Categoria: partecipazione deliberativa (Pagina 2 di 4)

L’occasione mancata del nuovo Piano degli Interventi del PLIS Est delle Cave

Il PLIS Est delle Cave era nato con molte buone intenzioni per tentare di inserire un sistema di vincoli – sia pur blando – in un contesto fortemente compromesso da urbanizzazione ed attività estrattiva fra i cinque comune di Brugherio, Carugate, Cernusco, Cologno e Vimodrone, ma non ha mai funzionato: le sue valenze non sono conosciute e percepite dalle comunità, le amministrazioni che lo costituiscono hanno solo in piccola parte dato seguito agli strumenti di tutela e pianificazione coordinati.

Cosa c’è che non va e cosa serve per farlo funzionare meglio? A queste domande il nuovo Piano Pluriennale degli Interventi, presentato il mese scorso, poteva dare una risposta. In realtà troppe sono le ombre rimaste legate al metodo ed al merito del piano.

Come già evidenziato nel nostro memorandum, il PLIS soffre di un problema strutturale di gestione che le proposte del PPI non risolvono.

In primo luogo le modalità con cui si è arrivati all’approvazione non lasciano dubbi: il Forum consultivo di partecipazione è stato chiamato solo a posteriori ad esporre il suo parere, i suoi componenti sono stati ascoltati solo dopo la stesura del PPI e le proposte inviate nella fase preliminare non sono neppure state prese in considerazione. La partecipazione viene così trasformata in un espediente retorico, poiché nulla è l’incidenza dei soggetti del Forum chiamati ad esprimere a posteriori  un parere e neppure vincolante.

Nel merito vengono proposte quattro linee d’intervento rispetto alle quali vi proponiamo le nostre valutazioni:

  1. Gestione
  • Gestione ordinaria

Per migliorare la gestione ordinaria il PPI propone di potenziare la struttura tecnica con personale a tempo pieno (ora ci sono solo 16 ore settimanali di segreteria), un tecnico di livello C per 60.000 euro l’anno ed il supporto di un “cacciatore di bandi” a 25.000 euro l’anno.

Si poteva ripensare, come già suggerito, il profilo del Direttore del parcoprevisto nella convenzione: tale funzione viene ora svolta dal dirigente tecnico del comune capofila, con tutti i limiti che la somma di incarichi comporta, ma con 85.000 euro si può affidare l’incarico ad un tecnico esterno di categoria D che si occupi solo e soltanto del PLIS.

  • Gestione condivisa

Per quella che è chiamata gestione condivisa il PPI propone invece di allargare la composizione del Forum consultivo di partecipazione a tutti gli ambiti del civismo organizzato (scolastico, sportivo, associazioni di migranti, Protezione Civile).  Nel segnalare che il Forum è un soggetto misto, vale a dire composto da componenti istituzionali (consiglieri di maggioranza e minoranza dei comuni coinvolti) e componenti civiche (associazioni che si occupano di tutela del territorio), se davvero si intende realizzare un maggiore “coinvolgimento della cittadinanza nella tutela degli ambienti naturali” non serve a nulla aumentare il numero dei componenti se poi tale organismo non ha alcuna capacità decisionale e deliberativa.

Pertanto è necessaria una radicale revisione nella convenzione delle funzioni attribuite al Forum.

  1. Sviluppo delle conoscenze
    Studi sulle valenze ambientali e territoriali

La mancata valorizzazione delle valenze ecologiche e storico architettoniche presenti nel PLIS in relazione a fauna, flora, ambiti agricoli e cascine è stata uno degli elementi che abbiamo sempre sottolineato. Questo deficit informativo viene attribuito nel PPI ad una carenza di studi specifici sul territorio, da colmare attraverso l’elaborazione di studi dedicati a ciascun ambito per complessivi 35.000 euro.

In realtà ci sono già diversi studi ambientali cui riferirsi per il PLIS (ad esempio a corredo della VAS degli ambiti estrattivi presenti, dell’ampliamento del centro commerciale Carosello, dei PGT dei comuni), inoltre nel vecchio PPI ci sono sezioni dedicate alle emergenze ambientali ed architettoniche.

Gli studi proposti nel PPI sono finalizzati al censimento delle presenze faunistiche e vegetali presenti ed al loro monitoraggio, ma tali azioni hanno senso se inquadrate in un progetto complessivo che faccia del PLIS  Est delle cave un vero parco, vale a dire un ambito di tutela dell’ambiente e del territorio. Tale obiettivo è però inconciliabile con l’attività estrattiva presente.

  • Il piano cave e le istanze di tutela

Nei prossimi dieci anni il piano cave appena approvato da Città Metropolitana prevede che vengano estratti per le due cave che rientrano nel PLIS (e che sono sul territorio di Cernusco) 3.500.000 di mc di sabbie e ghiaie. Ma né il comune di Cernusco né il PLIS hanno fatto nulla per evitare tale scempio (per una cava che si sviluppa per 35 m sotto il livello della falda non è più possibile alcun ripristino ambientale), mentre il comune di Cusago ed il parco Sud che avevano presentato osservazioni al piano cave e richiesto lo stralcio dell’ambito estrattivo l’ATEg11 dal loro territorio dalla Proposta di Piano hanno visto accolta la loro richiesta. Segno evidente della scelta di campo delle amministrazioni coinvolte in favore della tutela del territorio.

  • Perimetrazione degli ambiti estrattivi

Si segnala inoltre fra la azioni proposte nel PPI la mancanza di uno studio che evidenzi gli ambiti estrattivi presenti e la loro perimetrazione, sia rispetto al Piano Cave che del PGT di riferimento (Cernusco), dal momento che abbiamo rilevato numerose incongruità fra i due dispositivi vigenti.

  1. Azioni materiali/Interventi sul territorio
    La subalternità al modello vigente

La preminenza dell’attività estrattiva rispetto alla tutela ambientale viene conferma nel piano delle azioni che prevede come intervento cardine un progetto di percorso ciclabile di interconnessione del PLIS chiamato proprio la via delle cave. Anziché emanciparsi dall’identità delle cave, così forte che è stata usata come toponimo del PLIS, nel PPI si conferma, anche dal punto di vista linguistico, la subalternità al contesto ed al modello di sviluppo legato alle cave e la sua l’inviolabilità.

  • La via delle cave e la mappa dei sentieri

Nei tratti proposti ci sono spesso percorsi misti ciclopedonali e promiscui affiancati alla viabilità stradale già esistente, laddove sarebbe stata opportuna una valorizzazione della viabilità minore presente. La mappatura dei sentieri è un altro studio che non è stato inserito nelle azioni del PPI e che invece costituirebbe un riferimento essenziale per la fruizione del parco.

Si segnala inoltre che i percorsi proposti tagliano fuori il comune di Carugate, mentre circuiti studiati sui sentieri e la viabilità minore già presente avrebbero consentito una connessione completa dei territori.

  • Il recupero della cava dismessa di cascina Gaggiolo

Gli interventi proposti per il recupero dell’area estrattiva dismessa di Cascina Gaggiolo evidenziano la difficoltà ed i notevoli costi di tali interventi, ulteriore conferma che una cava è una profonda ferita del territorio da rimarginare a prezzi altissimi e con cicatrici che rimangono per sempre.

  • La rimozione semantica del Parco degli Aironi

Inspiegabile appare la rimozione semantica operata sul parco degli Aironi: mai chiamato con il suo nome, ma attraverso la perifrasi “ramo Nord-Est del bacino di ATEg23”, cancellandone così l’identità, sebbene il suo perimetro sia quasi tutto interno al PLIS e faccia parte a pieno titolo dei parchi pubblici del comune di Cernusco, insieme al parco dei Germani ed al bosco del Fontanone.

A questo riguardo, proprio per restituire continuità al bosco del parco degli Aironi ed omogeneità agli strumenti urbanistici che prevedono sull’intera area la destinazione a forestazione urbana, è necessario che vengano ricomprese all’interno della perimetrazione del PLIS delle Cave le aree su cui grava il progetto di ampliamento del contiguo centro Commerciale Carosello e che venga restituita dignità di toponimo al parco degli Aironi.

Solo se le istanze di tutela ambientale risulteranno prevalenti rispetto agli interessi privati, il parco avrà un senso e verrà percepito come tale dalla sua comunità.

  1. Conoscenza
    L’identità del PLIS

Infine ma non ultima l’identità del PLIS Est delle Cave, a cosa serve e cosa si può far diventare.  Nel Memorandum propositivo avevamo proposto che diventasse presidio ambientale e sede di laboratori funzionali alla conservazione della biodiversità ed all’osservazione dei cambiamenti climatici attraverso l’installazioni di stazioni meteorologiche di rilevamento e lo sviluppo di percorsi collegati alla formazione scolastica e non scolastica.

  • La valorizzazione delle competenze dei cittadini

Molto importante a questo riguardo è il coinvolgimento ed il contributo che cittadini dotati di particolari competenze e conoscenze possono mettere a disposizione della comunità, occorre pertanto favorire ed agevolare tutte le forme di collaborazione fra cittadino e PLIS.

