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Il PGT non è un pranzo di gala

La prematura scomparsa del sindaco Ermanno Zacchetti prima ed ora la pausa estiva hanno interrotto il percorso della variante generale al PGT.

Questo momento di sospensione ci consente di fare qualche riflessione sul percorso che è stato scelto dall’amministrazione come rimedio alle dure critiche di mancanza di pratiche partecipative che erano state espresse nella conferenza VAS per la Variante generale. L’impegno espresso in quell’occasione si è concretizzato nella costituzione di sei tavoli di lavoro realizzati nel mese di maggio e di una “restituzione” pubblica che avrebbe dovuto svolgersi il 15 giugno, rinviata per l’indisponibilità del sindaco.

Gli incontri – rigorosamente ad invito e con l’esplicita richiesta della presenza di un solo delegato – erano rivolti a soggetti e portatori di interesse diversi e già qui avevamo criticato l’impostazione perché come cittadini siamo portatori prima di diritti, poi di interessi.

I sei temi definiti “strategici” per il nuovo piano erano:

  1. ambiente e paesaggio;
  2. centralità e servizi;
  3. politiche abitative;
  4. rigenerazione urbana;
  5. attività economiche e spazi del lavoro;
  6. mobilità.

Siamo stati invitati a partecipare a quello su ambiente e paesaggio e poi a quello sulla rigenerazione urbana. Dunque solo a due su sei (perché?). Abbiamo chiesto di conoscere quali fossero i criteri con cui erano stati individuati i cosiddetti soggetti dialogatori, i criteri di invito ad un tema piuttosto che ad un altro e le regole del tavolo di lavoro, ma abbiamo ricevuto come risposta un laconico commento che non era possibile comunicare anticipazioni (sic).

Eppure non era un pranzo di gala in cui il galateo vieta di chiedere di conoscere gli altri ospiti, al contrario il PGT è lo strumento della pianificazione amministrativa con cui si definiscono il modello di città per i prossimi anni insieme alle regole urbanistiche della nostra comunità e a cui tutti i cittadini hanno diritto di partecipare.

Nel tavolo su ambiente e paesaggio le associazioni ambientaliste sono state messe insieme ai rappresentati dei cavatori, mentre in quello sulla rigenerazione urbana agli operatori immobiliari e tecnici locali (architetti e ingegneri). Su questa scelta di mettere a confronto interessi ma, soprattutto, diritti divergenti torneremo in seguito.

La variante al PGT è stata trasformata in una sorta di pranzo gala (semicitazione), cui si è invitati in virtù di relazioni (amicali?) con la richiesta di RSVP, ove le regole del tavolo, in questo caso il confronto dei dialogatori, non sono note a priori e neppure possono essere messe in discussione.

Gli incontri erano gestiti e coordinati dal team del Centro Studi PIM: dopo una presentazione inziale del tema in discussione in cui venivano ripresi le indicazioni principali della VAS, veniva richiesto ai dialogatori di compilare un questionario e successivamente esporre eventuali proposte.

Come sa chi si occupa di partecipazione deliberativa, i questionari sono uno strumento utile di acquisizione di dati ma la loro valenza è maggiore quando vengono utilizzati prima e dopo la dialettica fra le parti, in modo che si possa valutare l’efficacia del confronto. Purtroppo la nostra richiesta di usare questa impostazione è stata respinta e questo dimostra come i tavoli proposti non siano reali ambiti deliberativi, ma solo una copertura retorica della partecipazione.

Sul merito del tavolo su ambiente e paesaggio e su quello sulla rigenerazione urbana torneremo in dettaglio, intanto è il metodo utilizzato che non risponde affatto alla richiesta di apertura ai cittadini, che non significa un indiscriminato sfogatoio delle loro istanze, ma la costituzione di ambiti strutturati di deliberazione ove una cittadinanza qualificata viene posta in interlocuzione dialettica con l’amministrazione ed i suoi tecnici.

