Categoria: raccolta differenziata (Pagina 1 di 2)

Raccolta differenziata: guardiamo i dati e la qualità del servizio

foto dalla pagina fb del comune di Cernusco

L’inserimento di Cernusco sul Naviglio in vetta alla classifica dei comuni ricicloni stilata ogni anno da Legambiente è stato celebrato con soddisfazione ed enfasi per i lusinghieri risultati ottenuti: 87% di raccolta differenziata, fra i comuni lombardi, quello con il maggior numero di abitanti (capoluoghi esclusi).

Merito dei cernuschesi che prestano attenzione a questo importante servizio che riguarda tutta la comunità. Tutto bene, dunque? Siamo andati a guardare un po’ di dati sull’andamento temporale della raccolta differenziata sui portali di CEM Ambiente, gestore del servizio di igiene urbana dal 2016, comparandoli con quelli del Catasto Rifiuti dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione
e la Ricerca Ambientale) ed abbiamo rilevato alcune divergenze:

come si rileva le percentuali di raccolta differenziata hanno un valore simile solo per il 2022, mentre per gli anni precedenti ci sono differenze ed anomalie, anche vistose.

Occorre segnalare che nel 2016 è entrata in vigore una diversa modalità di calcolo dei rifiuti (con l’inclusione nel conteggio di alcune nuove categorie di materiali che vengono avviate al recupero), che ha reso i dati degli anni precedenti a tale data non direttamente comparabili ed introdotto un incremento di quasi 15 punti percentuali.

Inoltre sempre dai dati ISPRA si rileva come la produzione di rifiuti urbani e la raccolta differenziata per Cernusco siano in diminuzione:

Un altro elemento importate è il costo della gestione dei rifiuti a Cernusco, che è passato da 96,3 euro/abitante*anno del 2016 a 105,3 nel 2019 sino a 129 euro bel 2021. A fronte di costi crescenti in questi nove anni dall’introduzione delle nuove modalità di raccolta ed all’appalto a CEM Ambiente, il servizio è migliorato?

In realtà non sembra cambiato dal 2016: non sono mai state introdotte quelle misure – da noi richieste da sempre – che dimostrano attenzione nei confronti dei cittadini, dai punti di raccolta nel territorio per quei materiali di uso quotidiano (stoviglie rotte, lampadine, olio vegetale, ecc), agli incentivi per gli esercizi commerciali che limitano gli imballi, ospitano aree per i prodotti alla spina, o destinate alla raccolta differenziata selettiva (tipo tappi di sughero, pile, olio vegetale), ad una vera tariffa puntuale con meccanismi premiali e di tracciatura.

Per non parlare dell’osservatorio sui rifiuti.

C’è poi un tema più generale legato alla civiltà delle relazioni ed ai doveri degli amministratori: il sindaco non ha mai risposto alla lettera aperta di una cittadina che abbiamo pubblicato nell’aprile scorso (inviata anche per posta certificata) che esprimeva le difficoltà di una persona anziana, senza auto, che non può quindi recarsi alla piattaforma ecologica per smaltire tutti quei rifiuti che non vengono raccolti con la differenziata: dagli oli usati alle stoviglie rotte.

Con il nuovo anno vorremmo davvero un cambio, un servizio di igiene urbana dalla parte delle cittadine e dei cittadini, di tutte le età e più attento alle loro esigenze. Meno enfasi, più fatti.

Rifiuti – lettera aperta al Sindaco

Gentile Sindaco Ermanno Zacchetti

è da tempo che pensavo di scriverLe per sottoporre alla Sua attenzione alcune osservazioni che nascono dalla considerazione che il sindaco, nell’assumere la carica di primo cittadino, diventa il sindaco di tutti e, se non ricordo male, è stata anche la sua promessa.

Il cosiddetto Sindaco di tutti dovrebbe essere responsabile del benessere di tutti i suoi concittadini:

TUTTI……………. e non soltanto della parte che l’ha votato.

TUTTI……………. e non soltanto di ciclisti e sportivi, ai quali Lei dedica tanto tempo, tante attenzioni e per i quali viene speso molto denaro che però arriva da TUTTI I CITTADINI, anche di quelli anziani dei quali Lei e la Sua Amministrazione sembrate esservi dimenticati.

Cittadini che spesso sono messi in difficoltà proprio dalle disposizioni imposte dalla gestione del servizio di igiene urbana approvato dall’amministrazione.

La invito dunque, a riflettere su come dovrebbe intervenire il SINDACO DI TUTTI, modificando finalmente il regolamento sull’Equo Sacco, almeno nelle sue parti più inadeguate tenendo conto che:

  • la popolazione di Cernusco è composta in gran parte da:
  • persone anziane,
  • persone che non guidano 
  • persone che non vanno in bicicletta,
  • che non hanno nessuno che le aiuti e che le porti in discarica a buttare ciò che CEM non raccoglie porta a porta.

Il sistema di raccolta della spazzatura, adottato per Cernusco nel 2016 e mai sinora modificato o ripensato, è palesemente iniquo perché non tiene in nessun conto le categorie che le ho ricordato che vengono così discriminate e messe in difficoltà, sebbene paghino anche loro le imposte sui rifiuti. Avrebbero perciò diritto, come tutti, di affidare i rifiuti al servizio di igiene urbana nel rispetto delle regole. Ma non sempre questo è possibile, specie per alcune tipologie di rifiuti e chi non può si arrangia, dal momento che le disposizioni del regolamento di igiene urbana non sono sempre compatibili con tutte le categorie di cittadini.

