quanto all’istituto della compensazione ambientale, è importante sottolinearne gli elementi di discrezionalità che comporta se non inquadrato – prima degli interventi – all’interno di una pianificazione degli obiettivi di consumo di suolo e valutato rispetto a precisi indici ambientali. In questo caso inoltre, si verrebbe a produrre anche una significativa plusvalenza per le aree richieste per la compensazione che verrebbero acquistate da terzi (come abbiamo già sottolineato qui e qui).
L’altro elemento grave è considerare il PLIS Est delle Cave poco più che un perimetro tracciato sulla carta, piuttosto che un’occasione di innovazione rispetto alle tematiche ambientali e di partecipazione.

Con tatto, ma con franchezza, i relatori Cabiddu e Pileri hanno rilevato come a Cernusco si sia aperta una crepa rispetto agli indirizzi del passato e come nel processo decisionale conti anche la sua apertura alla possibilità della contestazione (modale o legata alla contro valutazione) e non solo che l’origine storica della decisione sia in una qualche forma di consenso, sia pur maggioritario.

Noi pensiamo che la crepa sia in realtà una voragine.

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Ricominciamo dal suolo

locandina 19 maggio 2015_final 1Cernusco sul Naviglio è fra le prime venti città della provincia di Milano per consumo di suolo, una risorsa non rinnovabile ed in continuo esaurimento a causa dello sviluppo urbano, commerciale, industriale e viabilistico a spese delle aree agricole e boscate.

Il 2015 è l’anno internazionale del suolo e di suolo e territorio parleremo martedì 19 maggio con Paolo Pileri e Maria Agostina Cabiddu, docenti del Politecnico di Milano che si occupano da tempo di questi temi, perché ci aiutino a capire quali siano gli strumenti ed i criteri utili a conservare per le generazioni future questa risorsa che appartiene alle comunità. Alla discussione parteciperà anche Eugenio Comincini, sindaco di Cernusco e vicesindaco metropolitano.

 

Vi aspettiamo martedì 19 maggio 2015 alle 21, presso la sala conferenze della Vecchia Filanda, a Cernusco s/N in via Pietro da Cernusco 2.

L’ora della Terra nel parco degli Aironi

+++ULTIM’ORA+++ L’iniziativa è stata cancellata per “motivi tecnici” 

Anche Cernusco anzi, il suo parco degli Aironi, è coinvolta quest’anno ne L’ora della Terra, la grande mobilitazione globale nata come evento simbolico per per promuovere l’attenzione sui cambiamenti climatici.

Sabato 28 marzo dalle ore 20.30 alle 21.30 si spegneranno le luci in tutto il mondo in una catena di buio che avvolgerà la Terra dal Pacifico alle coste atlantiche.

Con l’Ora della Terra rimarranno al buio per un’ora monumenti, luoghi simbolo, sedi istituzionali, uffici, imprese e abitazioni private di tutto il mondo e centinaia di eventi e iniziative speciali sul web e nelle migliaia di città coinvolte.

Anche Cernusco si collega all’iniziativa mondiale con un evento al Parco degli Aironi organizzato dal WWF Cernusco, insieme alle ACLI ed alla ProLoco e con il patrocinio del comune di Cernusco.

L’appuntamento è quindi sabato alle 20.30 per una piccola notte bianca al parco degli Aironi con adulti e bambini. Portate con voi scarponcini ed una pila, insieme ad un vasetto di vetro di yogurt ed un cordicella. Ci saranno fate, maghi e gnomi che racconteranno a lume di candela come tutti insieme si possa fare qualcosa  per ridurre gli impatti dei cambiamenti climatici.

OKVOLANTINO EARTH HOUR con logo comune[2]

 

post modificato in data 27.03.2015

“Falla te la terra se sei buono!” – spettacolo teatrale sabato 24 gennaio

monologo_cemento_240115

Cosa ha da dire in sua difesa?”  Martino Scarpa, detto Tino è chiamato a difendersi dall’accusa di danneggiamento dei macchinari di una ditta che deve costruire un laghetto artificiale per la pesca sportiva. La sua arringa per spiegare un gesto che va contro la legge è in realtà una difesa della terra per ristabilire la verità dei fatti, la verità dell’uomo e del suo ambiente. Tino, come una moderna Antigone, infrange la legge in nome di una legge superiore volta a preservare diritti negati e a combattere i soprusi.

Il monologo di Tino costituisce la base dello spettacolo teatrale “CEMENTO, e l’eroica vendetta del letame” in scena sabato 24 gennaio alle ore 21.00, presso la Casa delle Arti di Cernusco Sul Naviglio, grazie al patrocinio del WWF Martesana.

A questa iniziativa ha aderito il comitato Bene Comune Cernusco, insieme alla Proloco  ed alle ACLI di Cernusco, perché il nostro ambiente, il territorio ed il suolo su cui viviamo, si configurano come beni fondamentali da tutelare contro le speculazioni ed il loro utilizzo dissennato.

Vi aspettiamo sabato alle 21.

(Lo spettacolo è interpretato da Giorgio Ganzerli, scritto e diretto da Massimo Donati e Alessandra Nocilla con la collaborazione di Giulia Detomati ed alla fisarmonica Carlo Ponta)

sabato #iostocongliaironi

Saironiabato 8 novembre 2014 primo appuntamento della campagna #iostocongliaironi del comitato Bene Comune Cernusco.

L’iniziativa nasce dall’esigenza di ridare identità a quel pezzo di territorio di Cernusco dimenticato che è il parco degli Aironi: era uno dei parchi cittadini ed ora è un nonluogo abbandonato, era un’occasione di riscatto da un passato di pesante sfruttamento (era una cava di sabbia e ghiaia) ed è stato lasciato in stato di abbandono.

Per incuria o per calcolo ora è oggetto di scambio all’interno del progetto di ampliamento del centro commerciale Carosello, perché su di esso si svilupperanno parte delle nuove superfici di vendita previste dal progetto, qualora venisse approvato.

Quasi nessuno a Cernusco sa dovi si trovi, non ci sono cartelli che ne segnalino l’esistenza e gli ingressi, eppure il portale del comune lo annovera come una delle emergenze turistiche del suo territorio.

Dal punto di vista ambientale, pur non presentando particolari emergenze naturalistiche, svolge una significativa funzione di “parco urbano”, vale a dire un ambito significativo per la “ricostruzione di ecosistemi di pregio e per la conservazione della flora lombarda” che nel corso degli anni hanno acquisito un discreto valore ecologico.

Nei confronti di questo pezzo di territorio che è patrimonio di tutti i cittadini di Cernusco sono stati disattesi gli obblighi di tutela e conservazione e, il fatto che ora sia un’area abbandonata, dovrebbe costituire l’occasione per l’amministrazione per rimediare alle omissioni del passato e non la giustificazione per sbarazzarsi di un’area che diventa funzionale alla trattativa in corso.

Per questo sabato #iostocongliaironi, perché come dice Papa Francesco “qualunque cosa che sia fragile, come l’ambiente, rimane indifesa rispetto agli interessi del mercato divinizzato, trasformati in regola assoluta”. E noi stiamo dalla parte dell’ambiente.

Sabato a Cernusco vi aspettiamo: flash mob #iostocongliaironi del comitato Bene Comune Cernusco

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