#varianteparzialePGT: soccorso istruttorio o accanimento terapeutico

Massimiliano Atelli, presidente della Commissione V.I.A.- V.A.S. del Ministero dell’Ambiente*, nella sua intervista al Sole24ore del 19 febbraio 2021 ha messo in evidenza come le lunghe procedure della VAS spesso siano legate alla cattiva qualità dei progetti: solo il 10% viene bocciato, mentre il resto è soggetto a prescrizioni e revisioni che ne allungano l’iter, in situazioni al limite dell’accanimento terapeutico

La situazione denunciata da Atelli non riguarda solo il Ministero dell’Ambiente: anche nella Valutazione di Impatto Ambientale relativa alla variante parziale del PGT di Cernusco di fatto le osservazioni accolte o parzialmente accolte da apportate al Rapporto Ambientale ed alla Relazione sono così numerose (60%) che le prescrizioni, correzioni, integrazioni rappresentano una sorta di vero e proprio “soccorso istruttorio” per il procedimento.

Infatti, come denunciano i movimenti nella Lettera aperta di 200 Associazioni a Governo, Parlamento e Commissione Europea su grandi opere e Valutazione di Impatto Ambientale “troppo spesso le osservazioni depositate dai cittadini, dagli enti locali e dalle associazioni sono surrettiziamente usate per rimediare – nella stragrande parte dei casi solo formalmente – a gravissime lacune documentali”.

Lo stesso iter procedurale della variante parziale del PGT di Cernusco dovrebbe far riflettere: avviato dall’amministrazione a metà luglio del 2019, poneva al 31 luglio la scadenza per la presentazione delle proposte, dunque meno di quindici giorni. A seguito delle proteste arrivate da associazioni e consiglieri la scadenza è stata rinviata al 30 settembre .

Ma che la scarsa attenzione alla partecipazione dei cittadini fosse la cifra di riconoscimento di questa proposta viene confermato in tutti i passaggi successivi.

Il 15 novembre 2019, un venerdì pomeriggio, viene messo a disposizione il documento di scoping e la prima seduta della conferenza di valutazione convocata il lunedì 18 novembre alle 14.00, dunque nemmeno tre giorni per poter valutare l’elaborato tecnico.

Si prosegue con la messa a disposizione della documentazione il 17.04.2020 e con la scadenza per le osservazioni richiesta al 15.06.2020: eravamo in pieno lockdown, in un periodo che prevedeva non solo l’impossibilità degli spostamenti, ma pure la sospensiva dei provvedimenti amministrativi. Ed è proprio per far rispettare le indicazioni di sospensiva del DPCM che abbiamo inviato un esposto alla procura della Repubblica e così il 25 maggio l’amministrazione è stata costretta a rinviare la scadenza al 17 luglio. Nello stesso tempo però fissava la seconda conferenza di valutazione al 20 luglio, i soliti tre giorni di valutazione.

Ma accade l’impresto, arriva una valanga di osservazioni ed i tre giorni si rivelano un boomerang, troppo pochi per valutarle tutte e così c’è un valzer di rinvii sino al 22 ottobre 2020 quando viene convocata la seconda conferenza di valutazione in una diretta facebook che dura undici minuti. In questo modo viene preclusa qualsiasi possibilità di approfondimento e dialettica fra tutti i soggetti interessati. In ogni caso emerge la necessità di una profonda revisione dei documenti di variante e dunque vengono fissati altri 90 giorni.

Arriviamo così alla fine di gennaio 2021 quando vengono pubblicati il parere motivato e le contro-osservazioni: si tratta di un parere positivo ma vincolato ad una serie così ampia di prescrizioni da costituire – come denunciava Atelli – un vero e proprio soccorso istruttorio per una variante piena di errori e carenze.

La ricostruzione dei passaggi dimostra che la partecipazione è un feticcio retorico e che l’unica dialettica possibile è stata quella garantita dalla legge. Dunque, meno male che esistono quelle poche norme che consentono ai cittadini di poter partecipare alla pianificazione della propria città. 