Le faccio un esempio che mi auguro chiarisca il concetto: 

– se un’Amministrazione stabilisse che il pattume vada riportato in cima al monte Bianco, è ovvio che non lo farà nessuno.

– se tali disposizioni non venissero osservate, la colpa non potrebbe essere attribuita al cittadino oggettivamente impossibilitato, ma al cattivo decisore ed estensore delle regole.

Per chi, come me, non guida, non va in bici, non ha nessuno che la possa accompagnare, la piattaforma ecologica CEM è come il Monte Bianco.

È vero che ci sono i cittadini disordinati per vocazione o per calcolo, ma non si possono penalizzare tutti per colpa di costoro.

Dunque:

è l’Amministratore che deve predisporre regole per migliorare la qualità della vita ed utili alla nostra comunità, accompagnate da un sistema di controlli e sanzioni per chi non le rispetta.

Ma l’amministrazione fa l’esatto contrario.

Alcuni esempi:

  • Tra i tanti articoli che dovrebbero essere riportati in discarica c’è per esempio l’olio usato domestico, presente in tutte le nostre cucine, ma che è uno dei peggiori inquinanti, come ci è stato ampiamente spiegato e che va portato nell’apposto contenitore della piattaforma ecologica.

Ma Lei sa, Sindaco, come fanno le persone che non possono andare in discarica a buttare questo olio? Io, che parlo con i miei vicini e concittadini, non con i suoi interlocutori privilegiati, so che in moltissimi casi finisce nel W.C. o nel lavandino.

  • L’elenco dei materiali difficili da smaltire è lungo, segnalo solo la bulloneria, le cartucce della stampante, i piccoli elettrodomestici rotti ed i materiali elettrici.

Le disposizioni amministrative finiscono così per produrre comportamenti scorretti, invece che favorire buone pratiche rispettose dell’ambiente.

Insieme ai problemi, vorrei esporle anche delle possibili soluzioni:

  • accordi con negozi e supermercati, come già avviene per la raccolta delle pile esauste, che mettano a disposizione contenitori dedicati come accade in tante altre città;
  • dei punti di ritiro (come già fatto con quelli dedicati alla raccolta degli abiti  usati) posti in vari punti del paese (ottima sarebbe la piazza del mercato).

Queste proposte, che sarebbero davvero semplici da mettere in atto, erano state avanzate sin dal 2016, ma non sono mai state realizzate. Perché? Forse è un problema di costi che dovrebbero sostenere gli esercizi commerciali?  A questo riguardo l’amministrazione potrebbe pensare a tariffe agevolate o pubblicità dedicate per quei negozi che si prestassero alla raccolta dei rifiuti da eliminare (compatibile con la tipologia dei prodotti da loro venduti).

A Voi decisori compete trovare le soluzioni più idonee.

Le ho scritto questa mia lettera aperta, perché forse – a breve – verrà ridiscusso il contratto di servizio per la raccolta dei rifiuti e penso che questi problemi riguardino tutta la nostra comunità. Spero perciò che Lei voglia accettare questi consigli da una semplice cittadina di Cernusco e dare una risposta che esponga soluzioni che rendano il servizio migliore per tutti.

Poiché vorrei avere anche un riscontro diretto e personale a questa mia lettera aperta, ma non attraverso i social che non frequento, le riporto anche la mia mail.

La ringrazio per l’attenzione.

                                                         Elena Maria Chiara Sirtori

la piattaforma ecologica di Cernusco: difficile da raggiungere per chi non ha mezzi di trasporto

#occhiapertielezionicomunali: approfondimenti sull’ecuosacco

Abbiamo visto nel recente post sul servizio di Igiene Urbana, che i dati presentati dall’Amministrazione subito dopo l’introduzione del sacco rosso non hanno chiarito tutti i dubbi su questo importante servizio cittadino.

Abbiamo perciò voluto conoscere più in dettaglio la materia, utilizzando le informazioni disponibili presso un ente terzo e aperte a tutti: ARPA Lombardia, dove tra l’altro sono da poco comparsi i dati relativi al 2020.
Qui di seguito alcuni aspetti che abbiamo colto e che ci sembrano poco chiari.

Iniziamo con l’analizzare l’andamento della popolazione e delle utenze del nostro comune, dal 2010 al 2020. Il grafico qui sotto mette in evidenza tali andamenti.

Come si vede, sia gli abitanti, sia le utenze sono in costante crescita in questo decennio. Di conseguenza, ci si attende anche una crescita della quantità di rifiuti urbani e, naturalmente, anche della quota di raccolta differenziata (RD). Questi andamenti sono mostrati nella figura seguente.

Contrariamente alle attese, il totale di rifiuti urbani ha un andamento quasi piatto negli anni, attorno a 16 mila tonnellate, mentre la quota parte di rifiuti differenziati, stabile attorno a 10 mila ton fino al 2015, sale per effetto dell’introduzione dell’ecuosacco nel 2016 e 2017, finendo nel 2020 in lieve crescita. L’andamento percentuale è mostrato qui sotto; come si vede, coincide abbastanza con le informazioni ufficiali diffuse dall’Amministrazione.

