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Mostra e Convegno sul Parco Est delle Cave

Foto vincitrice della sezione “Minori di 14 anni” – Samuele Tresoldi – cat. minori 14 anni

Si è conclusa sabato 23 settembre la mostra che ha ospitato nelle splendide gallerie di palazzo Ghirlanda Silva a Brugherio le foto ed i disegni vincitori della terza edizione del concorso di fotografia e disegno dedicato al “Parco Est delle Cave“.

Quest’anno il numero dei partecipanti si è ampliato e tutte le sezioni (Acqua, Mondo animale, Mondo vegetale, Indovina dove) hanno avuto un buon seguito, compresa quella dedicata al disegno e quella dedicata ai minori di 14 anni, segno che il contest dedicato al parco sta diventando un punto di riferimento per molti.

Tutte le foto ed i disegni li trovate nella sezione dedicata al concorso del sito di Bene Comune Cernusco.

Le foto ed i disegni ci raccontano il parco, o meglio raccontano come il Parco Est delle Cave è visto dalle persone che lo frequentano: una realtà che fa essenzialmente riferimento al Parco Increa, l’unica area che ha connotazioni di vero e proprio “parco” e come tale riconosciuto.

I soggetti ripresi nelle foto hanno messo in evidenza come fauna e flora siano spunti ricorrenti sui quali i partecipanti hanno espresso le loro capacità creative, ma non possiamo ancora dire che il concorso sia stato l’occasione per far emergere specie protette o in pericolo ascrivibili all’areale del parco.

Sono stati però efficaci indicatori dei problemi del parco testimoniando la presenza diffusa di specie alloctone (vedi il parrocchetto verde che ha vinto la sezione “Mondo animale”) e l’uso intenso dell’auto per arrivare al parco Increa (vedi il disegno che ha vinto questa sezione).

Si tratta di elementi sui quali invitiamo il comitato di gestione del parco ad una attenta riflessione che indirizzi la pianificazione verso azioni volte alla realizzazione di una mobilità che riduca o eviti l’uso dell’auto e verso campagne informative sulle gravi conseguenze negative legate all’introduzione di specie alloctone ed alla cattiva pratica di alimentare la fauna selvatica.

Insieme al concorso ed alla mostra, proprio per riflettere sul parco Est delle Cave, Bene Comune Cernusco ha organizzato il convegno Le aree protette fra cambiamenti climatici ed uso delle risorse ambientali: il caso del Parco Est delle Cave, svoltosi sabato 16 settembre nella sala conferenze di palazzo Ghirlanda Silva con una discussione che ha coinvolto più ambiti: dai rappresentanti del PLIS sino alla Regione Lombardia, passando attraverso i comuni e le associazioni.

Il Sindaco di Brugherio Roberto Assi, in apertura, ha sottolineato come le aree protette possano costituire un argine al consumo di suolo e come il parco abbia bisogno di un’identificazione con le sue comunità, in particolare ha evidenziato la sua vocazione agricola e come le vie d’acqua nel tempo siano state un elemento essenziale. Ha ricordato come il 30% del patrimonio arboreo del comune di Brugherio sia andato distrutto a seguito degli eventi meteorologici del luglio scorso.

Gianluca Comazziassessore al Territorio ed ai sistemi verdi della Regione Lombardia ha ricordato che il 22,83% del territorio lombardo è costituito da aree protette che comprendono: il Parco nazionale dello Stelvio, 24 parchi regionali, 67 riserve naturali regionali, 3 riserve naturali statali, 33 monumenti naturali e 245 siti Natura 2000, gestiti da 85 enti diversi (Parchi regionali, Comuni, Comunità Montane, Province, ERSAF e in alcuni casi associazioni ambientaliste e soggetti privati), oltre a 101 parchi locali di interesse sovracomunale (PLIS), fra cui il nostro PLIS Est delle Cave, gestiti da Comuni.

Queste aree protette offrono la possibilità di un turismo selettivo e riflessivo, sono luoghi che offrono occasioni di vivibilità per le famiglie e nello stesso tempo servizi di educazione ambientale, svolgendo un ruolo essenziale di tutela e conservazione. I parchi sono un’opportunità e l’obiettivo è di arrivare al 30% di superficie di aree protette, grazie anche ai PLIS ed al ruolo che svolgono i comuni.

Pier Giorgio Comelliassessore all’Ambiente del comune di Carugate, in rappresentanza del comitato di Gestione PLIS Est delle Cave, ha sottolineato il ruolo del PLIS quale elemento che limita la conurbazione dei comuni costituenti il parco con la città di Milano, citando l’esempio di quanto accaduto nel 1923 quando Milano ha aggregato a sé i nuclei di undici comuni. Oggi il parco Est delle Cave, dopo un lungo periodo di latenza post istituzione del 2009, ha iniziato da qualche anno alcune attività: la messa a dimora di piante in collaborazione con le scuole, la realizzazione di totem informativi agli ingressi dei 5 comuni del parco, eventi di valorizzazione (itinerari guidati, momenti di socializzazione legati alle realtà agricole locali). È infine in progetto la realizzazione di alcune aree di sosta.