Vedremo fra pochi giorni quando i nuovi documenti arriveranno in consiglio comunale quale sarà stato l’esito della revisione.

* ora si chiama Ministero della Transizione Ecologica

Pedalando a Cernusco

La foto qui sopra mostra lo striscione che, alla vigilia della seconda conferenza di VAS [prevista per il 30 settembre, poi nuovamente rimandata al 22 ottobre], abbiamo esposto lungo il Naviglio, in corrispondenza del prato che sarà trasformato in campo da baseball, secondo le intenzioni della nostra amministrazione cernuschese.

Non sappiamo esattamente quante persone si siano fermate, mentre percorrevano la ciclabile lungo Naviglio, per leggere la nostra segnalazione. Certamente qualcuno l’ha fatto e tra questi Paolo Pileri, professore di Pianificazione e Progettazione urbanistica presso il politecnico di Milano, nonchè studioso e appassionato difensore dell’ambiente, in particolare per i temi legati al consumo di suolo. Conosciamo anche la sua passione per la bici, al punto che è tra i promotori della ciclabile che, lungo il fiume Po, dovrebbe congiungere Torino con Venezia

Il prof. Pileri, che avevamo conosciuto nel 2015 ad una nostra conferenza organizzata per fermare l’ampliamento del Centro Commerciale Carosello e difendere il Parco degli Aironi, ha voluto lasciarci un suo messaggio di incoraggiamento e di condivisione, che riportiamo qui sotto.

Il suo messaggio ci ha fatto molto piacere, perchè ci conferma che siamo sulla strada giusta e ci incoraggia a perseverare nel nostro impegno civile e concreto a difesa dell’ambiente e dei beni comuni.

A tutti i nostri sostenitori, a chi legge questo post e lo condivide, chiediamo di inviarci un selfie fatto davanti allo striscione (che è ancora al suo posto). Li pubblicheremo sulla nostra pagina fb, per dare maggior forza alla nostra richiesta: un ripensamento della variante al PGT da parte dell’Amministrazione comunale ed un gesto di responsabilità nei confronti delle generazioni future, cancellando l’ampliamento del centro sportivo e conservando intatto il corridoio ecologico che passa proprio da questi campi. O dobbiamo aspettare politici migliori?

Grazie al professor Pileri e grazie a tutti!


Questo il messaggio ricevuto:

Da: PAOLO PILERI 
Oggetto: Bravi
Corpo del messaggio:
Buongiorno
ho visto lo striscione lungo la Martesana che interroga e informa i cittadini sull’inappropriata scelta del comune o di un privato di consentire la distruzione di un suolo agrario per farci un campo da baseball.
Bravi a comunicare così.
Bravi a ricordare che ogni filo d’erba fa parte del grande bene comune di cui dovremmo occuparci.
Molti diranno che un campo da baseball non fa male a nessuno e invece non è così. Non è più così. Il presente che stiamo vivendo è un presente nel quale siamo dentro un guasto climatico che è esattamente il risultato di milioni di scelte urbanistiche apparentemente innocue legittime e necessarie ma che invece ci hanno tolto il fiato.
Il baseball è bello e lo sport è importantissimo. Nessuno nega questo. Ma oggi la sfida è trovare il modo di fare un nuovo campo da baseball senza torcere un solo filo d’erba. Se c’è la possibilità va fatto in ogni modo. Possibile che in Cernusco non vi sia un’area dismessa….un parcheggio di troppo…un piazzale abbandonato da desigillare per farne un campo da baseball? Questa è la cosa da fare e da spiegare. Questo è fare politica per la sostenibilità oggi. Il resto rimane a libro paga della comodità, del danaro, del non capire, della pigrizia a non innovare.
Eppure i politici della Martesana dovrebbero ricordare l’esondazione del naviglio nell’aprile 2009….o l’hanno dimenticata? Ecco ricordiamogli allora che se le acque della Martesana si sversano su un campo permeabile questo assorbe quelle acque e il danno si minimizza. Se invece le stesse acque esondano su un campo di baseball non saranno assorbite allo stesso modo, se ne andranno in giro e faranno molti danni. Non andiamo poi a piangere dallo Stato o non imprechiamo contro la natura cattiva….perché sono queste scelte urbanistiche a essere miopi ed enormemente inopportune oggi, era dell’antropocene ovvero epoca nel mezzo di una tempesta climatica.
Abbiamo bisogno di una politica migliore e di politici migliori. Bravi voi a far notare queste cose.
Paolo Pileri