In realtà, il discorso è più complicato.
Come abbiamo scritto nel precedente post, nel 2016 cambia il metodo di misura della RD, con l’inclusione nel conteggio di alcune nuove categorie di materiali che vengono avviate al recupero. Sempre nel 2016, entra in vigore il sacco rosso nel nostro comune. I dati di ARPA (inviati da ogni singolo comune) iniziano a tener conto del nuovo metodo dal 2017, ma sul sito di ARPA continuano ad essere presenti anche i dati calcolati col metodo precedente, per cui è possibile fare un confronto tra i due, come mostra la figura qui sotto.

La linea arancio mostra l’andamento della raccolta differenziata col metodo pre – 2016. Tra il 2016 ed il 2017 la crescita è legata naturalmente all’introduzione dell’ecuosacco, ma la percentuale arriva al massimo a 80%, addirittura con una diminuzione negli ultimi due anni.

In realtà, si potrebbe obiettare che il metodo attuale ci posiziona sopra al 85% ed è il metodo ufficiale al momento. E’ vero, però allora dovremmo proiettare all’indietro il metodo corrente e vedremmo che negli anni precedenti al 2017 saremmo stati da 5 a 8 punti percentuali sopra alla linea arancio, quindi vicini al 70% di R.D.

In conclusione, il beneficio del sacco rosso si traduce in un incremento di RD di 15 punti percentuali, non dei 20 e più pubblicizzati a suo tempo.

Oltre a questo, ci sono altri due aspetti che meritano attenta considerazione e che se non prontamente affrontati, possono farci sensibilmente regredire.
Il primo punto è relativo al recupero complessivo (di materiali e di energia) che deriva dalla nostra RD. I materiali conferiti ad ogni frazione, non sono “puri”, ma ci sono degli scarti, che di fatto non possono essere riciclati. La parte “energia” invece indica quanto viene ottenuto dall’incenerimento del residuo non differenziabile (ecuosacco più scarti della RD). I dati ARPA mostrano un declino complessivo, soprattutto per la parte “materiali”, che meriterebbe di essere meglio indagato. Una nostra ipotesi è che la qualità della RD non sia ottimale, che alcuni materiali siano erroneamente mischiati ad altri o attribuiti nella frazione sbagliata, in maniera crescente. Il grafico qui sotto mostra questo andamento.

Il secondo punto, ma certamente non meno importante, riguarda il costo del servizio di igiene urbana, che generalmente viene mostrato come “costo per abitante” o costo pro-capite. Ecco il grafico che mostra l’andamento.

Si vede chiaramente come, dopo una discesa anche significativa fino al 2016, successivamente l’andamento sia molto incerto, con un aumento drastico nel 2020, primo anno della pandemia. Non abbiamo dati sufficienti per analizzare questo improvviso aumento del costo pro capite, ma ci aspettiamo dai nostri amministratori (attuali e futuri) qualche spiegazione e soprattutto qualche azione per rimettere sotto controllo i costi del servizio di igiene urbana.
Come già ribadito nel precedente articolo, non sarebbe ora di istituire l’osservatorio sui rifiuti?

Ribadiamo ancora che tutti i dati mostrati provengono dal sito di ARPA, dove possono essere liberamente consultati e confrontati da chiunque a questo indirizzo

Il sortilegio e le elezioni

Alla vigilia elettorale Cernusco si guarda allo specchio e l’immagine riflessa, a seconda dei candidati, diventa un racconto sospeso fra incanto, nostalgia e disincanto. Una città da cartolina, tutta verde, sport e concerti che rende felici (!) i cittadini  grazie alla sua grande bellezza attuale oppure una città dallo smalto perduto che va riconquistato per ristabilire la primazia nella Martesana (!).

Più banalmente e prosaicamente è una città che negli ultimi quindici anni ha visto un notevole incremento della popolazione (circa il 15% ) grazie ad un’espansione urbanistica andata a saturare le poche aree verdi rimaste libere. Cernusco è infatti l’approdo privilegiato di una domanda immobiliare che non può permettersi i prezzi della metropoli e quindi cerca nella sua periferia nuove costruzioni in un contesto urbanistico in parte preservato dall’espansione edilizia del secolo scorso. Le case costano meno che a Milano centro, sebbene molto di più che nel resto della periferia urbana, così interi quartieri sono stati costruiti là dove c’erano campi, in un crescendo di consumo di suolo e territorio e di problemi connessi ad un così rapido incremento della popolazione.

A cominciare dalla gestione dei servizi di interesse collettivo, come la raccolta dei rifiuti – ripensata da un anno a questa parte con l’introduzione del sacco rosso (falsamente) tracciabile – che non prevede forme di aiuto per quelle famiglie o situazioni che si trovano a dover smaltire molto più rifiuto indifferenziato a causa di pannoloni e pannolini per i quali non è previsto alcun ritiro dedicato come accade in molti altri comuni, più attenti e solidali con chi ha problemi. Così come non esistono forme di solidarietà fiscale della tariffa sui rifiuti destinate a chi è in difficoltà, né forme di attenzione per chi non può recarsi in piattaforma ecologica, né attivazione quelle misura di incentivazione della raccolta differenziata legate all’informazione  con il coinvolgimento delle scuole e  del civismo organizzato, all’adozione di incentivi per gli esercizi commerciali  per la riduzione e l’uso di imballaggi a minor impatto,  la creazione  di aree di vendita dei prodotti sfusi, la promozione di  prodotti  più sostenibili (lettiere ecologiche, pannolini riciclabili) , sino all’importante centro del riuso.  Nulla di tutto ciò è stato messo in atto e per di più  l’assoluto rifiuto di dialogo ha prodotto un  vero e proprio corto circuito con la cittadinanza: se da una parte con il sacco rosso la raccolta differenziata è arrivata all’85%, dall’altra c’è stato un peggioramento della qualità del multipack e del decoro complessivo della città per i numerosi abbandoni di rifiuti .  E neppure un bilancio  dell’andamento vero si può fare per i dati farlocchi che vengono forniti ai cittadini.