Mariasilvia Agresta, vice Presidente del PLIS Parco Agricolo Nord Est, ha illustrato come questo parco sia nato nel 2017 dalla fusione dei parchi della Cavallera, del Molgora e del Rio Vallone in un unico soggetto istituzionale nella forma del consorzio che comprende più di venti comuni, articolati su 2 province (MB e LC) e Città Metropolitana, per una superficie complessiva di oltre 4000 ettari con un bacino di circa 200.000 abitanti. Le procedure di fusione degli organismi gestionali sono state complesse perché hanno implicato l’acquisizione delle esperienze preesistenti insieme alla ridefinizione amministrativa comune. Oggi il PANE è una realtà che, con una spesa di poco più di 1,50 €/abitante/anno, garantisce la manutenzione della rete sentieristica e delle aree naturalistiche di proprietà e in gestione, realizza l’educazione ambientale alle scuole del territorio, collabora e organizza eventi e manifestazioni anche in collaborazione con le realtà locali. Attraverso studi e monitoraggi ha cercato in questi anni di rilevare la presenza e la consistenza della componente animale, vegetale e degli habitat presenti nel suo territorio. Il PANE inoltre svolge attività di controllo sugli strumenti urbanistici dei comuni del consorzio, a questo riguardo Agresta ha evidenziato la necessità di una semplificazione procedurale che consenta di rendere meno complessi gli iter amministrativi e gestionali. Su tale necessità è intervenuto anche l’assessore Comazzi, rendendosi disponibile ad un tavolo tecnico di confronto in regione Lombardia.

Paolo Bonellifisico e meteorologo, e socio di Bene Comune Cernusco ha illustrato come i fenomeni meteorologici estremi siano conseguenza del riscaldamento globale: gli eventi meteorologici degli ultimi mesi (forti precipitazioni, grandine, trombe d’aria, downburst e raffiche di vento) sono stati causati da cumulonembi caratterizzati da forte instabilità verticale prodotta dalla rottura dell’equilibrio energetico fra La Terra ed il Sole. Infatti la temperatura media sulla superficie della Terra è aumentata da +15°C nel 1963 a +17°C nel 2023 a causa delle conseguenze dell’aumento delle concentrazioni di gas serra, in particolare CO2 e CH4, passate da 300 ppm a 420 ppm.

incremento temperatura media dal 1960 al 2023 e concentrazione gas serra (credit: Paolo Bonelli)

Quindi, se l’aumento della temperatura è un dato certo e documentato dalle osservazioni scientifiche attraverso un lungo intervallo temporale, non è possibile affermare che gli eventi estremi stiano aumentando in frequenza ed intensità poiché non ci sono dati documentali sufficienti, in particolare se si considerano i danni che producono, la cui entità è legata alla maggiore o minore antropizzazione delle aree colpite.

Jasmine La Morgia di Bene Comune Cernusco ha ricordato come il parco nasca nel 2009 ma inizi solo a partire dal 2014 a svolgere la sua attività. In questi anni però la sua identità è risultata debole, soprattutto stenta ad assumere la riconoscibilità di “parco”, connotazione che solo il parco Increa a Brugherio è riuscito a costruire attraverso un lavoro pluridecennale. E sono le cave, che danno il nome al PLIS in una sorta di corto circuito fra realtà estrattiva e tutela ambientale, ed i sei laghi che dalle cave derivano a costituire la vera identità del parco: tre a Vimodrone (Gabbana, Crivella, Gaggiolo); due a Cernusco (Aironi e dei pescatori), uno a Brugherio (Increa). Queste aree umide, che fungono anche da ricarica dell’acquifero, hanno però un futuro incerto: il lago Gabbana, che si trova su un’area privata anche se all’interno del PLIS, è al centro di un controverso progetto d’interramento; sul Gaggiolo è in atto un intervento di ripristino condiviso fra i comuni di Cernusco e Vimodrone; sul lago degli Aironi – dopo lunghi anni di abbandono – sono stati effettuati solo di recente interventi di manutenzione, mentre solo Increa – come già ricordato – è l’unica area che si connota come parco.

A questo quadro di incertezza si aggiunge la precarietà economica: il bilancio del parco prevede solo 88.000€, poco più di 50 centesimi per abitante (un terzo della dotazione del PANE), per una superficie di 843 ettari, pari a circa il 20% del territorio dei cinque comuni. Manca una visione globale, anche perché mancano gli elementi conoscitivi di base: occorre dunque investire in conoscenza attraverso studi naturalistici su fauna, flora e cascine in modo che contesti significanti e emergenze ambientali possano costituire gli elementi fondativi dell’identità del parco. Occorre affrontare i deficit di manutenzione e le situazioni di disordine faunistico e vegetazionale e soprattutto occorre una valutazione delle conseguenze che gli interventi producono nel parco: gli impatti sulla biodiversità, sugli equilibri ecologici e sociali, sul paesaggio e sulla sua articolazione ecosistemica.