Memorandum propositivo per il PLIS Est delle Cave

Il PLIS Est delle Cave nasce nel 2009 per far sì che nelle aree dell’Est Milanese dei comuni di Brugherio, Carugate, Cernusco, Cologno e Vimodrone, così pesantemente interessate dall’attività di escavazione da costituirne l’elemento connotativo e densamente urbanizzate e infrastrutturate da reti viarie ed energetiche, si potessero realizzate connessioni sovracomunali di continuità ecologica Nord-Sud all’interno di un contesto di tutela paesistico ambientale.

Obiettivo sinora mancato perché l’attività estrattiva continua ad essere elemento di pesante condizionamento ambientale, il consumo di suolo dei comuni interessati non è diminuito ed i vincoli sono solo quelli legati agli strumenti urbanistici di ciascun comune.

I PLIS si sono dimostrati uno strumento di tutela debole per le aree coinvolte che restano esposte e subordinate al variare della pianificazione locale, la loro gestione dipende da forme pattizie di natura amministrativa fra comuni (convenzione o consorzio), sono privi di personale dedicato e funzionano grazie a personale di provenienza interna agli enti locali coinvolto solo a tempo parziale.

A queste debolezze strutturali non fa eccezione il PLIS Est delle Cave che, per di più, ha avuto un iter amministrativo lungo e che vede ancora in fase di discussione la variante della convenzione di gestione.

Dieci anni di parco
A dieci anni dalla sua istituzione il PLIS Est delle Cave risulta privo di una sua identità e riconoscibilità: se venisse effettuato un sondaggio emergerebbe che solo un’esigua minoranza della popolazione è a conoscenza dell’esistenza del parco, ancora meno ne saprebbe indicare i confini e gli elementi di rilievo ambientale. Di fatto l’unica area caratterizzata da una propria riconoscibilità e fruibilità è il parco Increa, una ex cava che dopo un lungo iter di ripristino è diventata un parco.
Il parco Increa è l’emblema di ciò si dovrebbe fare nel PLIS Est delle Cave: quelle che erano cave di ghiaia e sabbia di proprietà privata sono diventate aree di proprietà pubblica trasformate in parco grazie alle prescrizioni introdotte dalla normativa regionale del 1982 che assume la necessità del recupero ambientale in relazione all’attività estrattiva.

Il passaggio fondamentale è quindi la restituzione ad un bene ambientale – la cava – considerato ed usato come merce, la valenza collettiva di bene comune, attraverso l’attribuzione della funzione sociale di parco. Inoltre è opportuno sottolineare come tale percorso implichi la mobilitazione da parte dell’Amministrazione Comunale di adeguate risorse economiche e di governance necessarie al perseguimento degli obiettivi (il comune di Brugherio ha posto il parco al centro di numerose iniziative ed investe per la sua manutenzione più di 100.000 euro l’anno).
Ma il parco Increa di Brugherio è rimasto un episodio isolato, dal momento che il parco degli Aironi a Cernusco per il quale era stato intrapreso un percorso analogo, ha una manutenzione sporadica ed è al centro di un progetto di ampliamento del contiguo centro commerciale Carosello che ne vedrebbe ridotta la superficie e modificata la funzione.
Gli unici interventi previsti per PLIS sono legati alle prescrizioni di recupero delle aree estrattive, persino le proposte del Programma Pluriennale degli interventi del 2014 sono rimaste quasi del tutto inattuate, così come non si è colta l’opportunità di presentare osservazioni al nuovo Piano Cave di Città Metropolitana in relazione agli ambiti estrattivi ATEg23 e 24 che si trovano nel PLIS EST delle Cave nel comune di Cernusco in modo da limitarne i milioni di metri cubi previsti in estrazione. Perché le cave erano e rimangono “autentiche ferite del territorio” la cui esistenza all’interno di un parco è in contraddizione con le esigenze di tutela e salvaguardia che lo contraddistinguono.

Proposte
A fronte di un bilancio così modesto, perché il nuovo Programma Pluriennale degli Interventi non rimanga un inutile esercizio professionale e perché il PLIS Est delle Cave vada finalmente verso l’attuazione degli scopi per cui è stato costituito, è necessario che vengano messe in atto una serie di misure che coinvolgono diversi ambiti:

  1. Urbanistico:
    1. pianificazione urbanistica sovraordinata in relazione a vincoli ed emergenze ambientali che poi deve essere recepita da ciascun comune
    2. l’istituzione di vincoli per le reti minori, sia in relazione al reticolo della viabilità delle strade interpoderali e rurali che al reticolo idrico di rogge e canali.
    3. omogeneizzazione degli strumenti urbanistici delle aree contigue (mosaico del PLIS);
    4. le aree di proprietà pubblica devono essere portate e/o riportate ad avere una funzione sociale,
  2. Economico:
    1. ciascuno dei comuni componenti deve contribuire al bilancio del PLIS con una quota percentuale del proprio bilancio, oltre alle quote già definite da convenzione, in modo da arrivare ad avere risorse adeguate alle finalità ed alle progettualità dichiarate;
    2. nel bilancio del PLIS devono entrare quote dei diritti di escavazione delle cave presenti, come previsto dalla legge regionale per le attività estrattive.
  3. Gestionale:
    1. revisione della convenzione in modo che gli organi gestionali abbiamo personale a tempo pieno, in particolare per gli organi tecnici;
    2. in subordine, riunificazione delle funzioni apicali amministrativa e tecnica in capo allo stesso comune;
    3. istituzione di un sistema di controlli e sanzioni (per l’ambito estrattivo, per la mancata pianificazione, etc);
    4. coordinamento delle attività/iniziative di interesse collettivo;
    5. realizzazione di un portale istituzionale con sezioni dedicate ai diversi aspetti (ambientale, storico, urbanistico, ecc) aperta alla collaborazione con l’ambito del civismo organizzato e delle scuole;
  4. Formazione:
    1. corsi per guardie ecologiche da realizzare in coordinamento con altri parchi in modo da consentire la formazione di personale volontario;
    2. istituzione di laboratori ambientali
    3. percorsi formativi destinati alla cittadinanza sui temi della tutela ambientale

Inoltre occorre definire un piano con una visione guida del ruolo da affidare al PLIS Est delle Cave.

A questo riguardo occorre indirizzarsi verso interventi che mirino alla costituzione di elementi di attrazione e valorizzazione del paesaggio e dell’ambiente, vale a dire veri e propri poli di richiamo per le comunità in relazione alle valenze ambientali, paesaggistiche, storiche, naturalistiche ed ecologiche presenti o da implementare.

Tali attrattori, che hanno la funzione di porte di accesso a tutto il PLIS, sono in primo luogo le aree pubbliche a parco che devono essere inserite in un sistema vincolistico sovraordinato agli strumenti urbanistici di ciascun comune. Pertanto occorre pensare al parco Increa, al parco degli Aironi, ma pure alle cave dismesse e da riconvertire ad uso pubblico come le ex cave Gaggiolo e dei Pescatori, come ambiti all’interno dei quali si trovano zone che possono ospitare attività ricreative e sportive leggere insieme ad aree di rilevanza ed interesse naturalistico ed ambientale che devono invece essere oggetto di protezione da forme di disturbo.

I parchi urbani sono inoltre aree privilegiate per la realizzazione di laboratori ambientali all’interno dei quali sperimentare progetti per il miglioramento della qualità dell’aria e della falda idrica condivisi con la cittadinanza. E’ infatti possibile realizzare una rete di monitoraggio della qualità dell’aria con stazioni meteorologiche diffuse (nell’intero territorio del PLIS non ci sono stazioni di rilevamento dell’ARPA), vedi a questo riguardo il progetto di ripristino della stazione meteorologica di Cernusco a cura del nostro comitato. Mentre per il miglioramento della qualità dell’acqua occorre eliminare o ridurre la presenza di inquinanti in falda che, pur essendo noti da tempo, non sono stati ancora bonificati.

Si tratta di spunti di lavoro che offriamo come occasione di riflessione al comitato di gestione perché finalmente il PLIS Est delle Cave diventi elemento di riconoscibilità e caratterizzazione del nostro territorio, non per la presenza delle sue cave, ma per le valenze ambientali presenti.

Infine, ma non ultima considerazione, la realizzazione di tale obiettivo sarà possibile solo attraverso una reale collaborazione con la cittadinanza, elemento questo che esula da qualsiasi vincolo economico di bilancio, ma che attiene alla volontà dei decisori.

La Carta degli intenti per l’acqua: un bilancio

Tre anni fa veniva firmata la Carta degli intenti per l’acqua, il protocollo d’intesa fra il gestore del servizio idrico CAP Holding, l’ente locale, i cittadini e le associazioni volto a fornire un’informazione puntale e periodica sulla qualità dell’acqua della rete del loro comune.