Eppure un osservatorio sui rifiuti, strumento che come comitato Bene Comune Cernusco avevamo proposto sin dall’inizio del sacco rosso, sarebbe molto utile, soprattutto per effettuare verifiche di efficacia del servizio e conciliazione  delle parti in gioco.

Nella bella perla della Martesana  (cit.) si respira però un’aria cattiva (le concentrazioni di polveri sottili sono elevate e nel periodo invernale sempre a livelli fuori dai limiti) e si beve acqua che presenta concentrazioni elevate – sebbene nei limiti, ma ancora per poco – di Cromo. Eppure l’entità di tali inquinamenti per Cernusco non è un dato disponibile perché non ci sono stazioni di rilevamento della qualità dell’aria e per l’acqua i dati degli inquinanti dei pozzi non sono disponibili.

Così come non è noto l’indice di consumo di suolo, indicatore fondamentale per capire come è cresciuta la  città e verso quale modello  di sviluppo intenda andare. Sino a cinque anni fa era circa il 30 % del territorio ma, fra l’avanzare delle case costruite e delle aree di escavazione, la percentuale  di suolo libero oggi sarà notevolmente più bassa, senza che questo rientri  fra gli elementi di allarme ed induca ad adottare piani di blocco del consumo del suolo entro tempi definiti .

A questo riguardo è emblematica la volontà da parte dell’amministrazione di vendere di una porzione del parco degli aironi ad un fondo immobiliare con sede in Olanda per consentirgli di ampliare il centro commerciale Carosello. Il comitato Bene Comune Cernusco  è sempre stato contrario a tale operazione che trasforma un bene comune con funzione sociale di parco in una merce, ne ha ribadito la sua contrarietà dopo che l’atto d’indirizzo è stato riproposto nel gennaio scorso in consiglio comunale e la ribadisce oggi, alla vigilia elettorale.

I cittadini hanno poche occasioni per far sentire la loro voce,  le elezioni sono una di queste,  e con il voto  di oggi possono disegnare il futuro di Cernusco. E’ bene ricordare che  il parco degli Aironi è stato lasciato in abbandono ed ora si spaccia l’intervento del privato come una panacea grazie al ripristino ambientale del parco di cui si farebbe carico e per i benefici economici dell’operazione (sette milioni di euro). Si tratta al contrario di urbanistica contrattata volta a far cassa (Cernusco non ne avrebbe neppure bisogno, non è un comune in dissesto, anzi) e a favorire interessi di privati.

Il ritiro dell’atto di indirizzo ed il rigetto dell’accordo di programma sull’ampliamento del centro commerciale Carosello sono pertanto condizioni essenziali per la tutela del bene comune della città, sia in relazione ai beni materiali (suolo, territorio, aria) che immateriali (aspetti compensativi ed etici).

Dalla trappola che vuole la città, a partire dal parco degli Aironi, trasformata in un divertificio si può uscire: la città non è più quella di un tempo, le sue radici rurali sono ormai quasi perdute ed è avviata verso  un processo di  progressiva gentrification.  Così non è con la patetica  e stucchevole forzatura del recupero di un lontano ricordo letterario trasformato in gastronomico che si recupera il passato, ma con l’attenzione e la cura per le sue testimonianze. Guardate a come sono ridotte oggi le cascine di Cernusco, tutte assediate da nuove costruzioni e nuove strade senza alcuna fascia di rispetto, mentre si sprecano iniziative e progetti per il divertimento.

La cancellazione delle testimonianze del passato e l’alienazione del patrimonio comune privavano le comunità del loro senso collettivo. E’ oggi l’occasione per rompere  il sortilegio .

 

Monnezza: informazione, disinformazione e propaganda

“arriveremo a produrne oltre il 50% in meno” .

Così scriveva l’assessore all’ecologia Ermanno Zacchetti alla vigilia dell’introduzione del sacco rosso (che ci rifiutiamo di chiamare ecuo sacco, perché non è equo né ecologico). In dicembre è arrivata la comunicazione da parte di sindaco ed assessore che dopo cinque mesi la percentuale di rifiuto indifferenziato a Cernusco si è ridotta del 60,53%.
Si tratta di dei dati comunicati al comune da CEM Ambiente, concessionaria da gennaio del servizio di igiene urbana, riassunti in questa tabella:

Lo stesso assessore Zacchetti si chiede: “Può nascere il dubbio sulla veridicità di questi dati: sono veri o sono farlocchi?” E fa un lungo excursus per concludere che “Il Comune … tra marzo e aprile di ogni anno ha l’opportunità di verificare ed avere una visione completa su tutti i dati riguardanti i rifiuti dell’anno precedente”.