Alla riflessione si è aggiunta la voce di Ernesto Pedrini dell’associazione Salviamo il lago Gabbana che ha sottolineato come l’interramento del lago Gabbana, solo a seguito delle proteste dei cittadini, ha visto acquisire alcuni elementi tecnici utili a ridefinire il progetto e a monitorarne l’andamento, mentre lo studio di fattibilità per la riqualificazione dell’area al termine dei lavori con la realizzazione di un’area umida rimane senza certezze temporali e coperture economiche. Soprattutto non esiste un progetto condiviso volto a preservare e valorizzare queste importanti risorse ecosistemiche, che diventano ancora più significativi elementi utili a ridurre gli effetti del riscaldamento globale.

Il convegno si è chiuso con la premiazione dei vincitori del concorso da parte del sindaco di Brugherio Roberto Assi.

VINCITORI

• Sezione “Minori di 14 anniSamuele TRESOLDI (papaveri)

• Categoria AcquaRaffaele PIAZZOLLA (controluce sull’acqua)

• Categoria Mondo VegetaleMauro GIRARDI (spighe di grano)

• Categoria Mondo AnimaleGrazia TASSELLI (parrocchetto verde)

• Categoria Indovina doveMaurizio Cesare D’Alterio  ()

• Sezione DisegnoTina FILIPPONE (Una domenica al Parco Increa – Acquerello)

la mostra si sposterà dal 6 al 13 ottobre 2023 a Cernusco, presso il ridotto dell’aula consiliare

Una nuova allerta meteo: e gli alberi?

Il platano del parcheggio fra via Buonarroti e via Caravaggio

C’è una nuova allerta meteo: nella notte arriveranno precipitazioni temporalesche che in alcuni settori lombardi potranno essere molto intense ed abbondanti. 

Potete consultare sia l’avviso emesso dalla Regione Lombardia che il

In questo periodo l’Italia ha vissuto eventi terribili, legati, palesemente, alle conseguenze del cambiamento climatico.
Di fronte alle drammatiche immagini di quel che è accaduto, al Nord, come al Centro, come nel Meridione, tante discussioni sulla fondatezza dei rischi, sul livello dell’allarme, sul grado di preoccupazione che è giusto avere per la realtà che stiamo sperimentando, appaiono sorprendenti.
Occorre assumere la piena consapevolezza che siamo in ritardo.
Bisogna agire, da una parte cercando di incrementare l’impegno a salvaguardia dell’ambiente e per combattere le cause del cambiamento climatico.
Sappiamo che sarà un impegno difficile, su scala globale, i cui effetti vedremo nel tempo.
Dall’altro lato, è necessario operare per contenere già oggi gli effetti dirompenti di questi cambiamenti, predisponendo strumenti nuovi e modalità di protezione dei territori, che consentano di prevenire e attenuare gli effetti dei fenomeni che si verificano sempre più di frequente.

Abbiamo tutti sotto i nostri occhi gli effetti prodotti dagli ultimi eventi, colpiscono in particolare le decine (in alcuni comuni, centinaia e migliaia a Milano) di alberi sradicati o danneggiati, un vero proprio tesoro perduto.

Ci soffermiamo sugli alberi perché davvero sconcertano le loro condizioni: apparati radicali divelti e tronchi schiantati sono ovunque nelle nostre città, dai marciapiedi ai parchi. Ci si interroga sul perché alcuni alberi abbiano resistito ed altri invece siano stati abbattuti, con tronchi spezzati o divelti sin dalle radici.

Le piante sono nostre alleate nel contrasto al cambiamento climatico grazie alla loro capacità di catturare anidride carbonica, ma possono essere fragili ed esposte: dobbiamo imparare a prenderci cura del nostro verde e valutare le conseguenze che producono sulla salute futura della pianta e sulla sua stabilità un impianto sbagliato ed una cattiva manutenzione. E tutti possono fare la propria parte: dai cittadini, ai condomini, all’amministrazione comunale. A quest’ultima lanciamo un appello perché occorrono criteri nuovi di manutenzione del verde pubblico e privato. 

Bene Comune Cernusco ha proposto il mese scorso al parco Est delle Cave un progetto di mappatura degli alberi attraverso un applicativo software che consente di effettuare anche una prima valutazione di stabilità. Potrebbe essere esteso ai comuni in modo da consentire un censimento delle alberature stradali e degli alberi dei parchi. Nello stesso tempo riteniamo che agli alberi vada dedicata più cura ed attenzione e sia necessario introdurre anche sistemi di valutazione della stabilità (dall’osservazione visiva ai pulling test per stabilirne la resistenza ai venti). Potrà sembrare un oggi costo eccessivo, ma ci preserverà domani dalle spese necessarie a far fronte ai ripristini ed al risarcimento dei danni, oltre a conservare per il futuro le chiome dei nostri alberi.

Pannelli solari e consumo di suolo

Non si è ancora spenta l’eco della riduzione dell’area di rispetto del pozzo per l’acqua potabile di via Firenze (da 200 a 60 metri) che già si discute (con scarsi risultati, visto che probabilmente è già tutto deciso) di un nuovo intervento, richiesto da un privato, per l’installazione di circa 3000 pannelli solari su di un terreno agricolo, di proprietà del richiedente.

