Categoria: consumo di suolo (Pagina 3 di 8)

Le cave a Cernusco

Nel fine settimana che il Ministero dei Beni Culturali dedica alle Giornate Europee del Patrimonio,  che a Cernusco hanno visto  in campo diverse iniziative, il comitato Bene  Comune Cernusco ha deciso di visitare alcune delle cave del suo territorio.

Perché il “territorio” va considerato “patrimonio”, bene comune della nostra comunità.

Nel comune di Cernusco le cave sono numerose, anche se sono una realtà di cui la maggior parte dei cernuschesi non ha percezione, lontane come sono dal centro cittadino e nascoste in ambiti  marginali del suo territorio.

Per alcune, ormai  inattive da decenni, nessun intervento di ripristino ambientale è stato realizzato dai concessionari, sono abbandonate e prive pure di recinzione , costituendo un serio pericolo dal momento che i fronti di escavazione sono molto ripidi e di facile accesso.

Altre aree, che oggi sono campi coltivati, sono recintate  e riportano l’indicazione “scavi”, segno che  anche lì presto  inizierà l’attività di estrazione

Per altre basta scalvare il guard rail della provinciale e si incrociano subito le testimonianze dell’attività estrattiva

Eppure a pochi passi, nel vicino comune di Brugherio, quella che era una ferita aperta del territorio è stata trasformata in una risorsa, in un “patrimonio” di cui usufruisce tutta la popolazione.


E’ il parco Increa: quello che era un campo e che negli anni ’60 era diventato una grande cava  di sabbia e ghiaia è stato trasformato in un parco.

A Cernusco  l’unica area estrattiva che era stata trasformata in parco, il parco degli Aironi,  è stata abbandonata, colpevolmente lasciata priva di manutenzione da dieci anni, ora non è fruibile. Per di più,  su  una parte  c’è un progetto di cessione ad un privato  che la utilizzerà per ampliare un centro commerciale.

Eppure il territorio è patrimonio della comunità. Nel giorno del patrimonio abbiamo voluto ricordarlo  visitando le aree ed i siti dimenticati ed in pericolo del nostro comune.

Il sortilegio e le elezioni

Alla vigilia elettorale Cernusco si guarda allo specchio e l’immagine riflessa, a seconda dei candidati, diventa un racconto sospeso fra incanto, nostalgia e disincanto. Una città da cartolina, tutta verde, sport e concerti che rende felici (!) i cittadini  grazie alla sua grande bellezza attuale oppure una città dallo smalto perduto che va riconquistato per ristabilire la primazia nella Martesana (!).

Più banalmente e prosaicamente è una città che negli ultimi quindici anni ha visto un notevole incremento della popolazione (circa il 15% ) grazie ad un’espansione urbanistica andata a saturare le poche aree verdi rimaste libere. Cernusco è infatti l’approdo privilegiato di una domanda immobiliare che non può permettersi i prezzi della metropoli e quindi cerca nella sua periferia nuove costruzioni in un contesto urbanistico in parte preservato dall’espansione edilizia del secolo scorso. Le case costano meno che a Milano centro, sebbene molto di più che nel resto della periferia urbana, così interi quartieri sono stati costruiti là dove c’erano campi, in un crescendo di consumo di suolo e territorio e di problemi connessi ad un così rapido incremento della popolazione.

A cominciare dalla gestione dei servizi di interesse collettivo, come la raccolta dei rifiuti – ripensata da un anno a questa parte con l’introduzione del sacco rosso (falsamente) tracciabile – che non prevede forme di aiuto per quelle famiglie o situazioni che si trovano a dover smaltire molto più rifiuto indifferenziato a causa di pannoloni e pannolini per i quali non è previsto alcun ritiro dedicato come accade in molti altri comuni, più attenti e solidali con chi ha problemi. Così come non esistono forme di solidarietà fiscale della tariffa sui rifiuti destinate a chi è in difficoltà, né forme di attenzione per chi non può recarsi in piattaforma ecologica, né attivazione quelle misura di incentivazione della raccolta differenziata legate all’informazione  con il coinvolgimento delle scuole e  del civismo organizzato, all’adozione di incentivi per gli esercizi commerciali  per la riduzione e l’uso di imballaggi a minor impatto,  la creazione  di aree di vendita dei prodotti sfusi, la promozione di  prodotti  più sostenibili (lettiere ecologiche, pannolini riciclabili) , sino all’importante centro del riuso.  Nulla di tutto ciò è stato messo in atto e per di più  l’assoluto rifiuto di dialogo ha prodotto un  vero e proprio corto circuito con la cittadinanza: se da una parte con il sacco rosso la raccolta differenziata è arrivata all’85%, dall’altra c’è stato un peggioramento della qualità del multipack e del decoro complessivo della città per i numerosi abbandoni di rifiuti .  E neppure un bilancio  dell’andamento vero si può fare per i dati farlocchi che vengono forniti ai cittadini.