I dati relativi all’andamento di cinque mesi di raccolta differenziata forniti dal gestore rappresentavano  un’informazione da verificare, ma sono stati direttamente trasferiti come notizia ai cittadini  dall’amministrazione. Ci si chiede allora perché in dicembre siano stati presentati se:

1) sono solo un’anticipazione e per il bilancio definitivo occorrerà aspettare marzo/aprile;
2) si tratta di dati che arrivano direttamente dal gestore del servizio e sono stati riportati alla cittadinanza senza una verifica (almeno non dichiarata) da parte dell’amministrazione che pure ha compiti di vigilanza e controllo sul gestore;
3) non derivano dal peso reale dei rifiuti conferiti che si ricava solo dai registri FIR (Formulario di Identificazione Rifiuto) di carico e scarico dei materiali, come dichiarato dallo stesso assessore.

Nelle scorse settimane si è molto discusso in Italia su bufale ed opportunità di controllo dell’informazione. Persino la monnezza, la monnezza della nostra città, ci aiuta a riflettere e rende concreto questo dibattito.
I dati sui rifiuti sono veri o farlocchi? Chi dovrebbe controllarli? Ci troviamo davanti a informazione, informazione falsa (disinformazione) oppure propaganda?
L’amministrazione non ha voluto istituire un osservatorio sui rifiuti composto da soggetti diversi che avrebbe potuto verificare come soggetto terzo i dati presentanti invece senza contraddittorio; la stampa locale si è limitata a riprendere il comunicato stampa del comune senza porsi domande e/o approfondire venendo meno al compito del giornalista che, secondo il grande reporter Robert Fisk è “dare le notizie e porsi delle domande”.
Intanto i cittadini hanno già dimostrato – sinora senza alcuna smentita – che i dati forniti da CEM sull’andamento dei rifiuti dopo l’introduzione del sacco rosso non corrispondono a ciò che si rileva dai tabulati. Riportiamo solo due esempi tratti dallo studio sul sacco rosso di S. Pozzi e S. Rocchi.

2013-14-15 – CURVA E.S. TRE COMUNI, dallo studio sull’ecuo sacco di Pozzi e Rocchi (11, dia 15)

2014-15 CURVA E.S. 10 COMUNI – studio sull’ecuo sacco di Pozzi e Rocchi (11, dia 23)

I dati sui rifiuti sono importanti, servono come base per stabilire le tariffe della tassa sui rifiuti che ci troveremo a pagare quest’anno. La loro presentazione a metà dicembre era così propedeutica alla successiva approvazione nel consiglio comunale del 22 dicembre 2016 del Piano Finanziario 2017 del servizio di gestione dei rifiuti urbani del Comune di Cernusco sul Naviglio e delle relative tariffe della tassa sui rifiuti (Tari) anno 2017 e del Bilancio di previsione finanziario.

Il problema quindi è che come faremo a controllare l’adeguatezza delle tasse che paghiamo e, prima ancora, che i notevoli costi del servizio di igiene urbana siano effettivamente congrui se la disinformazione è istituzionale?

Il 2017 si apre con gli stessi interrogativi dei mesi scorsi, con forse uno spiraglio legato al fatto che questa primavera ci saranno le elezioni e su questi temi chi si propone di governare il paese per prossimi anni avrà modo di proporre quegli strumenti sinora negati ai cittadini per distinguere l’informazione dalla propaganda rispetto ai beni ed ai servizi di interesse collettivo. E lì si farà la differenza.

L’insostenibile leggerezza dell’ecuosacco – 2a puntata

leggerezza Quarta leggerezza insostenibile.
A dispetto o nonostante l’adeguata informazione, la città appare più sporca ed alle lamentele dei cernuschesi sull’ecuosacco l’amministratore unico di CEM, invece che verificare e tener conto delle segnalazioni, ha risposto con un giudizio di valore sui cernuschesi (hanno la puzza sotto il naso). Una battuta infelice ed inopportuna che il Sindaco non si è neppure sentito in dovere di stigmatizzare per difendere i suoi concittadini.

Quinta leggerezza insostenibile.
Lo hanno chiamato ecuosacco, forse perché dovrebbe coniugare insieme ecologia ed equità. Ciò che sin dalle elementari avrebbero segnato come un errore di ortografia, viene proposto come elemento d’innovazione. In realtà è un’operazione di marketing aziendale che non pare essere in linea con gli obiettivi annunciati.
Partiamo dalla riduzione dei rifiuti secchi. Nel documento Il progetto Ecuo Sacco a Cernusco: dati e info utili, presentato nell’incontro pubblico del 17 maggio si legge che grazie all’introduzione del sacco rosso i rifiuti secchi nel 2015 hanno subito una riduzione del 66% e tutte le altre tipologie di rifiuti un incremento (umido 14%, multipack 43% e carta 22%).
Dati più che confortanti quindi. Eppure c’è qualcosa che non torna: i comuni coinvolti nel 2014, primo anno di sperimentazione sono tre (Bellusco, Grezzago e Mezzago), nel 2015 se ne aggiungono sette (Camparada, Cambiago, Caponago, Carugate, Cassano d’Adda, Lesmo e Vaprio d’Adda) e quindi il confronto su dati omogenei da un anno all’altro si potrebbe fare solo per i primi tre rispetto al 2013, invece vengono tutti messi insieme in un unico calderone.