Si dirà: quindi? dov’è la brutta notizia? non è bello, e giusto, e positivo installare delle sorgenti di energia rinnovabile?
Certo che lo è, ma non quando il nuovo impianto va ad occupare un terreno agricolo, quindi un terreno che, oltre a poter produrre cibo per gli umani, o magari per gli animali, costituisce anche un serbatoio di naturalità, di biodiversità, di salvaguardia di forme di vita legate alla fertilità del terreno ed al concetto di “suolo naturale” che è incompatibile con l’installazione di una “copertura fotovoltaica” (si veda a tal proposito lo studio: Soil properties changes… dell’Università della Tuscia, finanziato dal Ministero dell’Educazione, Università e Ricerca, 2022).

L’insediamento di un tale impianto, inoltre, andrebbe ad erodere ulteriormente la quantità di “suolo” libero, già compromesso dalla continua edificazione di insediamenti antropici di vario tipo. Secondo ISPRA, infatti, la realizzazione di un impianto fotovoltaico su terreno agricolo costituisce a tutti gli effetti un consumo di suolo, esattamente come un capannone, un parcheggio, una strada, un condominio. ISPRA, giusto per ricordarlo, è la massima autorità in tema di protezione e ricerca ambientale, ente giuridico di diritto pubblico, istituito nel 2008 per supportare ed a servizio del Ministero dell’Ambiente e la Sicurezza Energetica (MASE). E’ l’ente che misura in maniera ufficiale, ogni anno, il consumo di suolo comune per comune, continuando a denunciare, inascoltato, la gravità del fenomeno, in Italia, ma non solo.

Alcune considerazioni finali, che aiutano a capire meglio la questione del nuovo impianto fotovoltaico.

  • Il privato che sta chiedendo l’autorizzazione per installare i pannelli è Eurocommercial, in sostanza il centro commerciale Carosello. L’area interessata è l’unica porzione della enorme proprietà Eurocommercial che ricade nel territorio di Cernusco. Quindi, coprire il terreno agricolo, sebbene di proprietà, non è l’unica alternativa, visto che il centro commerciale ha superfici coperte e parcheggi che potrebbero essere utilizzati come alternativa al terreno agricolo.
  • Il fatto che nei conteggi ufficiali del consumo di suolo (come definito da ISPRA) rientrino anche le aree agricole destinate all’installazione di pannelli solari, rende incompatibile questo intervento con un Piano di Governo del Territorio (PGT) che, almeno nelle promesse della nostra amministrazione (a pagina 4), si vuole realizzare rendendo attuale il vincolo di “consumo di suolo zero“, che rimarrà, quindi solo una pia intenzione.
  • In ultimo, preoccupa e dispiace la lettera che una dozzina di organizzazioni “ambientaliste” ha indirizzato a ISPRA chiedendo di modificare la propria definizione di “consumo di suolo”, togliendo le aree destinate a pannelli fotovoltaici. Preoccupa perchè non vorremmo che questa posizione, assunta da tali organizzazioni, fosse una sorta di appiattimento sulle posizioni di un ambientalismo di facciata, caratterizzato da operazioni di “greenwashing” che non prendono nella dovuta considerazione le necessità di un pianeta sempre più compromesso e in difficoltà. Dispiace perchè in questa dozzina di organizzazioni compaiono nomi (WWF, Greenpeace, Legambiente) che per anni sono state la nostra più concreta speranza per un cambiamento che ci riportasse verso modelli di sviluppo rispettosi dell’ambiente e attenti alle azioni indispensabili per la sua salvaguardia. Ci associamo pertanto all’appello di Coalizione Articolo 9 per confermare piena fiducia in ISPRA, perchè continui nel suo monitoraggio attento e indipendente segnalando le criticità e suggerendo alternative per guarire questo nostro pianeta malato.

NO2: No grazie! Le misure

Sono stati resi noti, dopo lunga attesa dovuta alla grande partecipazione dei cittadini, i risultati delle analisi effettuate sui misuratori di NO2 (biossido di azoto) posizionati in vari punti della città metropolitana di Milano (e di Roma).

Anche noi di Bene Comune Cernusco, abbiamo preso parte alla campagna di misure, posizionando vicino alle scuole ed ai parchi di Cernusco alcuni misuratori – 6 per la precisione.

Nella tabella che segue (espandibile cliccandovi sopra) si vedono i valori misurati nelle varie posizioni, con un confronto – quando possibile – con quanto misurato nelle campagne precedenti (2018 e 2020).

Nella figura sono anche riportate le soglie con relativa colorazione sia per le medie mensili che per quelle annuali.

Come si può vedere, anche se c’è stato qualche piccolo miglioramento (non dappertutto), i valori rimangono sempre molto alti, ben oltre le indicazioni dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e delle norme europee.