Conferenza VAS per la variante di PGT: ci siamo!

Siamo ormai alla vigilia della riunione per la conferenza di VAS relativa alla 2° variante al PGT. Si terrà mercoledi 30 Settembre, ore 10 del mattino, presso il Municipio di Cernusco. Lo scopo di questa riunione è di dare risposta alle decine di osservazioni presentate da associazioni, partiti, cittadini sulle modifiche proposte attraverso la 2° variante del PGT e sul loro impatto ambientale.

Anche noi di Bene Comune Cernusco abbiamo presentato le nostre osservazioni (che potete trovare qui) e di conseguenza abbiamo chiesto di partecipare alla conferenza di VAS, anche se per le direttive sul COVID i posti saranno limitati.

Saremo comunque presenti all’esterno per dare informazioni e spiegare ai cittadini, che vorranno essere informati, tutti i dettagli relativi alle nostre osservazioni alla VAS ed alle modifiche che saranno introdotte con la variante.

Dopo la conferenza di VAS, se avrà esito positivo, la Variante sarà sottoposta al Consiglio Comunale, assieme al Parere Motivato dell’Autorità procedente (Uff.Tecnico) per “l’adozione”, a cui seguirà nuovamente una fase di raccolta di ulteriori osservazioni, prima dell’approvazione finale.

Avremo modo quindi di riparlare di questo procedimento di variante. Per il momento, concentriamoci su questo importante passaggio e speriamo sia il buonsenso a prevalere, evitando l’ennesimo spreco di prezioso suolo agricolo.

Seguiteci per gli aggiornamenti!

La variante al PGT in pillole – Il PLIS delle Cave

La seconda variante al PGT di Cernusco dedica un intero capitolo al PLIS Est delle Cave ed alle variazioni che lo interessano.
Un PLIS (Parco Locale di Interesse Sovracomunale) è un’area che si estende nel territorio di vari comuni adiacenti, a cui dovrebbero essere applicate particolari regole per tutelare la naturalità e l’ambiente agricolo, costituendo una fascia verde di separazione tra i tessuti urbani dei vari comuni che lo circondano.
Il PLIS Est delle Cave, condiviso da Cernusco con Cologno, Vimodrone, Brugherio e Carugate, fu istituito nel 2009 per “garantire, a fronte dell’intensificarsi di un alquanto disordinato sviluppo insediativo, una continuità del sistema ecologico nord-sud nell’est Milano, dal Parco delle Cascine fino al canale Villoresi, attraverso il Martesana”.
Dicevamo “dovrebbero essere applicate” perché in realtà il sistema delle tutele è molto debole, al punto che uno qualsiasi dei comuni coinvolti può modificarne i confini, per includere o escludere una qualunque area.
E’ quanto sta avvenendo con questa seconda variante al PGT di Cernusco, in cui uno degli interventi più significativi (l’ampliamento del centro sportivo) vede appunto la sottrazione di un’area agricola di più di 20.500 mq al PLIS, cambiandone la destinazione da “parchi e giardini” a “servizi per lo sport” (vedi foto 8.2.3 qui sotto, presa, come le altre, dal documento di Valutazione Strategica della variante).
Un’altra area in sottrazione sarà in Via Olmo (la strada che va a Cologno), dove un rettangolo di terreno, all’altezza della cava Gaggiolo, sarà adibito a parcheggio (vedi foto 8.2.2).
Entrambe queste aree fanno attualmente parte delle “Aree di tutela dei corridoi ambientali” (le frecce verdi che si vedono nelle foto) secondo il documento di Piano delle Regole (art. 17). Tali riduzioni implicano una netta restrizione delle aree che fungono da corridoio ecologico sul margine ovest del tessuto urbano consentendo la connessione diretta con il parco del Molgora, il Parco delle Cascine e il parco Media Valle del Lambro e per via indiretta con altri due parchi regionali vicini Parco Agricolo Sud Milano e Parco Nord Milano.
Si tratta di aree naturali importanti per la conservazione dell’ecosistema e della biodiversità poiché permettono il passaggio di specie migratrici ma anche gli spostamenti quotidiani di molte specie animali
Proseguendo nell’analisi dell’impatto della variante sul PLIS, si scoprono alcuni aggiustamenti (in sottrazione ed ampliamento) attorno alla piattaforma ecologica in via Resegone e lungo la Provinciale 121, relativamente alla nuova stazione di controllo del metanodotto SNAM.
Il totale delle aree sottratte ammonta alla fine a 37.000 mq, mentre i documenti della variante parlano di un totale di aree proposte in ampliamento per 65.500 mq. Apparentemente, quindi, sembra esserci un aumento della superficie del PLIS di 28.500 mq.