Ma c’è di più, accade che due cittadini (SyS) poco convinti da questa approssimazione si siano dati la briga e pure il gusto di andare a verificare i dati proposti. Hanno così controllato le tabelle relative ai rifiuti per ciascun comune pubblicate da CEM Ambiente mettendo insieme migliaia di valori e ricomponendo le tipologie di rifiuti. Un lungo e paziente lavoro di analisi che ha portato a risultati diversi da quelli presentati: la riduzione dei rifiuti secchi dopo l’introduzione del sacco rosso rispetto al 2013 è del 52%, l’incremento dell’umido del 51%, il multipack 43%, la carta il 37%. Molto meno se si valuta il solo 2014: 8% di riduzione del secco, l’incremento dell’umido del 36%, il multipack 10%, la carta il 13%.
Quindi la riduzione dei rifiuti secchi c’è, ma solo a partire dal 2015 ed è del 20% inferiore a quella dichiarata.

Sesta leggerezza insostenibile.
Tali valori sono però stati ripresi anche nella relazione tecnica di accompagnamento alla delibera istitutiva del “progetto sperimentale ecuosacco”, datata 24 maggio 2016 a supporto dell’efficacia del progetto. Relazione curata dall’ufficio tecnico del comune di Cernusco ma che è praticamente uguale a quella del comune di Brugherio redatta l’anno precedente quando anche Brugherio entra a far parte del progetto. Quindi in due comuni nessuno è andato a controllare i dati forniti da CEM, è stato fatto un copia/incolla della loro relazione che è stata pure ulteriormente scopiazzata da un ufficio tecnico all’altro.

2a puntata – continua

L’insostenibile leggerezza dell’ecuosacco – 1a puntata

leggerezzaChe dietro l’ecuosacco ci fosse una insostenibile leggerezza lo si era capito sin dall’inizio, quando la giunta comunale era stata costretta ad emettere in tutta fretta i dispositivi amministrativi istitutivi cinque giorni prima dell’avvio della nuova modalità di raccolta, dopo che nell’assemblea pubblica di presentazione un cittadino* ne aveva segnalato la mancanza mentre il sindaco  dichiarava che c’erano, ma di non ricordarli.
Ed è la prima leggerezza insostenibile.

Seconda leggerezza insostenibile
Sempre all’ambito amministrativo appartiene la leggerezza del mancato riferimento alla normativa sulla privacy nella modulistica necessaria per richiedere ecuosacchi supplementari, rispetto a quelli previsti per tipologia di composizione famigliare, per chi ha la necessità di smaltire pannoloni e presidi sanitari. Così come solo dopo le numerose segnalazioni al Garante della Privacy, anche CEM Ambiente si è adeguata ed ha inserito l’informativa sulla privacy il 18 luglio 2016, un mese e mezzo dopo l’ introduzione del sacco rosso.

Terza leggerezza insostenibile.
Ma torniamo all’inizio: vale a dire all’informazione della nuova modalità di raccolta dei rifiuti urbani ai cittadini: “il progetto Ecuosacco si sta dimostrando nei fatti la più importante campagna di formazione e informazione in tema di differenziazione e di attenzione ambientale mai predisposta a Cernusco“ scrive il Sindaco. Singolare quindi che in un progetto di così ampio respiro ed ambizione sia mancato proprio il coinvolgimento diretto dei cittadini che hanno avuto solo due occasioni pubbliche di confronto con amministrazione e gestore del servizio.

Come invece  dimostra l’esperienza consolidata ormai in numerose realtà, quando si chiede alle persone di cambiare le proprie abitudini è opportuno accompagnare tali richieste con un percorso di ascolto, confronto e raccolta delle criticità nei diversi quartieri e fra le diverse tipologie di utenze.

In questo modo si sarebbe capito meglio e prima che nella zona industriale la distribuzione non copriva tutte le utenze, i giri di raccolta erano e sono ancora effettuati nel giorno sbagliato, che i condomini ad elevata concentrazione di stranieri avrebbero avuto bisogno di un’informazione multilingue, oltre che di una mediazione culturale a cui si ricorrerà tardivamente solo ora.

1a puntata

I cernuschesi hanno la puzza sotto il naso: 100 giorni di ecuo sacco

volantino_pe_CASSINA Giovedì 22 settembre alle 21, presso la biblioteca civica Penati, via Fatebenefratelli 12 a Cernusco faremo il punto sull’ecuo sacco, la nuova modalità di raccolta differenziata a 100 giorni dalla sua introduzione.

Raccoglieremo le testimonianze e le proposte dei cittadini, insieme alla presentazione di un dossier sulla raccolta differenziata e di contributi dall’assessore all’ecologia del comune di Cernusco e dall’assessora all’ambiente del comune di Segrate
Cem Ambiente è stata invitata.

Il grado di soddisfazione degli utenti e dei cittadini è uno degli elementi chiave per valutare l’andamento di un servizio. Facciamo valere la nostra voce.

Vi aspettiamo giovedì 22 settembre alle 21.

#ecuosaccoleaks: i dati sul secco che non ci sono

portaleCEM

Il comitato Bene Comune Cernusco ha inviato richiesta formale al comune di Cernusco perché eserciti le sue funzioni di vigilanza e al controllo nei confronti di CEM Ambiente, la società cui è stato affidato dal 1° gennaio 2016 il servizio di igiene urbana del comune di Cernusco.