L’acqua di Cernusco arriva da un acquifero interessato da un inquinamento da metalli pesanti che risale ormai a molti decenni fa, la cui origine era stata identificata in Brugherio e per il quale era stato effettuato un intervento di bonifica. In falda però permangono ancora tracce di questa contaminazione da cromo esavalente e in due pozzi in particolare si rilevavano sempre valori molto elevati di tale elemento, sebbene sotto i limiti prescritti dalla legge. Per questa ragione abbiamo iniziato ad interessarci della qualità dell’acqua di falda e a cercare le analisi sui pozzi attivi a Cernusco. I dati non erano disponibili o, meglio, venivano inviati in modo parziale ed estemporaneo dal gestore al comune che li pubblicava attraverso rielaborazioni fra i valori forniti dal gestore e dalla ASL.

Così la proposta del comitato Bene Comune Cernusco, che ha come principi ispiratori l’acqua come bene comune e l’esigenza di colmare il deficit di informazione sulla qualità dell’acqua, è stata ripresa dall’amministrazione comunale di Cernusco, quindi proposta ed accettata dal gestore del servizio dopo una lunga trattativa sugli impegni da assumere.

La Carta per l’acqua prevede la possibilità di accesso ai dati relativi alle caratteristiche chimico-fisiche dei pozzi dei comuni serviti dal gestore (più di 200), la pubblicazione della relazione che ogni anno la ASL (ora ATS) invia ai comuni sullo stato di salute dell’acqua, indicazioni sulle caratteristiche dell’acquifero, della rete acquedottistica locale e sul consumo idrico. Cernusco sarebbe stato il comune pilota del progetto della durata di tre anni a cui avrebbero potuto aderisce anche gli altri comuni gestiti da CAP.

Inoltre era prevista una sorta di sinergia fra le parti che si erano impegnate a realizzare verifiche semestrali sull’andamento, effettuate poi solo una volta l’anno.

Dopo tre anni è quindi tempo di fare il bilancio. L’elemento positivo è che l’informazione sulla qualità dell’acqua è stata considerata un diritto ma, come tutti i diritti, la sua attuazione non è stata semplice né immediata. Il gestore del servizio e l’amministrazione hanno inserito nei loro portali una sezione dedicata, ma il dettaglio relativo ai dati sulla concentrazione delle sostanze analizzate per i singoli pozzi non è ancora disponibile. Inoltre informazioni significative legate alla nostra rete idrica non sono state segnalate, come la chiusura nel 2015 dei pozzi Vespucci e Melghera che presentavano sempre delle concentrazioni medie elevate di cromo, anche se sotto i limiti normativi. Sarebbe quindi oggi importante conoscere da dove arriva l’acqua delle immissioni sostitutive e qual è il reticolo dei punti di prelievo dei controlli della AST.

Segnaliamo che la Carta per l’acqua è stata anche usata dal gestore del servizio come un elemento di marketing aziendale sulla base del coinvolgimento di quelli che chiama “stakeholders”. In realtà, come abbiamo sottolineato, i cittadini sono portatori di diritti, in questo caso del diritto all’informazione sull’acqua, e non (solo) d’interessi.

In attesa che anche gli altri sottoscrittori della Carta dell’acqua facciano un loro bilancio, noi chiediamo a chi si candida ad amministrate la nostra città di inserire precisi impegni sulla trasparenza e sul diritto all’informazione, qualità dell’acqua compresa,  prendendo spunto ed esempio da quanto è stato fatto in altri comuni (vedi a Brescia sulla riduzione del cromo in falda).

 

Carosello ed il culmine dell’ipocrisia

Arriva nel cuore della notte del 1 febbraio l’approvazione dell’atto di indirizzo per l’ampliamento dell’ampliamento del centro commerciale Carosello messo all’ultimo punto all’ordine del giorno del consiglio comunale di Cernusco.

C’è stata una gran “fretta politica”, sia a Carugate che a Cernusco: far discutere all’una di notte un provvedimento così importante presentato in commissione territorio solo due giorni prima testimonia la fretta di avviare la procedura dell’accordo di programma prima che le elezioni amministrative di primavera cambino troppo gli equilibri politici.

Le vicende che da tre anni a questa parte ne hanno caratterizzato l’iter sono riassunte qui, il nostro giudizio negativo su questo progetto lo abbiamo espresso sin dall’inizio e gli elementi contenuti nell’atto d’indirizzo approvato giovedì scorso non l’hanno modificato,  anzi lo consideriamo persino peggiorativo in alcuni tratti.

Si conserva il tratto di falsificazione con cui viene presentato: sebbene l’Accordo di Programma riguardi l’“ampliamento a regime di circa 31.000 mq di SLP” nell’anti-lingua con cui viene presentato diventa «realizzazione di interventi di riqualificazione territoriale e di adeguamento del sistema della viabilità connessi alla realizzazione di un intervento a carattere commerciale riguardante il centro “Carosello” e le aree ad esso limitrofe».

Come se l’ampliamento fosse la conseguenza e non la causa di tali interventi.

Questo approccio non è casuale, ma risponde all’esigenza di far apparire gli interventi sulla viabilità come necessari ad alleggerire il traffico ipercongestionato dell’area, il prossimo passaggio da parte del comune sarà di dichiararli funzionali al “pubblico interesse” in conferenza dei servizi. Nella realtà è l’ampliamento delle superfici di vendita e quindi l’incremento del numero di clienti (decine di migliaia al giorno) a produrre l’aumento di traffico che andrà a gravare su una viabilità ormai al collasso e non sarà certo il ridisegno di alcuni svincoli a risolvere il problema.

Altro tratto comune è il denaro che entrerà nelle casse del comune grazie al gettito di fiscalità annuale cui si sommano alcuni milioni di euro per la vendita di un pezzo del parco degli Aironi. Un discreto tesoretto, pari ad esempio al costo annuale del servizio di igiene urbana. Ma il nostro comune non è in difficoltà anzi, gli è appena stato assegnato il primo premio per virtuosità di bilancio fra i comuni con più di 10mila abitanti della regione Lombardia. Nessun dissesto da sanare, i suoi abitanti hanno un reddito più elevato della media nazionale, Cernusco potrebbe quindi rinunciare ad un po’ di denaro contingente e non privarsi della porzione del parco degli Aironi su cui verrà realizzata parte dell’ampliamento del Carosello, visto che si tratta di un bene comune che sta nel patrimonio indisponibile.

Il bilancio di consumo di suolo è, invece, in deficit, sebbene non se ne conosca l’entità precisa perché l’amministrazione non ha quantificato le superfici urbanizzate, non ha ancora aggiornato il PGT, né pubblicato il bilancio di mandato. Così per compensare i suoli consumati per l’ampliamento, l’amministrazione “mette a disposizione” un’area di 9400 mq di proprietà comunale originariamente destinata dal PGT ad edilizia sociale trasformandola a verde. E’ sempre significativo quando si aumenta la dotazione di verde, ma questa trasformazione rinnega il criterio guida della “densificazione” del PGT perché avviene all’interno del tessuto urbano consolidato, vale a dire dentro il perimetro della città, mentre l’ampliamento del centro commerciale si fa nell’area suburbana a spese del corridoio ecologico previsto dal PGT.

Sulla compensazione ambientale mediante la cessione al comune di Cernusco di aree verdi di 4 mq per ogni mq di SLP edificata abbiamo già segnalato numerose criticità: le plusvalenze fiscali delle transazioni legate alla duplice transizione dei terreni (cessione da privato ad Eurocommercial, successiva cessione a titolo gratuito al comune di Cernusco) e la discrezionalità legata all’individuazione selettiva dei terreni oggetto della transazione da parte dell’amministrazione. Soprattutto la leva economica applicata ad un bene pubblico deve essere complementare a quella regolativa ed usata come estrema ratio e  solo dopo aver definito in via preliminare gli obiettivi di consumo di suolo che si vuole perseguire. In questo modo si potrà valutare se un intervento rientra o meno in quegli obiettivi e l’eventuale compensazione applicabile. Ma Cernusco non ha individuato tali obiettivi, il bilancio sul consumo del suolo non è noto e lo si potrà fare solo a posteriori, dopo che  degli interventi sono stati autorizzati e realizzati.

Altro elemento negativo è l’ennesimo conflitto tra salute e lavoro: il lavoro non dovrebbe essere usato per giustificare situazioni che contribuiscono a compromettere la salute a causa degli inquinanti legati all’incremento delle emissioni del traffico veicolare.

E ci sono infine elementi di novità che prevedono il finanziamento da parte dell’Eurocommercial di studi sull’impatto (in particolare per quanto riguarda la viabilità, l’ambiente e l’occupazione) che l’ampliamento del centro commerciale porterà sul territorio; di misure compensative per il commercio di vicinato e persino il sostegno alle iniziative e alle realtà sportive, culturali e sociali promosse dai due Comuni.

Come se i precedenti della Montedison e dell’Ilva non avessero insegnato nulla sull’attendibilità delle relazioni pagate dai committenti e come se non si sapesse quanto l’indipendenza delle associazioni sia inversamente proporzionale ai finanziamenti ricevuti.