Andando però ad analizzare i dettagli degli ampliamenti, vi si trovano due aree che erano già nella proposta di ampliamento del PGT 2010, ma non conferite poi effettivamente e quindi ci sembrerebbe corretto non conteggiarle una seconda volta, per non mischiare i fatti con le intenzioni.
La prima delle due aree in questione è un triangolo nel Parco degli Aironi (foto 8.2.1), oggetto della prevista espansione del centro Carosello, fortunatamente abbandonata per l’opposizione di cittadini e associazioni (anche la nostra). In totale, 10.000 mq promessi al PLIS dal PGT 2010, ma mai conferiti. La seconda area è una parte del cannocchiale davanti al ex albergo Melghera, che sarebbe collegato al resto del PLIS da un ridicolo corridoio largo 2 metri e costituito dal fosso lungo la Statale 11 (si vede nella foto 8.2.3), fino al confine con Vimodrone: in totale 30.000 mq, promessi dal PGT 2010, ma mai conferiti. Per quest’ultima area, poi, ci si chiede perché venga promessa solo la metà del cannocchiale e non l’intera superficie fino all’ex albergo.
Questi 40.000 mq quindi vengono inseriti nei conteggi per compensare la sottrazione dell’area necessaria all’ampliamento del centro sportivo, ma ci sembra un’operazione scorretta e inutile. Anche perchè tutte queste aree sono già verdi perciò non aggiungono valenza ambientale alla variante parziale; al contrario, la sottrazione di quanto necessario al centro sportivo trasformerà un’area naturale in antropizzata, con una perdita secca di naturalità, oltre ai danni previsti al corridoio ecologico ed alla relativa fauna presente e passante.
In conclusione, ci sembra che la Cernusco “città europea dello sport” non possa farsi a spese dell’ambiente, della perdita dell’ecosistema costituito da un grande prato naturale, con la conseguente diminuzione di insetti e definitiva scomparsa di qualche specie animale. Per l’incremento delle strutture sportive, si possono cercare altre soluzioni, meno impattanti sull’ambiente e magari puntando sul recupero di aree abbandonate, che in città non mancano.
Insistere sulle proposte della variante, ci sembra una scelta in netta controtendenza rispetto agli impegni di sostenibilità ambientale assunti nei mesi scorsi anche in consiglio comunale ed agli indirizzi di pianificazione più recenti volti a privilegiare l’incremento e la valorizzazione degli ambiti di naturalità rispetto alle dotazioni di servizi, fossero anche strutture di pubblica utilità, come lo sport.