Ricordiamo che la società affidataria è tenuta a fornire:

a) il prospetto mensile riepilogativo dei servizi effettuati;
b) il consuntivo mensile dei dati, espressi in unità di peso (o, qualora lo suggeriscano la logica e/o le consuetudini, in pezzi), concernenti le singole frazioni di rifiuto raccolte
c) un’adeguata campagna informativa, atta ad instaurare reali rapporti di collaborazione con l’utenza e poter conseguire miglioramenti dei servizi per qualità e quantità
d) l’aggiornamento del sito internet

mentre a tutt’oggi nelle sezioni DATI STATISTICI ANNO CORRENTE e DATI STATISTICI ANNI PRECEDENTI del portale internet di CEM Ambiente il foglio dati relativi al SECCO R.D. è completamente privo di dati per tutti i comuni serviti.

Ricordiamo che la mancata possibilità di reperire e confrontare i dati relativi alla raccolta differenziata impedisce la possibilità di valutare efficacia ed efficienza del servizio fornito da CEM Ambiente rispetto al monitoraggio degli indicatori di contesto, efficienza ambientale, efficienza economica-gestionale per raccolta e trasporto che servono per valutare la qualità del servizio ecuo sacco.

Pertanto il comitato Bene Comune Cernusco ha invitato il comune di Cernusco ad adempiere ai suoi doveri di vigilanza e controllo nei confronti della società affidataria affinché gli obblighi di informazione nei confronti dell’utenza vengano rispettati.

Invitiamo tutti coloro che hanno a cuore gli interessi della cittadinanza a sollecitare CEM Ambiente a mettere a disposizione  i dati relativi al secco da raccolta differenziata  sia per l’anno corrente che per gli anni precedenti. Tali dati sono molto importanti per la valutazione dell’efficacia dell’ecuo sacco, la nuova modalità di raccolta differenziata del secco attraverso il sacco rosso introdotta dal 1 giugno.

Vi invitiamo pertanto a scrivere a:

info@cemambiente.it

con in copia il comune di Cernusco urp@comune.cernuscosulnaviglio.mi.it ed il nostro comitato benecomunecernusco@gmail.com

chiedendo di pubblicare i dati sulla raccolta del secco.

#ecuosaccoleaks: un primo bilancio

ecuo_abbandonatoA più di un mese dall’introduzione dell’ecuo sacco né il gestore del servizio né l’amministrazione hanno fatto un bilancio sul funzionamento della nuova modalità di raccolta dei rifiuti indifferenziati.
A Cernusco la raccolta differenziata è ferma da molti anni intorno al 65%, l’ecuo sacco è lo strumento “sperimentale” che dovrebbe portarla ad almeno il 70%: si tratta di un sacco di plastica colore rosso (blu per le utenze non domestiche) su cui è stampato un codice numerico collegato alle utenze registrate ai fini della tassa sui rifiuti da usare per i rifiuti secchi/indifferenziati, distribuito in numero contingentato (devono durare sino a dicembre 2017) e che viene ritirato una sola volta alla settimana, al posto delle due precedenti.
Lo scopo è di ridurre sempre di più la quantità di rifiuti indifferenziati che vanno all’inceneritore, quindi un obiettivo importante e significativo per la tutela ambientale e per le ricadute economiche che comporta legate alla riduzione dei costi di smaltimento e quindi alle tasse che pagano i cittadini per il servizio di igiene urbana.

Eppure l’entrata in vigore di questo provvedimento ha destato fra i cernuschesi molte polemiche per le modalità con cui è stato realizzato e per ciò che comportava. Nonostante il passaggio all’ecuo sacco si conoscesse da tempo (è dal novembre scorso che l’amministrazione ha avviato l’iter per la sua introduzione) solo dal 1 maggio è iniziata la sua distribuzione alle 16400 utenze di Cernusco e dal 1 giugno si utilizzano le nuove procedure di raccolta.
Come avevamo già sottolineato, le comunità sono sempre conservatrici e far cambiare le abitudini non è mai semplice, per questa ragione occorre prima di tutto convincere i cittadini che si tratta di una buona cosa, utile a tutta la comunità, all’ambiente e, se ben attuata, persino alle loro tasche.

rifiuti-_viaGoldoniA questo scopo occorreva prima di tutto dare il buon esempio adottando misure analoghe nei luoghi pubblici (non ci sono a Cernusco cestini per la raccolta differenziata) e mettere in campo una serie di misure collaterali che rendessero più semplice ed agevole differenziare e ridurre i rifiuti: dalle convenzioni con gli esercizi commerciali per la riduzione degli imballaggi (tipo detersivi alla spina, adozione di involucri più facilmente riconoscibili e separabili, predisposizione di aree dedicate al conferimento di particolari tipologie di rifiuti, tipo olio vegetale, sughero), alla previsione di incentivi per la predisposizione nei condomini dei locali tecnici adeguati alla raccolta. Soprattutto l’introduzione di misure solidali verso quelle categorie e/o fasce della popolazione che, per la riduzione della frequenza di ritiro ad una sola volta la settimana e per il numero contingentato di sacchi a disposizione, si trovano in difficoltà (chi usa pannoloni, pannolini, presidi sanitari e persino chi ha dei gatti).

filanda170516A tutte queste obiezioni, espresse con vivacità sia nell’assemblea pubblica di presentazione del progetto del 17 marzo che con dovizia di particolari nel gruppo Facebook No all’ecuo sacco, si all’equa TARI che conta più di mille aderenti, il sindaco ha risposto liquidandole con un consunto luogo comune pure sessista (commenti da suocere), salvo poi in tutta fretta essere costretto a predisporre i dispositivi amministrativi a copertura del provvedimento, perché mancavano pure quelli.