Giusto per richiamare quali siano questi valori di riferimento, vediamo cosa sta avvenendo dopo la campagna del 2020:

Tutti i dettagli sulla campagna di misura del NO2 e l’interpretazione dei risultati, oltre che per le conseguenze per l’esposizione prolungata al biossido di azoto, si rimanda alla specifica pagina di Cittadini per l’aria

Il pozzo di via Firenze o della tutela degli interessi generali

ubicazione pozzo via Firenze ed area di rispetto

Verrà discussa al punto 9 dell’ordine del giorno del consiglio comunale straordinario di lunedì 12 giugno la richiesta di “ridelimitazione con criterio temporale della zona di rispetto del pozzo pubblico ad uso idropotabile sito in via Firenze” 

Dietro questa formulazione asettica c’è la richiesta della società Tregenplast, una società che ricicla plastiche, di ridurre l’areale di 200 metri che costituisce la zona di rispetto posta intorno al pozzo di acqua potabile di via Firenze in modo da poter utilizzare in quell’area un capannone industriale come nuovo deposito di rifiuti plastici.

Si tratta di una questione molto delicata: l’area di rispetto intorno ai pozzi serve proprio a limitare i fattori di rischio, come quelli legati ad esempio ad uno stabilimento industriale, potenziale causa di infiltrazioni e quindi di contaminazione della zona di emungimento dell’acqua.

Per questo intorno ai pozzi dell’acquedotto la normativa impone un’area di dieci metri di raggio di tutela assoluta che deve essere adeguatamente protetta ed una zona di rispetto, costituita dalla porzione di territorio circostante la zona di tutela assoluta, di forma circolare e dimensione fissa, pari ad un cerchio di 200 m di raggio avente il centro nel punto esatto della colonna di captazione.

Questa è la situazione di tutti i pozzi di Cernusco, anche del pozzo di via Firenze interessato dalla richiesta di variazione.

Il pozzo di via Firenze (150700011) è attivo dal 1985, è profondo 151 metri e presenta tre livelli di captazione dell’acquifero più profondo a 78 mt, da 100,50 a 101,50 e poi da 134,5 a 137 mt. Questo acquifero, da cui si attinge l’acqua che arriva nelle nostre case, risulta isolato dalle infiltrazioni grazie a livelli di argille impermeabili che però possono non essere continue e dunque eventuali inquinanti possono raggiungere comunque i livelli più permeabili ed essere causa di contaminazione. Per questo sono state istituite le aree di tutela e rispetto in modo da evitare che infiltrazioni arrivino ad interessare la zona di captazione.

Nella zona di rispetto la normativa impone che l’attuazione di eventuali interventi e attività sia “subordinata all’effettuazione di un’indagine idrogeologica di dettaglio che porti ad una riperimetrazione di tali zone secondo i criteri temporale o idrogeologico … o che, comunque accerti la compatibilità dell’intervento con lo stato di vulnerabilità delle risorse idriche sotterranee e dia apposite prescrizioni sulle modalità di attuazione degli interventi stessi”. 

Quindi proviamo a ricostruire cosa è accaduto: all’ufficio tecnico del comune arriva la richiesta della Tregenplast di poter utilizzare un capannone per un deposito di rifiuti plastici, l’ufficio tecnico segnala che si trova nell’area di rispetto di 200 mt dal pozzo, la società chiede all’amministrazione di variare la zona di rispetto secondo un criterio “temporale”, richiesta ripresa e valutata congrua dall’amministrazione che porta la discussione in consiglio comunale per far approvare tale variazione.

Non abbiamo potuto valutare l’indagine idrogeologica di dettaglio e l’analisi a corredo della richiesta della Tregenplast che attesti la compatibilità del deposito di rifiuti plastici con lo stato di vulnerabilità delle risorse idriche sotterranee e dei relativi impegni in relazione alle prescrizioni attuative, chiediamo per questo motivo e per trasparenza che tali documenti vengano messi a disposizione della cittadinanza e dei consiglieri comunali chiamati ad esprimersi.

Nello stesso tempo non possiamo non rilevare i gravi elementi di preoccupazione della vicenda: un deposito di rifiuti plastici verrà realizzato in un’area su cui oggi ci sono vincoli che tutelano la nostra salute, ma pure quella degli abitanti posti a valle del flusso della falda, in particolare Pioltello e Cassina.

direzione flusso della falda (estratto carta idrogeologica, Cernusco)

In caso di contaminazione sarebbero i primi a risentirne ed infatti i sindaci di Cassina e Pioltello hanno espresso irritazione per il mancato coinvolgimento e pure le locali forze politiche di questi comuni hanno fatto appello alla responsabilità dei singoli consiglieri di Cernusco nel prendere decisioni di questa portata.

Ancora una volta a Cernusco gli interessi generali di tutela dei beni comuni, e l’acqua è uno dei beni comuni più importanti, vengono subordinati agli interessi di privati, peggio, si baratta un principio di cautela collettivo per venire incontro ad interessi privati.

Si mettono in atto modifiche urbanistiche puntuali, senza alcun riferimento alla visione complessiva della gestione della risorsa idrica (tutti i pozzi a Cernusco hanno zone di rispetto basate su un criterio geometrico) ed alla vigilia della variante del PGT che dovrebbe proprio servire a rivedere regole e vincoli, anche quelli idrogeologici.

Si introduce inoltre una pesante ipoteca sul futuro: i cittadini si trovano di fronte ad una prassi ormai consolidata per cui basta chiedere per ottenere una variazione funzionale ai propri interessi. 