Eppure un osservatorio sui rifiuti, strumento che come comitato Bene Comune Cernusco avevamo proposto sin dall’inizio del sacco rosso, sarebbe molto utile, soprattutto per effettuare verifiche di efficacia del servizio e conciliazione  delle parti in gioco.

Nella bella perla della Martesana  (cit.) si respira però un’aria cattiva (le concentrazioni di polveri sottili sono elevate e nel periodo invernale sempre a livelli fuori dai limiti) e si beve acqua che presenta concentrazioni elevate – sebbene nei limiti, ma ancora per poco – di Cromo. Eppure l’entità di tali inquinamenti per Cernusco non è un dato disponibile perché non ci sono stazioni di rilevamento della qualità dell’aria e per l’acqua i dati degli inquinanti dei pozzi non sono disponibili.

Così come non è noto l’indice di consumo di suolo, indicatore fondamentale per capire come è cresciuta la  città e verso quale modello  di sviluppo intenda andare. Sino a cinque anni fa era circa il 30 % del territorio ma, fra l’avanzare delle case costruite e delle aree di escavazione, la percentuale  di suolo libero oggi sarà notevolmente più bassa, senza che questo rientri  fra gli elementi di allarme ed induca ad adottare piani di blocco del consumo del suolo entro tempi definiti .

A questo riguardo è emblematica la volontà da parte dell’amministrazione di vendere di una porzione del parco degli aironi ad un fondo immobiliare con sede in Olanda per consentirgli di ampliare il centro commerciale Carosello. Il comitato Bene Comune Cernusco  è sempre stato contrario a tale operazione che trasforma un bene comune con funzione sociale di parco in una merce, ne ha ribadito la sua contrarietà dopo che l’atto d’indirizzo è stato riproposto nel gennaio scorso in consiglio comunale e la ribadisce oggi, alla vigilia elettorale.

I cittadini hanno poche occasioni per far sentire la loro voce,  le elezioni sono una di queste,  e con il voto  di oggi possono disegnare il futuro di Cernusco. E’ bene ricordare che  il parco degli Aironi è stato lasciato in abbandono ed ora si spaccia l’intervento del privato come una panacea grazie al ripristino ambientale del parco di cui si farebbe carico e per i benefici economici dell’operazione (sette milioni di euro). Si tratta al contrario di urbanistica contrattata volta a far cassa (Cernusco non ne avrebbe neppure bisogno, non è un comune in dissesto, anzi) e a favorire interessi di privati.

Il ritiro dell’atto di indirizzo ed il rigetto dell’accordo di programma sull’ampliamento del centro commerciale Carosello sono pertanto condizioni essenziali per la tutela del bene comune della città, sia in relazione ai beni materiali (suolo, territorio, aria) che immateriali (aspetti compensativi ed etici).

Dalla trappola che vuole la città, a partire dal parco degli Aironi, trasformata in un divertificio si può uscire: la città non è più quella di un tempo, le sue radici rurali sono ormai quasi perdute ed è avviata verso  un processo di  progressiva gentrification.  Così non è con la patetica  e stucchevole forzatura del recupero di un lontano ricordo letterario trasformato in gastronomico che si recupera il passato, ma con l’attenzione e la cura per le sue testimonianze. Guardate a come sono ridotte oggi le cascine di Cernusco, tutte assediate da nuove costruzioni e nuove strade senza alcuna fascia di rispetto, mentre si sprecano iniziative e progetti per il divertimento.

La cancellazione delle testimonianze del passato e l’alienazione del patrimonio comune privavano le comunità del loro senso collettivo. E’ oggi l’occasione per rompere  il sortilegio .