“Il sistema raggiungerà il culmine dell’ipocrisia, quando le imprese di armi arriveranno a finanziare ospedali per curare i bimbi mutilati dalla guerra”, così si è espresso il Papa domenica sull’eticità del capitalismo. In questo caso si è persino andati oltre perché è l’amministrazione stessa che propone alla proprietà del centro commerciale di finanziare gli studi sull’inquinamento ed i fondi da erogare alle associazioni.

Carosello: gli atti d’indirizzo a confronto

ATTO D’INDIRIZZO 28 LUGLIO 2014 ATTO D’INDIRIZZO 1 FEBBRAIO 2017
1. Le motivazioni sostenute dalla proprietà per la richiesta si possono così sintetizzare: 1.       Le motivazioni sostenute dalla proprietà si possono così sintetizzare:
–      La prossima realizzazione del nuovocentro commercialedi Segrate (175 mila di SLP, il più grande d’Italia, 1.3 miliardi di investimento, 300 negozi di grandi firme) con apertura prevista fra 2017 e 2018; la salvaguardia dell’attrattività del centro commerciale e delle attività ivi locate, e dunque la salvaguardia dei posti di lavoro e la prospettiva di sviluppo con nuovi posti di lavoro; la concorrenza principale da fronteggiare rappresentata da un nuovo centro commerciale a Segrate, di circa 286.000 mq di SLP; inoltre sono previsti altri importanti ampliamenti di centri commerciali che impattano sul bacino di influenza di quello carugatese, quali il centro commerciale di Cinisello Balsamo, 90.000 mq circa di SLP che si andranno ad aggiungere agli attuali 43.000 mq; l’ampliamento del centro commerciale di Orio al Serio con nuovi 30.000 mq di SLP, arrivando a coprire una superficie di 140.000 mq; il nuovo ampliamento del centro commerciale di Arese, che porterà gli attuali 90.000 mq di SLP a 150.000 mq.
–      La concorrenza da fronteggiare;
– La Regione Lombardia ha sospeso la realizzazione di nuovi centri commerciali, eccetto quello di Segrate poiché già autorizzato, consentendo il consolidamento dei centri commerciali esistenti per evitare rischi occupazionali e urbanistici;
–      La prospettiva di sviluppo con nuovi posti di lavoro;
2. La proposta di sviluppo sinteticamente è la seguente: 1.       La proposta di sviluppo presentata dalla proprietà sinteticamente è la seguente:
a) Ampliamento a regimi di circa 31.000 mq, con la seguente ripartizione sui due comuni coinvolti: a) ampliamento a regime di circa 31.000 mq di SLP, con la seguente ripartizione sui due comuni coinvolti:
Cernusco s/N: non superiore a 9.000 mq di SLP di nuova edificazione su un’area di circa 5.000 mq a nord del Parco Aironi; ·    Cernusco sul Naviglio: circa 9.000 mq di SLP di nuova edificazione su un’area di circa 5.000 mq a nord del Parco Aironi;
 Carugate: circa 22.000 mq SLP di nuova edificazione e circa 8.000 mq SLP di ristrutturazione edilizia (demolizione di parte del centro esistente e sua ricostruzione), riutilizzando spazi commerciali e parcheggi; ·    Carugate: circa 22.000 mq di SLP di nuova edificazione, riutilizzando principalmente spazi commerciali, parcheggi e un’area verde di circa 600 mq;
b) Riqualificazione della viabilità mediante gli interventi di seguito riassumibili: b) riqualificazione della viabilità mediante:
·          In aree comprese nei comuni di Cernusco sul Naviglio e di Carugate: adeguamento della viabilità in ingresso ed egresso dalla tangenziale Est come di seguito indicato: ·    la realizzazione di un nuovo ingresso-uscita al centro commerciale;
o     In direzione Milano/Venezia con realizzazione di nuova rotatoria costituente l’ingresso nord alle strutture commerciali con realizzazione di nuovo ponte a scavalco della Tangenziale; ·   l’ampliamento del sovrappasso sulla Tangenziale Est mediante l’aggiunta di una corsia per ogni senso di marcia;
o     In direzione Venezia/Milano con realizzazione di apposite corsie di ingresso ed uscita a livello, a valle della quale si articola una viabilità di servizio, costituita da percorsi di collegamento alle due entrate/uscite e da due rotatorie, una centrale di distribuzione e una di collegamento con la SP121; ·   l’eliminazione della contrapposizione dei flussi veicolari in uscita dalla Tangenziale Est direzione MilanoNenezia e di quelli provenienti da Carugate, sgravando la rotatoria fronte centro commerciale posta lungo la SP208 e di conseguenza migliorando le condizioni di traffico sulla SP121 perimetrale al centro abitato di Carugate;
·   la realizzazione di una nuova rotatoria nel Comune di Brugherio;
·          L’attuazione della nuova viabilità comporterà:
o     Investimenti per circa 10 milioni di euro;
o     Realizzazione del terzo accesso al centro commerciale ad ovest, dalla tangenziale EST;
o     La previsione, a regime, della riduzione del 10% circa del traffico sulla SP121 /via Verdi
c) Sviluppo occupazionale con la creazione di circa 250 nuovi posti lavoro e la salvaguardia dei 1.100 lavoratori attuali c)       sviluppo occupazionale con la creazione di almeno 320 nuovi posti lavoro e la salvaguardia dei 1.514 lavoratori attuali;
f)        utilizzo di fonti energetiche alternative e pulite per provvedere al fabbisogno di climatizzazione estivo ed invernale, in misura superiore a quanto previsto dai regolamenti edilizi vigenti e comunque in misura superiore a quanto previsto dalle normative di settore nazionali e regionali vigenti.
Nel valutare la richiesta l’Amministrazione comunale di Cernusco ha tenuto conto di quanto segue: Visto che, per valutare la richiesta, le Amministrazioni Comunali coinvolte hanno reputato rilevante:
1 L’area dall’intervento sita in Comune di Cernusco s/N può considerarsi non strategica nella pianificazione urbanistica del Comune, dato che l’impianto del PGT vigente non subisce stravolgimenti
2.       l’adeguata cura dell’impatto paesaggistico-ambientale;
2 Lo sviluppo occupazionale; 3.       lo sviluppo occupazionale con una significativa attenzione al territorio di riferimento del centro commerciale ed il contestuale mantenimento degli attuali livelli occupazionali, anche con particolare riguardo all’indotto generato dalla presenza del centro commerciale stesso;
3 Le risorse da cessione d’area;
4 Le risorse dirivanti da oneri di urbanizzazione; 5.     le risorse derivanti da oneri di urbanizzazione, da utilizzare per il Comune di Cernusco sul Naviglio nell’ambito della programmazione triennale degli investimenti comunali;
4.       l’importanza complessiva delle misure compensative e/o di mitigazione:
·    la riqualificazione del Parco degli Aironi di Cernusco sul Naviglio e del parco urbano di Carugate e la loro unificazione mediante interramento della strada che oggi conduce al centro commerciale provenendo da Cernusco sul Naviglio: tale intervento renderebbe effettivamente fruibile tale area verde oggi poco utilizzabile a causa della sua conformazione e delle caratteristiche originarie;
5 Le risorse da IMU; 6.     le risorse da gettito fiscale;
6 Il miglioramento della viabilità; 1.       il miglioramento della viabilità;
7 L’importanza complessiva delle contropartite da ottenere:
a)    La riqualificazione del Parco degli Aironi e l’unificazione di tale parco con il limitrofo parco di Carugate; d)      collegamento e riqualificazione del Parco degli Aironi di Cernusco sul Naviglio e del parco urbano di Carugate adiacente alla SP121;
e)      implementazione e miglioramento del collegamento tra il parco urbano di Carugate ed il centro abitato, attualmente costituito da un sottopasso;
b)    Una compensazione ambientale determinata in 4 mq di verde per ogni mq di SPL commerciale edificato; ·    una compensazione ambientale mediante la cessione al Comune di Cernusco sul Naviglio di aree verdi nella misura non inferiore a 4 mq per ogni mq di SLP da edificarsi o, in alternativa, l’impiego di pari risorse economiche necessarie all’acquisizione di aree verdi ovvero di superfici già edificate da trasformarsi in aree con funzioni paesaggistico-ambientali. L’acquisizione avverrà previa perizia asseverata.
c)    Il sostegno della mobilità dolce; ·    il sostegno alla mobilità dolce;
d)    Le risorse per il commercio locale;
L’Accordo di Programma dovrà prevedere: L’eventuale Accordo di Programma dovrà prevedere:
1 Per gli aspetti di carattere generale: I. Per gli aspetti di carattere generale:
·       Il percorso istruttorio, promuovendo percorsi di partecipazione dei portatori di interesse (commercianti,imprese, terzo settore, associazioni ambientaliste) e della cittadinanza; ·    un percorso istruttorio che potrà essere aperto alla partecipazione guidata dei portatori di interesse (commercianti, imprese, terzo settore, associazioni ambientaliste) e della cittadinanza;
·       Il rispetto delle indicazioni e dei valori del PGT vigente, volte a tutelare il paesaggio e il territorio e in particolare le aree verdi anche mediante lo strumento della compensazione ambientale; ·    la tutela del paesaggio e del territorio;
·       L’individuazione di risposte concrete al bisogno di lavoro in questo periodo di crisi, con particolare attenzione all’occupazione giovanile; ·    la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali e la prospettiva di sviluppo con nuovi posti di lavoro;
·    il vincolo ad aprire al pubblico le aree di nuova edificazione solo a seguito del completamento e del collaudo delle opere viabilistiche previste nell’Accordo di Programma;