La variante al PGT in pillole – Via Brescia

Eccoci alla terza puntata di illustrazione delle modifiche al PGT vigente proposte dalla 2° variante parziale; ci occupiamo ora del campo della modificazione M2-3: Via Brescia.
Siamo nella zona sud di Cernusco, nel punto indicato con V5 nella mappa pubblicata qualche settimana fa, all’incrocio tra via Brescia e via Pio X.

Quest’ultima via segna proprio il confine con Pioltello: percorrendola verso sud, a sinistra è Cernusco, a destra Pioltello. L’area interessata è compresa tra le vie Brescia, Pio X e Scirea.

Vista dall’alto del comparto M2-3: via Brescia

Il PGT vigente già prevedeva questo intervento, che trasforma un’area industriale, di circa 14,000 metri quadri, quasi del tutto abbandonata, in un nuovo insediamento misto residenziale e commerciale. L’edilizia residenziale prevista era, fino all’80%, convenzionata e per il resto libera. Le attività commerciali si affacceranno su via Brescia, mentre le abitazioni sulla via Scirea, in continuità con quelle già esistenti sul lato nord della stessa via.

La variante introduce una prima modifica importante e cioè spezza il comparto in due (uno di 3,200 mq, l’altro di 10,800 mq circa), permettendone così l’attuazione in autonomia per ciascuno dei due e rendendo quindi più semplice l’intervento. Inoltre, introduce alcune varianti allo scopo di precisare meglio i dettagli realizzativi: l’altezza massima consentita aumenta da 10 a 13.5 metri, consentendo la realizzazione di un ulteriore piano per le abitazioni, che però dovranno essere al 100% in edilizia convenzionata. In ultimo, diminuisce del 11% l’indice di copertura (il rapporto tra metri quadri totali e metri quadri coperti), che passa da 0.45 a 0.40. Ci saranno poi parcheggi alberati, aree attrezzate, marciapiedi e percorsi ciclabili che collegheranno via Scirea a via Brescia sul lato est del comparto.

Nel filmato che segue, la nostra “incursione” in zona.

Nonostante il nostro giudizio su questo intervento sia sostanzialmente positivo (è sempre bene recuperare, in maniera intelligente, aree abbandonate, rivitalizzando un tessuto urbano compromesso da anni di incuria e abbandono), restano pur sempre alcune perplessità, che speriamo possano stimolare qualche riflessione da parte dell’Amministrazione comunale.
Prima di tutto constatiamo che l’edilizia convenzionata, eliminata dal comparto già esaminato, a nord di Cernusco (via Cevedale), viene relegata in quest’area veramente decentrata rispetto al centro della città, al punto che le attività commerciali essenziali, raggiungibili a piedi, saranno quelle di Pioltello; la connessione stradale più veloce per le auto passa da via Mantegna (di Pioltello), mentre la ex Statale 11 sarà un ostacolo non indifferente all’integrazione del nuovo comparto (e di quelli già esistenti) con il resto della città (si pensi alle scuole, la biblioteca, il mercato, la maggior parte dei negozi, le chiese, i trasporti pubblici, …).
In secondo luogo, il contesto generale in cui sorgerà questo nuovo insediamento abitativo rimane di tipo industriale: via Brescia ha solo attività industriali sul lato sud e parzialmente anche sul lato nord, il traffico è principalmente di tipo commerciale, di sera e nei giorni festivi tutta l’area diventa un deserto, come tutti i luoghi in cui vengono svolte attività principalmente diurne e legate al mondo del lavoro.
Andranno perciò attuate tutte le iniziative necessarie per migliorare il collegamento logistico e sociale con il resto della città, per far sentire anche alle persone che abiteranno in questo comparto l’appartenenza ad una comunità accogliente.