Così dopo più di un mese di ecuo sacco i cernuschesi si sono indispettiti (complice pure l’infelice esternazione dell’amministratore della CEM Ambiente: i cernuschesi hanno la puzza sotto il naso) e la città è diventata più sporca a causa degli abbandoni indiscriminati di rifiuti in giro per la città.
Non convince affatto “l’avevamo messo in conto” da parte di gestore ed amministrazione perché basta farsi un giro sui social media per capire che troppe cose non vanno bene: la quantità di sacchi e rifiuti abbandonati è aumentata, gli orari di conferimento in strada per la raccolta non sono affatto rispettati, ci sono aree della città (le zone industriali) e fasce di popolazione con esigenze concrete del tutto ignorate.

Le utenze non domestiche infatti (sono il 10% del totale, 1746 su 16393) contribuiscono alla TARI con quasi il 50% dei costi, però il 30% delle utenze registrate non ha ancora ritirato l’e.s., ci sono numerose segnalazioni di mancato ritiro dei rifiuti ed il calendario di raccolta è del tutto inadeguato (ad esempio si richiede l’esposizione della carta per la raccolta al sabato, quando gli esercizi sono chiusi).

ecuo_pannoliniAncora più gravi sono i problemi segnalati per le utenze domestiche per le quali l’introduzione dell’ecuo sacco ha rappresentato una riduzione del servizio (le zone sono passate da quattro a tre e la raccolta da due ad una volta alla settimana) con pesanti conseguente sulla gestione dei rifiuti organici.
I 40 litri del sacco rosso (dichiarati, ma non reali) non bastano a chi ha bisogno di buttare pannolini/pannoloni e presidi sanitari dovendoli conservare per una settimana come richiesto, al contrario sono troppo grandi per nuclei famigliari mono o bicomponente che finiscono per tenerlo in casa per più settimane.
L’adeguatezza dimensionale rispetto alla tipologia delle utenze era una criticità segnalata già in altri ambiti ove è stato sperimentato l’ecuo sacco, ma non se ne è tenuto conto.

Ma al di là delle dimensioni, colpisce la completa assenza di attenzione e solidarietà verso chi è in difficoltà: alle obiezioni si risponde con l’assegnazione di un numero maggiore di sacchetti, quando il problema è la frequenza di smaltimento per un rifiuto organico putrescente.

In molti altri comuni è stato istituito un servizio di ritiro a richiesta per pannoloni/pannolini e presidi sanitari. Basta compilare un modulo di autocertificazione ed il sacco dedicato NON viene neppure conteggiato ai fini della TARI.
Per non parlare delle Agevolazioni a favore di categorie sociali e sostituzione del Comune per chi la tassa sui rifiuti proprio non se la può permettere o dell’istituzione di un fondo di solidarietà a favore delle fasce deboli della popolazione nonché dei settori economico-produttivi che versino in situazioni di crisi o di particolare difficoltà. Questa richiesta è stata fatta presente da alcuni cittadini (fra cui il nostro comitato) ma è stata assolutamente ignorata da chi prende le decisioni che neppure inserisce fra i principi ispiratori dell’eco sacco la solidarietà.

lettiere_cem_bocconiE c’è pure il problema di chi ha dei gatti: come i pannolini, le lettiere vanno smaltite nell’ecuo sacco con gli stessi problemi di conservazione casalinga per sette giorni. Eppure nello studiogreencat_lettiera della Bocconi usato a supporto della scelta CEM si segnalava una campagna “lettiera” volta alla riduzione del rifiuto indifferenziato con il riferimento all’uso delle lettiere vegetali della campagna Gatti sostenibili, impronte ecologiche leggere di cui non si trova alcuna traccia né sul sito di CEM, né fra i consigli dell’amministrazione. A questo riguardo si segnala invece l’autonoma iniziativa di una farmacia cernuschese che promuove in vetrina la lettiera ecologica.

Sempre in relazione al tema dell’informazione e nonostante il contratto di servizio lo preveda espressamente, nessuna campagna è stata messa in atto per la promozione dell’uso di pannolini ecologici, né di coppette mestruali al posto degli assorbenti igienici.

L’unica iniziativa di promozione è la messa a disposizione di una compostiera per il riutilizzo degli scarti vegetali. Occorre però fare richiesta alla sezione TARI gestita da CEM per conto del comune attraverso un modulo che si potrebbe scaricare direttamente dal portale del comune, come accade per Capannori. A questo riguardo segnaliamo che chi fa il compostaggio domestico avrebbe diritto ad una riduzione della TARI del 10% sulla parte variabile, ma non è chiaro come verrà applicata. Sempre a Capannori la riduzione arriva al 20% per le utenze domestiche ed è prevista anche per i ristoratori che fanno il compost.

Per ora ci fermiamo qui, alle prossime puntate per gli approfondimenti sugli aspetti economici e sulla congruità dei dati proposti.

« Articoli meno recenti