·       Il sostegno al commercio locale in quanto cuore sociale e culturale della città; ·    il sostegno al commercio di vicinato mediante misure economiche compensative;
·                  l’impegno unilaterale della proprietà del centro commerciale a non concedere spazi commerciali per agenzie di scommesse, sale bingo, sale giochi-slot machine (VLT), ambienti dedicati all’installazione degli apparecchi VLT
·                  l’impegno da parte della proprietà a finanziare studi autonomi, coordinati e incaricati dai Comuni di Carugate e Cernusco sul Naviglio, sul futuro impatto che l’ampliamento del centro commerciale porterà sul territorio (in particolare per quanto riguarda la viabilità, l’ambiente e l’occupazione), da definire in sede di Accordo di Programma.
2 Per gli aspetti di viabilistici: Per gli aspetti viabilistici:
·       La realizzazione, a totale cura del proponente, delle modifiche ed integrazioni viabilistiche, per contribuire a ridurre lo stato di congestione che si verifica sulla SP121 e sulla viabilità di Cernusco s/N posta a sud del complesso del centro commerciale come descritto in premessa; ·    la realizzazione, a totale cura del proponente, delle modifiche ed integrazioni viabilistiche, per contribuire a ridurre lo stato di congestione che si verifica sulla SP208 e SP121 e sulla viabilità di Carugate posta a est del complesso del centro commerciale come descritto in premessa;
·       L’area di Cernusco s/N individuata come agricola-strategica nel PTCP vigente qualora la Regione lo consentisse, potrà esssere destinata unicamente a viabilità, con esclusione di ogni altra destinazione, utilizzo ed edificazione, ivi compresi distributori di carburante, autolavaggi e simili, salvaguardando per quanto possibile le aree verdi;
·       Lo sviluppo di una viabilità dolce mediante il miglioramento, la nuova dotazione e la cura di piste ciclabili integrate con la rete esistente che colleghino il centro commerciale con l’abitato; ·    lo sviluppo di una mobilità dolce mediante il miglioramento, la nuova dotazione e la cura di piste ciclabili integrate con la rete esistente che colleghino il centro commerciale con l’abitato di Carugate e che integrino la rete esistente di collegamento tra Carugate e Cernusco sul Naviglio, includendo anche il parco urbano di Carugate, il Parco degli Aironi di Cernusco sul Naviglio ed il Parco lncrea di Brugherio;
·    la realizzazione di un nuovo collegamento ciclopedonale tra Carugate e Brugherio;
·    la creazione di un tavolo di lavoro permanente tra Amministrazione comunale di Carugate e gli esercizi commerciali, in particolare quelli a grandi superfici di vendita, il cui traffico veicolare indotto grava sulla SP208 e SP121, al fine di ottimizzare le modifiche viabilistiche al servizio di tutta l’area;
·    interventi di mitigazione ambientale, da valutare in sede di Accordo di Programma.
3 Per gli aspetti edilizi: 3. Per gli aspetti edilizi:
·         Ampliamento a regime di circa 31.000 mq con seguente ripartizione sui due comuni coinvolti: ·    ampliamento a regime di circa 31.000 mq con seguente ripartizione sui due Comuni coinvolti:
a) Comune di Cernusco s/N: edificazione di nuova SLP non superiore a 9.000 mq, su un’area da cedersi da parte del Comune di Cernusco s/N posta a nord del Parco degli Aironi, in adiacenza al laghetto di cava esistente con edificazione su due livelli e due piani interrati, per una superficie coperta di circa 5.000 mq; b)      Cernusco sul Naviglio: circa 9.000 mq di SLP di nuova edificazione su un’area di circa 5.000 mq a nord del Parco Aironi.
b) Comune di Carugate: circa 22.000 mq SLP di nuova edificazione e circa 8.000 mq SLP di ristrutturazione edilizia (demolizione di parte del centro esistente e sua ricostruzione), riutilizzando spazi commerciali e parcheggi; a)      Carugate: circa 22.000 mq di SLP di nuova edificazione, riutilizzando principalmente spazi commerciali, parcheggi e un’area verde di circa 600 mq;
4 Per gli aspetti economici: 4. Per gli aspetti economici:
·         Cessione dell’area di proprietà comunale di circa 9.000 mq, da valutarsi con perizia giurata, comunque con una stima di introito non inferiore ad € 3.500.000,00 al netto di ogni imposta e tassa, che resteranno comunque a carico dell’operatore; ·    Cessione dell’area di proprietà comunale di circa 5.000 mq, da valutarsi con perizia giurata, comunque con una stima di introito non inferiore ad euro 3.500.000, al netto di ogni imposta e tassa, che resteranno a carico del proponente;
·         Interventi a favore del commercio locale tramite un’allocazione periodica di risorse a disposizione del Distretto del Commercio Locale; ·    interventi a favore del commercio locale tramite un’allocazione periodica di risorse economiche a disposizione — per il Comune di Cernusco sul Naviglio — del Distretto del Commercio Locale, per tutta la durata dell’attività del centro commerciale sul territorio, oltre alle compensazioni economiche già dovute per legge;
·    sostegno alle iniziative e alle realtà sportive, culturali e sociali promosse dai due Comuni;
·         Applicazione degli oneri di urbanizzazione con le tariffe più alte in uso nei due Comuni coinvolti; ·    applicazione degli oneri di urbanizzazione con le tariffe più alte in uso nei due Comuni coinvolti.
5 Per gli aspetti paesaggistici ed ambientali: 5. Per gli aspetti paesaggistici ed ambientali:
·     conferma dell’impegno del Comune di Cernusco sul Naviglio a conferire all’interno dell’Accordo di Programma una superficie di circa 9.400 mq di proprietà comunale, già destinata dal PGT ad edificazione residenziale, rinunciando al progetto là previsto e riservando l’area stessa a verde;
·         Compensazione ambientale mediante la cessione al Comune di Cernusco sul Naviglio di aree a servizi di cui all’Art. 14 del Piano delle Regole del PGT, comunque nella misura non inferiore a mq 4 di cessione a fronte 1 mq di edificazione (SLP); ·    una compensazione ambientale mediante la cessione al Comune di Cernusco sul Naviglio di aree verdi nella misura non inferiore a 4 mq per ogni mq di SLP edificata, previa perizia asseverata, secondo quanto previsto dall’art.14 del Piano dei Servizi;
·         Interventi ad esclusiva vocazione naturalistica del Parco degli Aironi e rinaturalizzazione e consolidamento delle sponde del lago ex-cava; ·    interventi ad esclusiva vocazione naturalistica all’interno del Parco degli Aironi e rinaturalizzazione e consolidamento delle sponde dell’ex lago di cava;
·         Integrazione del Parco degli Aironi con l’attuale parco sito in Comune di Carugate a ridosso del centro commerciale; ·    unione del Parco degli Aironi di Cernusco sul Naviglio con il parco urbano di Carugate, in modo tale da rendere i due parchi un’unica area verde, meglio fruibile dai cittadini;
·         Manutenzione ordinaria e straordinaria del Parco degli Aironi a carico dell’Operatore per tutto il tempo in cui sarà operative il centro commerciale. ·    riqualificazione ex-novo, manutenzione ordinaria e straordinaria del parco che si verrà a creare in seguito all’unione del Parco degli Aironi di Cernusco sul Naviglio e del parco urbano di Carugate, a carico dell’Operatore per tutto il tempo in cui sarà operativo il centro commerciale (con convenzione da definire), compreso l’interramento della viabilità comunale di accesso al centro commerciale dalla SP121, nonché il sistema di illuminazione relativo (strada e parco), per la parte di consumi e manutenzione ordinaria e straordinaria;
·         Realizzazione dell’intervento commerciale con estrema attenzione all’inserimento paesaggistico, con particolare riguardo alla facciata che verrebbe realizzata sul Parco degli Aironi fronte lago cava, anche secondo indicazioni vincolanti fornite dal Comune. ·    realizzazione dell’intervento commerciale con estrema attenzione all’inserimento paesaggistico, anche secondo indicazioni condivise fornite dai Comuni, con particolare riguardo all’impatto paesaggistico della nuova costruzione sul parco urbano e sul Parco degli Aironi;
·    impegno da parte della proprietà ad effettuare interventi di mitigazione ambientale, mediante piantumazioni e interventi di ingegneria naturalistica;
·    impegno, da parte della proprietà, a finanziare insieme all’Amministrazione comunale di Carugate un intervento specifico nei confronti delle cause principali di inquinamento.
6. Per gli aspetti legati al trasporto:
·    impegno unilaterale della proprietà del centro commerciale a partecipare, per la quota in carico al Comune di Carugate, alle spese per l’affidamento di studi di fattibilità del prolungamento della linea metropolitana MM2 o di altre forme di trasporto ad essa alternative;
·    impegno unilaterale della proprietà del centro commerciale, qualora ci fosse la possibilità di un prolungamento della linea metropolitana (o di forme di collegamento alternative) che riguardasse il Comune di Carugate, a compartecipare con gli altri operatori interessati, ai costi di realizzazione di tale opera, con particolare riguardo alla costruzione della stazione;
·    implementazione di forme di trasporto integrative ai servizi attualmente disponibili sul territorio carugatese, in particolare per collegare Carugate con territori ad oggi poco o per nulla raggiunti, quali Milano e Monza;
·    realizzazione di stazioni di ricarica per auto elettriche all’interno del parcheggio del centro commerciale.