Si tratta di un una modalità che non tiene conto degli interessi generali, soprattutto sacrifica i beni comuni e non valuta le conseguenze future. Chiediamo quindi ai consiglieri comunali di bocciare la proposta di ridelimitare la zona di rispetto del pozzo di via Firenze.

PFAS: nell’acqua, ma non solo

Rappresentazione dell’acido perfluoroottanoico (PFOA) – Di Manuel Almagro Rivas – Opera propria usando: Avogadro, Discovery Studio, GIMP, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=47567609

E’ uscito ieri, 18 maggio 2023, un comunicato stampa di Greenpeace in cui si presentano i risultati di una indagine appena conclusa sulla contaminazione da PFAS di alcuni pozzi di acqua potabile, in Lombardia.

Ma cosa sono i PFAS?
Si tratta di composti chimici, non esistenti in natura, ma da tempo creati in vari laboratori sparsi un po’ dovunque nel mondo, utilizzati per i più svariati impieghi, viste le loro caratteristiche molto utili e particolari, prime tra tutte la “idrorepellenza” e la “oleorepellenza”. Rendono cioè impermeabile all’acqua o alle sostanze oleose qualunque superficie dove vengano utilizzati.

Nell’immagine qui sopra, il più diffuso tra i composti definiti “PFAS”. Si tratta dell’acido perfluoroottanoico (PFOA): in verde gli atomi di Fluoro, in grigio il Carbonio, in rosso e bianco il gruppo ossidrile (ossigeno-idrogeno OH). Le catene Fluoro-Carbonio posso avere varie lunghezze, di solito comprese tra 4 e 16. Questo composto viene (o veniva, perchè in vari paesi è stato messo al bando) utilizzato per rendere idrorepellenti i tessuti (come il Goretex), la carta, i pellami, nelle schiume degli estintori, sulle padelle antiaderenti ed in altri mille usi.
Al punto che questo acido, o i suoi simili (esistono centinaia di composti che sono varianti di questo) sono ormai presenti dappertutto, in concentrazioni più o meno alte. I suoi effetti sulla saluta umana sono già stati indagati da molti studi scientifici: cancro (categoria 2B di IARC), malattie della tiroide, ipercolesterolemia, disturbi della fertilità, disturbi della crescita sono solo alcune delle patologie che si sospetta siano causate dai PFAS.

L’inquinamento più alto, a livello europeo, da questo tipo di sostanze si è riscontrato, negli anni scorsi, in Veneto: tra le province di Verona, Vicenza e Padova fin dagli anni ’70 sono state utilizzate tali sostanze da parte di parecchie aziende, con sversamenti non controllati nelle acque superficiali. Solo nel 2013 la Regione Veneto ha compiuto uno studio dettagliato sulla popolazione, avendo constatato la presenza di PFAS in tutta la catena alimentare della zona, a partire dalle acque potabili (l’uso di pozzi privati per prelievi destinati all’alimentazione è piuttosto diffuso in quella zona).

Ora arriva questo studio di Greenpeace che ci informa che i PFAS sono presenti circa nel 20% dei controlli eseguiti da ATS lombarde. Sono perciò analisi svolte dalle autorità competenti per le acque potabili (ATS, appunto), anche se non obbligatorie per legge, e semplicemente richieste e raccolte da Greenpeace.

La legislazione italiana è in notevole ritardo per quanto riguarda il controllo e la bonifica per questo tipo di inquinanti. Solo nel febbraio di quest’anno è stato emesso un decreto legislativo (D.Lgs. 23 febbraio 2023, n. 18) in attuazione di una direttiva europea del 2020 che introduce l’obbligatorietà dei controlli (a partire però dal 2024, dopo che la Commissione Europea avrà emesso le necessarie note tecniche) e un limite di 100 ng/l, valore da molti considerato ancora troppo alto.

Anche se Cernusco non compare tra i comuni contaminati da PFAS (mentre compaiono Brugherio e Cologno Monzese), non è chiaro se le verifiche siano state fatte oppure no ed eventualmente con quale esito. Non vogliamo sollevare allarmismi o speranze infondate, l’unico modo è conoscere i dati e su questi basare ogni azione conseguente. Perciò, nelle prossime settimane ci informeremo, attivando l’accesso agli atti nei confronti della ATS locale e vi comunicheremo i risultati.
Perché è un nostro diritto sapere cosa c’è dentro l’acqua che beviamo.

SICCITA’ – 1

Parco degli Aironi, spiaggia emersa – foto V. Liburdi
Parco degli Aironi, spiaggia emersa – foto V. Liburdi
Parco degli Aironi, massi spondali emersi – foto V. Liburdi

Mai così basso il livello della falda: spiagge inedite e massi affioranti al lago degli Aironi testimoniano un abbassamento del livello dell’acqua di alcuni metri, come non si ricordava da molti anni. L’intensa attività estrattiva, che ancora interessa l’area ovest del lago, aveva portato a far emergere la falda che può quindi essere osservata direttamente nelle sue variazioni stagionali. 