La variante del PGT in pillole – Via Cevedale

 Eccoci con i dettagli di un altro intervento previsto dal PGT e proposto per una modifica dalla seconda variante in discussione in queste settimane. Siamo a nord di Cernusco (via Cevedale appunto – siamo nel punto V2 della mappa pubblicata qui) e, secondo il PGT vigente (2010 + modifiche del 2012) questo bel campo di mais prima o poi sparirà. La variante introduce alcune variazioni, che non cambiano la sostanza dell’intervento.

Tutti i dettagli nel filmato che segue

A presto con le prossime pillole

 

Variante PGT: differiti i tempi sino al 14 luglio


Importante risultato dell’azione di Bene Comune Cernusco: i termini per la messa a disposizione della documentazione della variante parziale del PGT di Cernusco sono stati differiti al 14 luglio dopo l’invio alla procura di Milano del nostro esposto che segnalava il mancato rispetto della sospensiva dei procedimenti amministrativi sino al 15 maggio.

La messa a disposizione dei documenti era avvenuta in pieno lockdown e solo da pochi giorni è stato possibile riprendere per tutti noi contatti e relazioni, pertanto ignorare tale contesto era davvero un segnale di mancata volontà di attenzione e confronto. Inoltre così come ai cittadini è stato chiesto di attenersi alle regole dell’emergenza Covid-19, lo stesso deve valere per chi ci amministra. I diritti di tutti non si possono limitare per interessi di parte, la partecipazione non può essere considerata un espediente retorico, ma va declinata con atti concreti ed è un diritto da esercitare e difendere.

Siamo confidenti che questo periodo possa essere utilizzato come opportunità di informazione e divulgazione dei contenuti della variante e delle implicazioni che avrà nei prossimi anni. Ad maiora.

Variante PGT, fase 2 Covid-19 e la finzione della partecipazione


Al comune di Cernusco sono già in piena fase 2 del Covid-19 o della ripartenza: il 16 aprile sono stati depositati i documenti relativi alla variante n. 2 del P.G.T.  e dal 17 aprile partono i 60 giorni in cui vengono messa a disposizione del pubblico (sic) in cui si può prendere visione della documentazione presso gli uffici comunali, che però in questo periodo sono chiusi (funzionano solo servizi essenziali su appuntamento).

In altri comuni le procedure urbanistiche sono state sospese a causa dell’emergenza Covid-19, a Cernusco no. Come sia possibile conciliare le restrizioni relative alla riduzione di mobilità ed al distanziamento sociale in corso in questo periodo con le istanze di partecipazione che la messa a disposizione della documentazione urbanistica è una domanda retorica.

D’altra parte non è la prima volta, era già successo l’estate scorsa con la scadenza dei termini per la presentazione proposte fissato al 31 luglio, poi in novembre con la messa a disposizione del documento di scoping il venerdì e la conferenza VAS convocata il lunedì seguente. Dunque partecipazione come finzione.

Questo caso però è ancora più grave, un vero e proprio strappo  che mette a nudo la mancanza di volontà di interazione dell’amministrazione con la sua comunità, per altro rispetto alla discussione dello strumento di pianificazione del suo territorio che è elemento essenziale e fondativo di qualsiasi prospettiva futura.  Questa pandemia deve essere l’occasione per riscattare molti errori del passato, non per consolidarli. Chiediamo pertanto che l’amministrazione di Cernusco disponga una sospensiva dei termini di messa a disposizione della documentazione.

 

Cernusco, variante PGT: la finzione della partecipazione

La convocazione della prima conferenza di valutazione relativa alla procedura di VAS per la Variante n. 2 al Piano di Governo del Territorio  è stata convocata per il 18 novembre, ma il documento di Scoping sarà disponibile solo a partire da venerdì 15 novembre.

Ciò significa che ci sono solo due giorni utili – per altro un sabato e domenica –  per poterlo leggere, valutare e preparare eventuali osservazioni e pareri da depositare in conferenza.

Una procedura frettolosa che non lascia spazio ad una reale possibilità di partecipazione. Una presa in giro. Oppure una scarsa considerazione del contributo dei partecipanti. Difficile dire quale sia la cosa peggiore.

 

 

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