L’ecuosacco ed il bilancio di fine anno

Cinque mesi sono un intervallo temporale anomalo, ma a fine anno è tempo di bilanci ed il clima natalizio è pure propizio per le buone notizie. Così arriva il bilancio per l’ecuo sacco, il sacco di plastica rossa per la raccolta dei rifiuti indifferenziati su cui è riportato un codice numerico associato alle utenze, introdotto a Cernusco dal 1 giugno di quest’anno e destinato ad una “sperimentazione” che durerà sino alla fine del 2017.  L’innovazione si deve a CEM Ambiente, società partecipata che dal 1 gennaio 2016 e per nove anni è diventata il nuovo gestore del servizio di igiene urbana.
Nel mese di maggio le famiglie hanno dovuto mettersi in coda agli sportelli comunali per ritirare i sacchi rossi da quaranta litri in quantità predefinita per nucleo familiare (o azzurri da 120 lt per le utenze non domestiche) e destinati a durare sino alla fine del 2017. Per gli spreconi gli eventuali sacchi in più sono a pagamento, mentre per i virtuosi non c’è nessun premio.
Potrebbe sembrare uno dei molti modi che i gestori del servizio di igiene urbana usano per cercare di ridurre la quantità di rifiuti indifferenziati, aumentare la raccolta differenziata ed arrivare ad una tariffa puntuale ove le tasse per i rifiuti sono in relazione diretta ai rifiuti prodotti da ciascuno. Ma così non è, perché l’ecuo sacco, oltre che un orrore lessicale, rappresenta una vera e propria falsificazione semantica.

Analisi del rapporto dotazione ecuo sacco e tipologia nucleo familiare fra i comuni aderenti all’ecuo sacco.
fonte: studio sull’ecuo sacco di Sergio Pozzi e Sergio Rocchi

La dotazione familiare di sacchi è la stessa per tutti i comuni ove CEM Ambiente ha introdotto l’ecuo sacco ma, mentre a Cernusco la produzione di rifiuti indifferenziati è di 150 Kg all’anno per abitante, a Bellusco se ne producono solo 54. La risposta non può essere la stessa su territori con quantità di produzione di rifiuti così diverse: la definizione della dotazione familiare avrebbe dovuto basarsi su criteri più equi e soprattutto più rispondenti ai reali quantitativi di immondizia da smaltire. Quindi, nonostante il nome ecuo sacco voglia richiamare insieme equità ed ecologia, i sacchi rossi non possono affatto definirsi equi.

Inoltre la ripartizione delle aree urbane di raccolta da quattro a tre e la riduzione del numero di ritiri dell’indifferenziato da due alla settimana ad uno solo si connota come una riduzione del servizio a cui non corrispondono misure di compensazione del disagio.
A Cernusco infatti non è stata messa in atto nessuna delle misure di compensazione e solidarietà sociale che si utilizzano in molti altri comuni. Non sono state previste ad esempio raccolte dedicate per chi deve smaltire pannolini e pannoloni oppure presidi sanitari, né realizzati punti di raccolta nel territorio per quei materiali di uso quotidiano (tazzine rotte, lampadine, olio vegetale, ecc) che andrebbero conferiti alla piattaforma ecologica che però si può raggiungere solo in auto. Dare ai cittadini l’opportunità di ridurre l’uso dell’auto significa non solo mettere in atto concrete misure di riduzione dell’inquinamento, ma soprattutto è un segnale di attenzione vera per quelle categorie di persone che non hanno l’auto o non possono usarla.
Sul territorio comunale non ci sono contenitori per la raccolta dell’olio usato, né sono state messe in atto campagne di promozione dell’uso di prodotti più sostenibili dal punto di vista ambientale, tipo pannolini riciclabili per bambini, coppette mestruali per le signore, lettiere ecologiche per i gatti. Così come non c’è traccia di incentivi per gli esercizi commerciali che utilizzino meno imballi o che predispongano aree di vendita di prodotti alla spina o aree destinate alla raccolta differenziata selettiva (tipo tappi di sughero, pile, olio vegetale).
Non sono stati adottati incentivi urbanistici e/o economici per quei condominî che non hanno spazi adeguati alla raccolta differenziata (ce ne sono e sono proprio quelli ove le condizioni socio-economiche sono in stretta relazione con l’adeguatezza degli ambienti). Infine, ma non ultime non sono state previste misure di solidarietà sociale per la riduzione della TARI per i nuclei familiari in difficoltà economica.
Si trattava di misure che avrebbero significato attenzione concreta per le esigenze dei cittadini e che sono di limitato impatto economico rispetto ad un servizio complessivo che costa più di 4 milioni di euro.

Nulla di tutto questo però viene citato nel bilancio sul sacco rosso che l’amministrazione ha presentato in questi giorni: in soli cinque mesi la quantità di rifiuti indifferenziati, a detta del sindaco Eugenio Comincini e dell’assessore Ermanno Zacchetti, si sarebbe ridotta del 60,5%, la raccolta differenziata sarebbe balzata all’84% con una conseguente riduzione del 10% sulla tassa per i rifiuti del prossimo anno.
Si tratta di dati estrapolati dagli uffici tecnici del comune di Cernusco che arrivano dal CEM Ambiente. Un po’ di cautela sarebbe stata opportuna visti i precedenti: ricordiamo bene l’inattendibilità dei dati forniti nel corso della presentazione pubblica dell’ecuosacco dello scorso 17 maggio riferiti a valori diversi e non omogenei per anni e comuni, per non parlare della relazione tecnica di corredo alla delibera di giunta con cui si è introdotto l’ecuo sacco, in gran parte copiata da quella usata dal comune di Brugherio l’anno precedente. In altri paesi copiare un documento porta alle dimissioni e copre di vergogna chi lo fa, qui da noi diventa prassi istituzionalizzata .
Ai dati privi di riscontri sulla quantità di rifiuti prodotti e raccolti presentati nel bilancio del sacco rosso di questi giorni si affiancano le cifre dei costi del servizio che porterebbero il prossimo anno ad una riduzione del 10% della tassa sui rifiuti.

Sono mesi che molti cittadini evidenziano che i dati forniti non tornano, che ci sono troppi disallineamenti fra le quantità di rifiuti dichiarate nei dispositivi amministrativi che hanno formalizzato l’adozione delle tariffe TARI e del sacco rosso (quest’ultima emessa dal giunta comunale in modo tardivo e solo dopo la segnalazione di un cittadino socio del nostro comitato) ed i dati che si ricavano (con molta difficoltà!)  dalle tabelle riepilogative di CEM Ambiente), come dimostra lo studio sull’ecuo sacco di Sergio Pozzi e Sergio Rocchi.
Eppure il contratto di servizio stipulato con il gestore impone all’amministrazione precisi doveri di vigilanza e controllo, oltre che obblighi di trasparenza nei confronti dei cittadini.
Troppi e troppo diversi i valori riportati in vari documenti: ad esempio la stima sui rifiuti di CEM per il 2016 era di 10.863 tonnellate, mentre la tabella del computo della TARI dell’amministrazione riporta 14.800 ton. e, poiché nel documento presentato il 17 maggio scorso in Filanda, per il 2015 venivano indicate 15.300 tonnellate (ma in una tabella precedente della Cernusco Verde venivano indicate 15.547,42 ton), vuol dire che c’era una previsione di 500 tonnellate di rifiuti in meno rispetto all’anno precedente.
Dalle dichiarazioni del sindaco Comincini e dell’assessore Zacchetti, invece, in soli cinque mesi ci sarebbe stata una riduzione del 60% dei rifiuti secchi. Si segnala una media mensile di 336,7 ton al mese, che con l’ecuo sacco precipita al 133 ton, ma non si riporta con la stessa enfasi che il multipack ha subito un aumento del 70% . Quindi gran parte di quello che andava nel secco ora finisce nel multipack ed è più significativo rilevare che la quantità complessiva di rifiuti sarebbe diminuità di solo il 9%.
Come riferimento aggiungiamo che nel 2015 i ricavi della Cernusco Verde, il precedente gestore, sul servizio di igiene urbana erano di 3.856.894 euro. Il costo attuale è del servizio con CEM Ambiente è di 4.040.000 euro.
E’ ora il momento di far chiarezza, perché i cernuschesi sono virtuosi, ma hanno la puzza sotto il naso (cit.) e non vogliono essere presi in giro. Occorre un osservatorio sui rifiuti che valuti l’andamento del servizio, le sue criticità e l’operato del gestore. Tale ambito deve comprendere rappresentanti di tutte le parti coinvolte dal progetto: in primo luogo i cittadini, il civismo organizzato, gli amministratori dei condomini, il gestore del servizio, esperti tecnico-scientifici del settore, l’amministrazione insieme a figure di mediazione. I bilanci veri si fanno con questo tipo di strumenti, il resto è propaganda.