 

Tangenzialina: una storia tutta sbagliata

Presentazione(*) da scaricare: TANGENZIALINA&C

Una tangenziale serve a dirottare il transito degli autoveicoli fuori dalle zone urbanizzate, può avere due o più corsie per ogni senso di marcia, oppure una sola corsia, come accade a Cernusco, dove il diminutivo tangenzialina indica la strada che alla fine degli anni ottanta venne costruita per creare un collegamento Nord-Sud della città evitando centro abitato. Così vennero usati i campi sul margine orientale e piano piano intorno a quel nastro di asfalto si sono sviluppate nel tempo prima le case e poi la viabilità annessa. Il vecchio vincolo che prevedeva una fascia di rispetto di 100 (cento!) metri venne presto messo da parte ed oggi i risultati sono quelli che avete visto nella presentazione, dove persino la nuova scuola è stata costruita in quello che è uno dei poli di espansione edilizia e viabilistica.

Così per difendersi dagli effetti nefasti del traffico (ci passano migliaia di auto al giorno) sono state realizzate a ridosso delle costruzioni dei rilevati con terra di riporto con funzione di barriera acustica che costituiscono un impedimento strutturale che restringe l’orizzonte di chi abita ai piani bassi delle costruzioni retrostanti. Chi abita lì, vive in trincea.

“É una storia di periferia, è una storia un poco scontata, è una storia sbagliata”

La tangenzialina, così chiamata con lessico edulcorato come se usare il diminutivo ne azzerasse gli impatti, è stata una formidabile occasione di sviluppo urbanistico e consumo di suolo, in barba alle previsioni del PGT che tanto si possono cambiare ed assecondare alla volontà del governo di turno.

Anche il nuovo polo scolastico non fa eccezione: nonostante venga proposto come esempio di edilizia scolastica green, è stato costruito su terreni privati e non pubblici e soprattutto dentro quella che era la fascia di rispetto prevista per la tangenziale e così si ritrova anch’esso circondato da una montagna di terra più alta della scuola stessa e più larga dell’area a prato a disposizione dei bambini (vedi diapositiva 20 della presentazione).  E’ stato cancellato l’orizzonte: i bambini non potranno più vedere i profili del Monte Rosa, del Resegone, della Grigna e dei Corni di Canzo, ma avranno un il prato interno dove giocare.

Alle scelte sbagliate del passato si aggiungono gli errori del presente, scuola e rotonde comprese. Ma si è raggiunto il limite, è giunto il momento di porre un punto, occorre darsi regole più rispettose dell’ambiente e l’occasione delle prossime elezioni offre l’opportunità di valutare chi propone almeno un’inversione di rotta.

*presentazione a cura di Sergio Pozzi che ringraziamo 

 

 

 

 

Cernusco e l’assedio

elaborazione di S. Pozzi su base PGT Cernusco s/N

Cernusco è oggi una città sotto assedio da tre direttrici: da Nord per l’ampliamento del centro commerciale Carosello, ad Est con il nuovo polo scolastico, ad Ovest la scuola Aurora-Bachelet diventeranno aree di espansione urbanistica legate alle superfici costruite o da costruire ed alla viabilità connessa.
Chi si candida ad amministrare la città deve sapere che le scelte di oggi avranno ripercussioni importanti nei prossimi anni perché implicano il consumo o la distruzione di risorse e beni non riproducibili come il suolo, la modifica del territorio e del paesaggio, elementi che sono parte della comunità.
Nel 2012 l’indice di consumo di suolo della nostra città era pari 67,42%, oggi non sappiamo a quanto sia arrivato, nonostante le ripetute richieste. Neppure nel bilancio sociale di fine mandato 2012-2017 appena pubblicato si trovano riferimenti utili a capire quale sia stata la sua evoluzione.
Ai futuri amministratori chiediamo di cambiare direzione, di togliere l’assedio alla città.

Vedi alla voce compensazione ambientale

La compensazione ambientale è uno dei cardini su cui si basa l’accordo fra le amministrazioni di Carugate e Cernusco sul Naviglio per l’ampliamento del centro commerciale Carosello. Un accordo, appunto, rispetto al quale un bene comune sacrificato, sia esso il territorio, il paesaggio, i corridoi ecologi o la salute dei cittadini  viene “compensato”. E’ un esempio di urbanistica contrattata, dove gli attori in campo (proprietà del Carosello ed amministrazioni) patteggiano il presente senza preoccuparsi del futuro.

Pensiamo sia utile il riepilogo di dove abbiamo già parlato di compensazione ambientale legata al Carosello.