I dati idrogeologici (fermi al 2008!) indicano per Cernusco escursioni stagionali di circa 4 metri, ma sarebbe importante avere rilevazioni più recenti, in particolare per gli ultimi due anni caratterizzati da precipitazioni ridotte, che aiutino a capire l’andamento della soggiacenza e valutare quali interventi mettere in atto.

L’amministrazione di Cernusco conosce bene i pozzi (pubblici e privati) ed i piezometri presenti sul territorio, dunque si tratta di dati di facile reperibilità ed estrema utilità per ricostruire l’andamento delle serie storiche comparate agli ultimi anni.

Chiediamo dunque all’amministrazione di utilizzare le analisi ricavate su tali dati come base per definire azioni mirate sul territorio e non limitarsi ad interventi estemporanei volti a ridurre lo stress idrico delle alberature.

La messa a disposizione dei dati sulla falda costituisce un elemento di trasparenza, perché non ci stancheremo mai di ricordarlo, i dati stanno alla base dell’informazione da cui deriva la conoscenza (Elinor Ostrom, premio Nobel per l’Economia).

Rifiuti – lettera aperta al Sindaco

Gentile Sindaco Ermanno Zacchetti

è da tempo che pensavo di scriverLe per sottoporre alla Sua attenzione alcune osservazioni che nascono dalla considerazione che il sindaco, nell’assumere la carica di primo cittadino, diventa il sindaco di tutti e, se non ricordo male, è stata anche la sua promessa.

Il cosiddetto Sindaco di tutti dovrebbe essere responsabile del benessere di tutti i suoi concittadini:

TUTTI……………. e non soltanto della parte che l’ha votato.

TUTTI……………. e non soltanto di ciclisti e sportivi, ai quali Lei dedica tanto tempo, tante attenzioni e per i quali viene speso molto denaro che però arriva da TUTTI I CITTADINI, anche di quelli anziani dei quali Lei e la Sua Amministrazione sembrate esservi dimenticati.

Cittadini che spesso sono messi in difficoltà proprio dalle disposizioni imposte dalla gestione del servizio di igiene urbana approvato dall’amministrazione.

La invito dunque, a riflettere su come dovrebbe intervenire il SINDACO DI TUTTI, modificando finalmente il regolamento sull’Equo Sacco, almeno nelle sue parti più inadeguate tenendo conto che:

  • la popolazione di Cernusco è composta in gran parte da:
  • persone anziane,
  • persone che non guidano 
  • persone che non vanno in bicicletta,
  • che non hanno nessuno che le aiuti e che le porti in discarica a buttare ciò che CEM non raccoglie porta a porta.

Il sistema di raccolta della spazzatura, adottato per Cernusco nel 2016 e mai sinora modificato o ripensato, è palesemente iniquo perché non tiene in nessun conto le categorie che le ho ricordato che vengono così discriminate e messe in difficoltà, sebbene paghino anche loro le imposte sui rifiuti. Avrebbero perciò diritto, come tutti, di affidare i rifiuti al servizio di igiene urbana nel rispetto delle regole. Ma non sempre questo è possibile, specie per alcune tipologie di rifiuti e chi non può si arrangia, dal momento che le disposizioni del regolamento di igiene urbana non sono sempre compatibili con tutte le categorie di cittadini.

Le faccio un esempio che mi auguro chiarisca il concetto: 

– se un’Amministrazione stabilisse che il pattume vada riportato in cima al monte Bianco, è ovvio che non lo farà nessuno.

– se tali disposizioni non venissero osservate, la colpa non potrebbe essere attribuita al cittadino oggettivamente impossibilitato, ma al cattivo decisore ed estensore delle regole.

Per chi, come me, non guida, non va in bici, non ha nessuno che la possa accompagnare, la piattaforma ecologica CEM è come il Monte Bianco.

È vero che ci sono i cittadini disordinati per vocazione o per calcolo, ma non si possono penalizzare tutti per colpa di costoro.

Dunque:

è l’Amministratore che deve predisporre regole per migliorare la qualità della vita ed utili alla nostra comunità, accompagnate da un sistema di controlli e sanzioni per chi non le rispetta.

Ma l’amministrazione fa l’esatto contrario.

Alcuni esempi:

  • Tra i tanti articoli che dovrebbero essere riportati in discarica c’è per esempio l’olio usato domestico, presente in tutte le nostre cucine, ma che è uno dei peggiori inquinanti, come ci è stato ampiamente spiegato e che va portato nell’apposto contenitore della piattaforma ecologica.

Ma Lei sa, Sindaco, come fanno le persone che non possono andare in discarica a buttare questo olio? Io, che parlo con i miei vicini e concittadini, non con i suoi interlocutori privilegiati, so che in moltissimi casi finisce nel W.C. o nel lavandino.

  • L’elenco dei materiali difficili da smaltire è lungo, segnalo solo la bulloneria, le cartucce della stampante, i piccoli elettrodomestici rotti ed i materiali elettrici.

Le disposizioni amministrative finiscono così per produrre comportamenti scorretti, invece che favorire buone pratiche rispettose dell’ambiente.

Insieme ai problemi, vorrei esporle anche delle possibili soluzioni:

  • accordi con negozi e supermercati, come già avviene per la raccolta delle pile esauste, che mettano a disposizione contenitori dedicati come accade in tante altre città;
  • dei punti di ritiro (come già fatto con quelli dedicati alla raccolta degli abiti  usati) posti in vari punti del paese (ottima sarebbe la piazza del mercato).