Ecuo sacco o della democrazia dai rifiuti

asssemblea17052016
Sudditi viziati. Così sono stati considerati gli abitanti di Cernusco perché godono del privilegio della raccolta due volte la settimana dei rifiuti secchi, mentre gli altri comuni serviti dal gestore del servizio di igiene urbana ne hanno una sola. Ma a partire dal 1 giugno, come hanno comunicato insieme il sindaco e l’assessore all’ecologia nell’assemblea convocata mercoledì 17 maggio per informare i cittadini della novità, la raccolta differenziata subirà un cambiamento strutturale con l’introduzione dell’ecuo sacco: alle famiglie verranno distribuiti sacchetti per i rifiuti indifferenziati in numero contingentato, calcolati proprio sulla base di una sola raccolta la settimana.
Far cambiare abitudini ad una comunità è sempre difficile, soprattutto se gli effetti positivi di lungo respiro della modifica non sono ben definiti e se ne percepiscono solo i contingenti aspetti negativi. Per questo sarebbe stato importante rendere partecipe del progetto la comunità cernuschese attraverso un percorso in primo luogo di comunicazione e poi di sperimentazione. Inoltre poiché la gestione dei rifiuti è un servizio di interesse collettivo, sarebbe stato l’ambito ideale di sperimentazione di quelle buone pratiche partecipative che stavano fra le promesse con cui si era presentata questa amministrazione.
Il sindaco ha invece trattato i suoi concittadini da sudditi cui comunicare solo le decisioni prese nel palazzo ed ha dichiarato di non credere affatto alla “democrazia assembleare”. Eppure proprio ad un’assemblea ha fatto ricorso per rivolgersi ai cernuschesi, perché in questo modo – come sanno bene tutti, specie quando le regole le stabilisce chi la conduce – la partecipazione dei cittadini diventa uno sfogatoio privo di incidenza concreta. La differenza fra comandare e governare sta nel modo con cui si assumono decisioni e se l’amministrazione comunale ha fatto ricorso alla democrazia assembleare piuttosto che alla democrazia partecipativa è perché preferisce evitare il percorso definito e regolato di dialettica fra la sfera dei decisori e quella degli altri soggetti coinvolti.
Gli elementi di debolezza del progetto sono emersi chiaramente. A cominciare dal motto “Chi inquina paga” usato (per il momento) come slogan di riferimento per la campagna dall’amministrazione e dal gestore. Le dirette conseguenze di ogni approccio punitivo legato a sanzioni sono sempre che chi ha i soldi inquina quanto vuole; chi fa il furbo non paga mai, nemmeno quando inquina; anche se ne becchi uno che ha infranto le regole, il ricorso favorevole è scontato e alla fine non paga mai nessuno. Meglio sarebbe passare al motto opposto: “chi non inquina viene premiato”: ad esempio, con un’applicazione solo un po’ più evoluta della CEM card si può fare il conteggio dei diversi conferimenti di ciascuna utenza a cui corrispondono poi degli sgravi fiscali o altre forme di incentivi.
Gli amministratori hanno dichiarato che la riduzione del servizio ad una sola raccolta settimanale del secco consente un risparmio di 30 mila Euro (su più di 4 milioni), disagio che sarebbe compensato da un’intensificazione di altri servizi (raccolta con mezzi piccoli nel centro, ampliamento dei giorni di raccolta post festivi, diserbo aggiuntivo). E’ quindi chiaro che non sarebbero i 30.000 euro a far saltare il banco, quanto la mancata omologazione alla scala dei comuni serviti da CEM dell’architettura complessiva del sistema di raccolta che è calibrato su costi di un solo giro ogni sette giorni.
Tale riduzione della frequenza non tiene però conto delle criticità che può comportare la conservazione in casa (o nei locali condominiali) per una settimana di pannolini, pannoloni usati e pure delle lettiere dei gatti. Ci sono categorie di persone con esigenze particolari per le quali occorreva prevedere clausole di salvaguarda con raccolte mirate, oppure – come è stato previsto in altri comuni – modalità diverse per i condomini più grandi. Così come sarebbe stato opportuno prevedere forme agevolate dal punto di vista procedurale e degli oneri urbanistici per l’adeguamento dei locali tecnici dedicati allo stoccaggio dei rifiuti.
Sarebbe stato un vero segnale di attenzione e cura da parte dell’amministrazione comunale. Ora c’è solo una vaga rassicurazione a rifare il punto della situazione fra qualche mese.
Infine, ma non ultime, le forme con cui è stata condotta l’assemblea, ove assessore all’ecologia e soprattutto il sindaco, invece che spiegare ai cittadini la bontà politica ed economica della scelta di un gestore del servizio rispetto ad un altro, si sono messi a discutere del numero di sacchetti, giorni e lettiere di gatto mentre i tecnici CEM facevano da guardaspalle. Così a difendere quella che è una scelta tecnico-operativa del gestore è stato il sindaco, che invece avrebbe dovuto convincere i cittadini della bontà di una scelta politica rivolta alla riduzione dei rifiuti e al miglioramento del sistema di raccolta.
Il risultato è stato l’incapacità di controllare l’ira funesta del pubblico e soprattutto delle signore, cui verrà dimezzata l’igiene domestica, per niente convinti dalle prevedibili e precostituite risposte del sindaco e più interessati agli interventi dei tecnici CEM.
L’ecuo sacco comunque dimostra come si possano attuare o meno buone pratiche di democrazia anche a partire dalla monnezza , un esempio di democrazia dai rifiuti.

Ecuo sacco per chi?

assemblea16052016
“Non parlateci come politici, il risultato dell’ecuo sacco sarà il ritiro una sola volta alla settimana della m. di uomini ed animali”:  è così che sintetizza una signora come funzionerà l’eco sacco a Cernusco (la nuova modalità di raccolta dei rifiuti indifferenziati che entrerà in vigore il 1° giugno) dopo più di un’ora di discussione nell’assemblea organizzata dall’amministrazione comunale per spiegare il nuovo progetto agli anziani. E la risposta è stata: “Cernusco è l’unico comune fra quelli aderenti a CEM che ha ancora due raccolte a settimana”. E ancora, alla domanda su quali sanzioni si andrà incontro qualora nell’ecuo sacco si trovassero rifiuti che invece dovevano essere differenziati, la risposta è stata il rimando al Regolamento Comunale per la gestione dei rifiuti. Non propriamente la risposta più adatta ad un anziano, anzi un cittadino che chiede risposte.

A quindici giorni dall’inizio alla nuova modalità di raccolta rimangono ancora aperti molti punti e permane una sgradevole sensazione di scarsa trasparenza per la mancata comunicazione dei dati di partenza che dovrebbero servire proprio per valutare il progetto.

Eppure nella Relazione illustrativa delle ragioni e della sussistenza dei requisiti per la forma di affidamento al CEM si legge chiaramente che occorre far riferimento a precisi obiettivi:

Schermata 2016-05-16 alle 21.02.18

Bene,  a tutt’oggi e nonostante le ripetute richieste a sindaco ed assessore all’ecologia, non conosciamo ancora quali siano i valori di tali indicatori per il 2014 e per il 2015. Eppure dei dati esistono, se fra i comuni Ricicloni Cernusco è al 34° posto a livello provinciale e sconta ormai diversi anni di raccolta differenziata ferma allo stesso valore – sia pur elevato – del 65%.

L’obiettivo è quello di produrre meno rifiuti indifferenziati e quindi dover far fronte a minori costi di smaltimento, avere più rifiuti selezionati meglio da cui ricavare più guadagno, minori costi nella gestione del servizio di raccolta. L’amministrazione comunale però intende realizzare tutto questo attraverso la riduzione immediata del servizio che passa da due raccolte a settimana ad una sola e con un sistema che invece che premiare i comportamenti virtuosi, multa e penalizza economicamente chi differenzia male.