Carosello ed il culmine dell’ipocrisia: Sulla compensazione ambientale mediante la cessione al comune di Cernusco di aree verdi di 4 mq per ogni mq di SLP edificata abbiamo già segnalato numerose criticità: le plusvalenze fiscali delle transazioni legate alla duplice transizione dei terreni (cessione da privato ad Eurocommercial, successiva cessione a titolo gratuito al comune di Cernusco) e la discrezionalità legata all’individuazione selettiva dei terreni oggetto della transazione da parte dell’amministrazione. Soprattutto la leva economica applicata ad un bene pubblico deve essere complementare a quella regolativa ed usata come estrema ratio e  solo dopo aver definito in via preliminare gli obiettivi di consumo di suolo che si vuole perseguire. In questo modo si potrà valutare se un intervento rientra o meno in quegli obiettivi e l’eventuale compensazione applicabile. Ma Cernusco non ha individuato tali obiettivi, il bilancio sul consumo del suolo non è noto e lo si potrà fare solo a posteriori, dopo che  degli interventi sono stati autorizzati e realizzati. – 7 FEBBRAIO 2017

Carosello: un altro giro di giostra: Si consumerà un po’ di suolo, quel pezzetto di ex cava, quell’area sfigata al margine Nord della città fuori dal tessuto urbano consolidato, lasciata colpevolmente in stato di abbandono, ma è stato previsto un rimedio: verrà “compensata” con altre aree verdi in misura quattro volte maggiore e con la trasformazione a verde di aree originariamente previsti ad edilizia sociale. Ma non si dice che la compensazione ambientale si farà per aree che andranno a produrre generose plusvalenze perché Eucommercial le dovrà acquistare e che avrebbero dovuto essere acquisite direttamente il comune di Cernusco se avesse voluto integrarle nel costituendo Parco della Martesana. –  

Carosello: dieci rilievi sull’ampliamento: 3. La compensazione ecologica (per ciascuno dei metri quadri edificati vengono ceduti al comune 4 mq di aree a servizi) dal punto di vista ambientale non dovrebbe essere utilizzata come prassi, ma solo come estrema ratio, poiché la leva economica applicata ad un bene pubblico dove essere complementare a quella regolativa. Occorre cioè che gli obiettivi di consumo di suolo siano individuati in via preliminare, in modo tale che si possa poi valutare se un intervento rientra o meno in quegli obiettivi e l’eventuale compensazione applicabile.
Cernusco non ha individuato tali obiettivi e quindi il bilancio sul consumo del suolo si può fare solo a posteriori degli interventi autorizzati. – 23 LUGLIO 2014

#Caroselloleaks: a chi giova la compensazione ambientale – 1: la compensazione ambientale preventiva andrebbe usata con molta cautela, solo come rimedio estremo e non come strumento in sanatoria di errori o, peggio, come leva per modifiche degli strumenti urbanistici vigenti – 16 GENNAIO 2015 /

#Caroselloleaks: a chi giova la compensazione ambientale – 2: i riflessi fiscali – 25 FEBBRAIO 2015

Ricominciamo dal suolo: note a margine: Quanto all’istituto della compensazione ambientale, è importante sottolinearne gli elementi di discrezionalità che comporta se non inquadrato – prima degli interventi – all’interno di una pianificazione degli obiettivi di consumo di suolo e valutato rispetto a precisi indici ambientali. In questo caso inoltre, si verrebbe a produrre anche una significativa plusvalenza per le aree richieste per la compensazione che verrebbero acquistate da terzi (come abbiamo già sottolineato qui e qui). 25 MAGGIO 2015

Carosello: un anno dopo: Inoltre la compensazione ambientale volta ad acquisire la proprietà di aree lungo il Naviglio in modo da garantire continuità al parco della Martesana è un elemento di grande opacità per le plusvalenze che genera la cessione/acquisizione fra privati delle aree coinvolte, aggravata dalla discrezionalità con cui l’amministrazione individua queste ultime. A ciò si aggiunge il fatto che il proprietario dei terreni oggetto di compensazione ambientale è anche presidente del consorzio proprietario dei terreni ceduti all’amministrazione sui quali verrà costruito il nuovo polo scolastico. Caso perfetto di conflitto/convergenza d’interessi. – 30 LUGLIO 2015

 

La giornata del paesaggio a Cernusco

dove c’erano i campi, prima degli impianti sportivi (foto di L. Asperti)

Il 14 marzo è Giornata Nazionale del Paesaggio, istituita quest’anno dal Ministero dei beni e delle Attività Culturali e del Turismo per promuovere la cultura del paesaggio e sensibilizzare i cittadini riguardo i temi e i valori della salvaguardia dei territori. La dedichiamo ai paesaggi perduti o che si perderanno della nostra città, a partire dal parco degli Aironi sul quale pesa il progetto di ampliamento del centro commerciale Carosello ed i terreni agricoli della cascina Galanta, sacrificati per la costruzione del nuovo polo scolastico.