Queste proposte, che sarebbero davvero semplici da mettere in atto, erano state avanzate sin dal 2016, ma non sono mai state realizzate. Perché? Forse è un problema di costi che dovrebbero sostenere gli esercizi commerciali?  A questo riguardo l’amministrazione potrebbe pensare a tariffe agevolate o pubblicità dedicate per quei negozi che si prestassero alla raccolta dei rifiuti da eliminare (compatibile con la tipologia dei prodotti da loro venduti).

A Voi decisori compete trovare le soluzioni più idonee.

Le ho scritto questa mia lettera aperta, perché forse – a breve – verrà ridiscusso il contratto di servizio per la raccolta dei rifiuti e penso che questi problemi riguardino tutta la nostra comunità. Spero perciò che Lei voglia accettare questi consigli da una semplice cittadina di Cernusco e dare una risposta che esponga soluzioni che rendano il servizio migliore per tutti.

Poiché vorrei avere anche un riscontro diretto e personale a questa mia lettera aperta, ma non attraverso i social che non frequento, le riporto anche la mia mail.

La ringrazio per l’attenzione.

                                                         Elena Maria Chiara Sirtori

la piattaforma ecologica di Cernusco: difficile da raggiungere per chi non ha mezzi di trasporto

Concorso fotografico e disegno 2023

E’ iniziata la terza edizione dell’ormai tradizionale concorso fotografico e di disegno naturalistico di Bene Comune Cernusco.

Dal 1° Aprile al 20 Luglio si possono caricare le foto o consegnare i disegni a tema Parco est delle Cave. Tutte le informazioni a riguardo ed il Regolamento del concorso si possono trovare nella pagina dedicata, cui si accede anche dal menu principale del sito www.benecomunecernusco.it

Le categorie per la sezione “fotografia” sono ancora quattro, ma con una novità:

  • ACQUA
  • MONDO VEGETALE DEL PARCO
  • MONDO ANIMALE DEL PARCO
  • INDOVINA DOVE

Quest’ultima categoria (Indovina dove) invita a scoprire luoghi insoliti e nascosti del Parco. La foto o il disegno più bello è quello che stimola la curiosità di chi lo guarda, chiedendosi dove sia quel luogo, come raggiungerlo, come farlo conoscere. Chi riuscirà a farlo nel modo migliore e più curioso?

Per la sezione “disegno” le quattro categorie sono raggruppate in una unica, denominata “Il Parco Est delle Cave”, privilegiando quindi le riproduzioni di quanto è presente nel parco.
Per tutte le categorie, saranno valutate, oltre alla qualità delle foto e dei disegni, anche elementi di novità come la riconoscibilità, l’originalità del luogo di ripresa o di spunto per il disegno e la capacità di osservazione dell’ambiente naturale.

Dopo l’estate, ci sarà la consueta Mostra (luogo e date saranno comunicate appena possibile) con la premiazione dei vincitori.

Per ogni dubbio o richiesta di informazioni, scrivere a: concorso@benecomunecernusco.it

Quindi, buon lavoro a tutti gli aspiranti fotografi e disegnatori! e buone passeggiate nel Parco!

Giornata dell’acqua 2023

Parco degli Aironi, marzo 2023

La giornata mondiale dell’acqua, 22 marzo, quest’anno arriva in un momento di forte criticità come mai è capitato, almeno nel nostro Paese.

La siccità dell’estate scorsa, le piogge quasi assenti nell’inverno appena finito, la primavera che non promette nulla di buono, da questo punto di vista, ci fanno toccare con mano quanto questa risorsa sia importante, sia essenziale per la nostra vita, la nostra economia, il nostro ecosistema.

L’abbiamo sempre data per scontata, per inesauribile, al punto che ci permettiamo di sprecarne una quantità incredibile (in Italia viene sprecato il 40% dell’acqua potabile!), di consumarla senza controllo (223 litri pro-capite in Italia, 291 a Cernusco !!).

Ora anche il Governo nazionale sta correndo ai ripari, emanando norme e decreti di cui avremo modo di verificare l’efficacia. Ci aspettiamo lo stesso dalla nostra Amministrazione locale, che pare essere sempre un po’ in ritardo su questi aspetti e talvolta anche poco precisa e attenta nelle soluzioni adottate.

Ce ne eravamo già occupati la scorsa estate qui, avevamo messo in dubbio l’efficacia dei provvedimenti emanati e avanzato delle proposte che sono senz’altro di lungo respiro, ma che se mai si iniziano, mai porteranno beneficio alla comunità.

In conclusione, se da un lato tutti dobbiamo impegnarci per un uso responsabile e attento della risorsa acqua, dall’altro ribadiamo la necessità di intraprendere un percorso virtuoso con norme e regole che solo l’Amministrazione comunale può emettere, se vogliamo almeno mitigare i danni che i cambiamenti climatici, peraltro sempre causati dalla nostra civiltà industriale e consumistica, ci stanno mostrando.

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