Il comitato Bene Comune Cernusco, che sin dal 2014 ha sottolineato la necessità di stabilire una connessione virtuosa con i cittadini per migliore il servizio di raccolta e gestione dei rifiuti* (vedi Azioni positive verso una città a Rifiuti zero e Rifiuti: un’analisi dell’andamento negli ultimi dieci anni a Cernusco) torna a chiedere all’amministrazione che renda noti i  dati relativi agli indicatori per il 2014 e 2015 e che venga istituito

un osservatorio cittadino che valuti l’andamento del servizio, le sue criticità e l’operato del gestore. Tale ambito deve comprendere rappresentanti di tutte le parti coinvolte dal progetto, in primo luogo i cittadini,  l’ambito del civismo organizzato, gli amministratori dei condomini, il gestore del servizio, l’amministrazione e, soprattutto, figure di mediazione.

Le rogge di Cernusco: terra di nessuno

rogge
Il 18 aprile le chiare e dolci acque son tornate nel naviglio della Martesana e pure nelle rogge derivate, ma se nel Naviglio tutta la città si specchia e lo considera il suo biglietto da visita, le rogge sono diventate terra di nessuno. Dipendono dal Consorzio di
Bonifica Est Ticino Villoresi, ma non è ben chiaro chi dovrebbe occuparsi della loro manutenzione: i roggai, si occupano delle chiuse con cui viene gestito il flusso delle acqua mentre i frontisti, vale a dire i proprietari dei terreni che si affacciano sulle rogge dovrebbero tenere in ordine sponde ed alveo. In realtà con progressivo venir meno dell’uso dell’acqua delle rogge per irrigare le coltivazioni poiché i campi sono diventati ormai quasi tutti aree edificate, le rogge non servono più a nessuno e sono lasciate in stato di abbandono: la vegetazione sulle sponde non viene più tagliata, la tenuta dell’alveo non è più controllata, la pulizia nei periodi di secca non viene più effettuata.

La roggia Renata, che scorre dalla Martesana da Nord a Sud, parallela a via Melghera sino alla statale 11 si presentava così a quattro giorni dalla riapertura: la griglia di protezione del tratto intubato è completamente ostruita dai rifiuti che impediscono il deflusso dell’acqua il cui livello è risalito sin quasi ai margini delle sponde.

Il rischio esondazione sulla strada e negli edifici vicini era già stato sfiorato un anno e mezzo fa in occasione dei nubifragio del settembre e novembre 2014 per le stesse ragioni, in questi giorni non si può neppure dar la colpa al maltempo, ma solo all’incuria.

La roggia Renata ieri non è esondata ma, a causa del cattivo stato di conservazione delle sponde, si sono verificate infiltrazioni d’acqua nei garage delle case limitrofe. Inoltre un altro problema è oggi costituito da chi dovrebbe occuparsi della rimozione dei detriti: il passaggio dei servizi dalla Cernusco Verde al CEM Ambiente, ha reso il pronto intervento in queste situazioni più complicato: di fatto ieri non c’era nessuna squadra disponibile del CEM e così è dovuto intervenire il consorzio mandando il roggiaio a chiudere l’acqua.

La roggia Renata scorre parallela anche alla pista ciclabile di proprietà del comune che, come frontista, avrebbe obblighi di manutenzione di sponde ed alveo, come pure di controllo della griglia e manuenzione del verde.

La situazione della roggia Renata non è un caso isolato, segnalateci altri episodi e situazioni di incuria e scarsa manutenzione delle rogge di Cernusco, li raccoglieremo e cercheremo di portarli all’attenzione.

Osservazioni sulla convenzione al PLIS Est delle Cave

logoPLISridottoLa struttura del PLIS Est delle Cave riprende quella di molti altri PLIS, vale a dire ambiti territoriali appartenenti a diversi comuni ove i vincoli hanno valenza esclusivamente comunale perché legati al Piano di Governo del Territorio dei singoli Comuni e quindi sempre modificabili. Pertanto non aggiunge tutele, né amplia il regime dei vincoli ad un livello superiore, ma finisce per costituire una sovrastruttura solo formale fra i comuni aderenti cui vengono sommate altre funzioni regolate da una convenzione .

Un esempio emblematico è la figura del Direttore, individuato dalla convenzione nel funzionario dirigente della Gestione del Territorio del Comune Capo Convenzione (CCC) e non attraverso procedure autonome di selezione legate a competenze e merito. Né d’altra parte potrebbe essere altrimenti se non vengono assegnate al parco risorse dedicate. Tale figura non ha quindi autonomia, ma esercita funzioni di coordinamento e segreteria.
L’organo decisionale, secondo la convenzione, è il Comitato di Gestione, costituito dai sindaci dei comuni del PLIS (o loro delegati) e quindi di nuovo figure – in questo caso istituzionali – che sommano incarichi. I componenti il CdG dovrebbero, invece, essere scelte o designate tra persone particolarmente qualificate in materia di conservazione della natura e gestione delle aree protette.
Lo stesso obiettivo del parco volto alla “tutela paesistico-ambientale degli spazi aperti che si caratterizzano per l’attività di escavazione diventa un ossimoro se non si interviene con attività di ripristino delle aree degradate e si pone un limite al consumo di suolo dovuto all’estrazione. Laddove al momento gli unici interventi in programma sono quelli che verranno realizzati dai cavatori e solo perché obbligati dalle norme.
Un parco è efficace se alle funzioni di tutela e conservazione si aggiunge la componente identitaria delle comunità che vivono sul suo territorio. E’ quindi importante che si riconosca alle comunità dei comuni del parco capacità d’incidenza rispetto alle attività di programmazione e soprattutto funzioni di controllo.
A questo riguardo però il Forum Consultivo di partecipazione, unico organismo previsto dalla convenzione aperto alla cittadinanza, è privo di poteri, potendo esprimere solo pareri non vincolanti. Sarebbe, al contrario, l’ambito ideale per forme innovative di partecipazione, attraverso la sperimentazione di processi deliberativi su temi specifici. Non ultima la redazione dei regolamenti degli organismi del parco.
Altro tema è legato alla trasparenza: le sedute degli organismi non sono pubbliche (è prevista la possibilità di una seduta aperta congiunta Forum/CdG, ma soggetta ad autorizzazione), né sono disponibili i verbali delle sedute del Forum.
Infine, ma non ultima, la definizione di obiettivi rispetto ai quali si possano poi fare dei riscontri sullo stato di attuazione/realizzazione. Alcuni esempi: per ciascun comune l’obbligo di destinare almeno una percentuale definita di bilancio al PLIS; la riduzione, meglio, il limite del consumo di suolo sulle aree di PLIS.
Con risorse finalmente definite ed adeguate il parco potrebbe definire un programma di interventi ed primi investimenti dovranno riguardare la mappatura del parco in modo da rendere omogenei gli strumenti urbanistici presenti, oltre che individuare le aree private e quelle pubbliche rispetto alle quali deve essere prevalente l’interesse comune
Si tratta di obiettivi che l’attuale convenzione difficilmente potrà realizzare, proprio per la natura stessa del PLIS, che è un parco privo di soggettività propria. La stessa comunicazione fra i soggetti coinvolti è complicata, così come l’informazione verso l’esterno: dovrebbe essere istituito almeno un referente specifico per il parco cui potersi relazionare.

§§§

Schema di funzionamento del PLIS Est delle Cave secondo la convenzione regolativa fra i comuni:

COMUNE % di ripartizione quote comunali in funzione di popolazione/territorio/incidenza territoriale funzione della convenzione
BRUGHERIO 25,55% Gestione amministrativa, tecnica, vigilanza
CARUGATE 10,01%
CERNUSCO S/N 28,01%
COLOGNO M/SE 19,83%
VIMODRONE 16,60%
Totale 100,00%
Organismi Nominato da/formato da Funzioni  
Comitato di gestione Sindaci+direttore+dipendente UO che fa da segretario verbalizzante le riunioni Vedi art. 5 Riunione ogni tre mesi
Presidente Comitato di gestione Rappresentanza;

Convoca: comitato gestione – Forum

Durata 3 anni, a rotazione, rinnovabile 1 volta + altre
Direttore Dirigente UO gestione del territorio del CCC Vedi art. 7

Convoca comitato tecnico

Prende atto del verbale del comitato di gestione

Partecipa alle riunioni del Forum

Comitato tecnico sindaco di ciascun comune Vedi art. 8 Pareri obbligatori non vincolanti su: pianificazione, bilancio, relazione e rendiconti annuali

– riunioni periodiche presso il CCC

Forum composizione mista Vedi art. 9 Pareri obbligatori non vincolanti su:

-bilancio, relazione e rendiconti annuali

– pianificazione, programmazione interventi

– regolamentazione uso

Formula proposte di promozione  e recupero ambientale del parco

Riunioni almeno 3 volta l’anno

 Per saperne di più sul PLIS:

Lo sfortunato caso del parco delle Cave

Il triste destino del PLIS delle Cave

« Articoli meno recenti Articoli più recenti »