Vi invitiamo a segnalare i paesaggi perduti o in pericolo

dove c’erano i campi, prima degli impianti sportivi (sullo sfondo la cascina Galanta) (foto di Luigia Asperti)

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Beni comuni ed elezioni: cominciamo dall’acqua

Cosa diranno o prometteranno i candidati a sindaco di Cernusco sui beni comuni? Acqua, aria, consumo di suolo, gestione dei servizi comuni, sono temi rispetto ai quali le decisioni del presente hanno conseguenze sul futuro della città e dei nostri figli. Per questo stiamo preparando una sorta di libro bianco sui beni comuni da proporre a ciascun candidato sindaco. 

Nel frattempo iniziamo con una segnalazione sull’acqua di Cernusco: nel 2015 sono stati fermati tre pozzi (Vespucci, Melghera, Firenze) che da anni presentavano valori di Crono elevati, anche se sempre entro i limiti normativi e nella rete idrica cittadina è stata immessa acqua da altre connessioni.

Una delle nostre battaglie era stata proprio quella della trasparenza sui dati della qualità dell’acqua, oggi a tre anni dalla Carta d’intenti per la qualità dell’acqua pensiamo che ci sia ancora molta strada prima che i cernuschesi trovino le analisi relative all’acqua di ciascun pozzo della rete idrica riportate sul portale del comune con sistematicità.

La disponibilità dei dati ela trasparenza sulle informazioni sulla qualità dell’acqua sono tem rispetto ai quali va chiesto ai candidati sindaco un impegno preciso.

Carosello: un’eredità politica tradita


L’approvazione in consiglio comunale dell’atto d’indirizzo finalizzato all’avvio del procedimento per l’ampliamento del centro commerciale Carosello segna il tradimento di quella cultura politica che ha consentito, a partire dagli anni ’90, di preservare l’Est milanese dallo sviluppo sconsiderato che connota altre aree della provincia di Milano.
La volontà di conservare il territorio aveva visto la convergenza di forze che, pur appartenendo ad orientamenti politici diversi, avevano saputo costruire relazioni e collaborazioni per il bene comune. Il Parco Locale d’Interesse Sovracomunale Est delle Cave è stato uno dei risultati più significativi di questa collaborazione: le aree a Nord di Cernusco, pesantemente interessate da attività di escavazione, venivano inserite in un quadro di tutela paesistico-ambientale in modo da realizzare una continuità del sistema ecologico nord-sud nell’est Milano. E quindi colpisce il vuoto di memoria degli attuali amministratori e politici di Cernusco che stanno svuotando le conquiste del passato trasformandole in vuoti simulacri.
Le vicissitudini dei comuni del PLIS Est delle cave ne hanno allungato l’avvio ma, almeno per Cernusco ove c’è sempre stata continuità amministrativa, colpisce la mancanza di attenzione con cui è stato gestito: è stato lasciato in abbandono, privo di manutenzione e persino di segnalazione. Oggi dall’ampliamento del Carosello sono interessate quelle aree del parco degli Aironi che erano state volutamente tenute fuori nel 2014 dal PLIS e che verranno così vendute per favorire l’interesse di un privato, sebbene il comune di Cernusco abbia i conti in ordine e non avrebbe necessità di fare cassa. Eppure tutti conoscono bene la congestione del traffico in corrispondenza del Carosello e della viabilità di accesso, i problemi di inquinamento legati alle emissioni degli inquinanti a causa del traffico.
Come non vedere che il progetto di ampliamento del Carosello c’è una visione di città che tradisce completamente le scelte del passato.
“Ciò che hai ereditato dai padri, riconquistalo, se vuoi possederlo davvero”, dice Goethe. Per questo l’eredità delle battaglie del passato va difesa e non può essere rinnegata per interessi contingenti di breve periodo.
Emanuele Aquila

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